Grazie. Quindi, bisogna fare l'atto della rinuncia all'azione di riduzione che darebbe una garanzia al 100% all'acquirente?

Il consiglio che personalmente di darei è agire in massima trasparenza con l'acquirente e non accettare una proposta di acquisto senza che vi sia indicato che il bene deriva da donazione. Se poi la casa non ha un grande valore e chi compra non ha necessità di mutuo potrebbe essere comunque venduta in contante.
Personalmente non tratto mai operazioni di tale natura ma questo è solo una mia valutazione anche perchè non nasconderei all'acquirente i rischi dell'operazione.

Quindi mentre per la donazione basta che passino 10 anni dalla morte della donante ( ne mancano 8) , per la successione non esistono termini di scadenza perché un figlio naturale potrebbe presentarsi anche tra 30 anni? Ma come si vendono allora le case avute in successione? :shock:

no.
Ho scritto revoca della della donazione non successione
 
Nel nostro caso la donante è deceduta, ma poco prima era deceduto anche il donatario... Noi siamo i suoi successori... Quindi se ho capito bene l'unica cosa che possiamo fare è firmare la reciproca rinuncia all'azione di riduzione con l'altro donatario, che anche se mi sembra di capire non è risolutiva ( perché non tutela contro la ipotetica comparsa sulla scena di altri eredi finora sconosciuti) ma comunque in linea di massima garantisce l'acquirente, perché tutti i legittimari hanno rinunciato a ogni azione legale futura. Spero di aver capito bene...
 

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