maria piconi

Membro Junior
Privato Cittadino
Ho letto l.articolo sul piano sociale dei due candidati al ballottaggio. EsistOno comunque normative che consentono lo svincolo lo ribadisce anche la famigerata sentenza quindi non può eludere le richieste le deve soddisfare punto
 

iteleo

Membro Attivo
Privato Cittadino
Salve,
scrivo a coloro ai quali non sono nelle condizioni di dover vendere casa e vogliono far chiarezza sulla materia.
Ritengo che il Comune stia operando fuori dalla legge per i seguenti motivi:

1. Non indica che l'affrancamento dal prezzo massimo è da considerarsi un anticipo di quanto dovremmo versare per riscattare il terreno;

2. Non tiene conto della delibera della Corte dei Conti della Lombardia di febbraio scorso che sostiene come gli oneri di urbanizzazione siano anc'essi da scomputare dall'importo da versare per liberalizzare il prezzo massimo;

3. Per i 14 PdZ per i quali si può da subito riscattare il terreno non verrebbe indicato in Convenzione che, trascorsi 20 anni dalla stipula della Convenzione originaria, anche il prezzo viene automaticamente liberalizzato.

Quindi propongo di procedere in massa con una richiesta di affrancamento dal prezzo massimo, aggiungendo nel modulo istanza un nuovo punto punto, dopo quello di CHIEDE Altresì:


EVIDENZIA che


la delibera dell'Assemblea capitolina n.ro 40 Protocollo RC n. 10444/16 del 12 maggio 2016 presenta evidenti difformità dalla normativa in materia sui seguenti punti:

1. l'affrancamento dal prezzo massimo è da considerarsi un anticipo di quanto si dovrà versare per riscattare il diritto di superficie;

2. non tiene conto di quanto determinato dalla Corte dei Conti della Lombardia con la delibera n.ro 61/2016/PAR del 23/02/2016 che ritiene gli oneri di urbanizzazione da sottrarre dall'importo da versare per liberalizzare il prezzo massimo;

3. manca il riferimento a quanto disposto dagli artt. 7 e 8 della Legge n. 10/1977 (integralmente trafusi negli artt. 17 e 18 del D.P.R. 380/2001) che stabiliscono un vincolo del prezzo di una durata pari 20 anni a partire dalla data di stipula della prima convenzione (per l'assegnazione del terreno) tra Comune e Cooperativa.

Si chiede pertanto, ai sensi della legge 241/90, di fornire chiarimenti sui punti 1,2 e 3 sopra esposti preannunciando le opportune azioni a tutela dei propri diritti in sede civile e penale per quanto attiene l'eventuale mancata applicazione delle norme in materia.

Non so qualche avvocato può riformulare il tutto.
A valle della risposta potremmo valutare un class action raccogliendo adesioni in tutti i vari Comitati di quartiere 167.
 
Ultima modifica:

Giuseppe Di Piero

Membro Attivo
Professionista
3. Per i 14 PdZ per i quali si può da subito riscattare il terreno non verrebbe indicato in Convenzione che, trascorsi 20 anni dalla stipula della Convenzione originaria, anche il prezzo viene automaticamente liberalizzato.

Caro Iteleo,
ripeto che una volta effettuata la trasformazione del diritto di superficie in piena proprietà, i vincoli decadono automaticamente decorsi 20 anni dalla stipula della originaria convenzione.
Nonostante ciò, dopo un'ampia riflessione, noi di "AREA 167" siamo giunti alla conclusione che tutti gli atti di trasformazione da diritto di superficie in piena proprietà , stipulati ante Delibera n. 40, sono nulli (almeno parzialmente) perchè stipulati in violazione del comma 48 dell'art. 31 della Legge 448/1998 relativamente alla modalità di determinazione del valore dei suoli.

Quindi la trasformazione (con annessa rimozione dei vincoli) sarebbe come non stipulata.
 

EmiVal

Membro Attivo
Privato Cittadino
Cari @Bagudi e @ingelman, volevo chiedere un vostro parere professionale.

Il mio immobile è in vendita con regolare mandato esclusivo conferito all'AI.

E' in diritto di superficie in un Pdz sbloccato.

Poco tempo fa (ma ante delibera 40), ho versato nelle casse del comune l'importo richiesto per la trasformazione da diritto di superficie in diritto di proprietà.
Sono in attesa della stipula dell'atto.

Come ben saprete, purtroppo è probabile che l'atto non verrà mai stipulato, alla luce di quello che ha evidenziato @Giuseppe Di Piero poco sopra.
E' molto più probabile, invece, che, quando il comune si sveglierà dal torpore, mi comunicherà che il costo della trasformazione è divenuto 3/4 volte più alto.

Inoltre, il comune, oggi, sta richiedendo l'affrancazione anche a coloro che hanno acquistato la proprietà.

Al momento, non so se potrò permettermi di sborsare questo denaro aggiuntivo, quando potrò farlo, se dovrò fare causa al comune per non fare l'affrancazione, insomma direi che sono completamente bloccato.

In tutto questo, l'AI, che certamente fa il suo lavoro, continua a portarmi proposte di acquisto.

Ma, in questa situazione, il comune mi ha messo nelle condizioni di non sapere se, come e quando vendere.

E' corretto il comportamento dell'AI? Cosa posso dirgli per smettere di cercare di vendere un appartamento che ora non si può più vendere?

Paradossalmente, se si presentasse con una proposta corrispondente al prezzo pattuito nel mandato, sarei costretto a pagargli le provvigioni, però entrerei, insieme con l'acquirente, in un baratro in cui sono molti che scrivono qui: nessuna data certa, nessun costo certo.

Come se ne esce? Voi cosa direste all'AI? Se cambiano le condizioni al contorno, il mandato rimane comunque valido?
 

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