fabbres

Nuovo Iscritto
Credo che la pretesa possa avere del fondamento giuridico,nn sarei del tutto indifferente essendoci un avvocato in mezzo,io prenderei cautela anche se potrebbe essere una pretesa infondata.
 

Antonio Troise

Membro Storico
Agente Immobiliare
Ad Antonio Troise: assolutamente no. Si tratta di situazioni radicalmente diverse. Quindi - e ferma restando l'opportunità di rispondere per le rime ai signori in questione e al loro avvocato - non vedo pericoli per l'acquirente.

premesso che non metto in dubbi la tua parola, però...
sei un avvocato?
potresti tranqulizzare l'utente con qualcosa oltre la tua parola?
 

sylver71

Membro Attivo
Agente Immobiliare
Ciao,

ma questi "contadini" praticamente per quattro anni hanno dormito?
E poi mangiavano insalata di cetrioli con corrente elettrica tutti i giorni? :^^:

Ma quale buon vicinato? I "contadini" hanno già chiamato l'avvocato o sbaglio?

Quindi fossi al posto tuo mi rivolgerei ad un avvocato per rispondere in modo ufficiale
e per le rime che tu non puoi rispondere di debiti personali di altri e risalenti ad anni
prima.
Inoltre rincarerei la dose dicendo che dopo questa storia mia moglie non dorme più
la notte che soffre d'insonnia e una volta è anche caduta procurandosi un grosso "ematom" :risata:

Minaccia quindi di chiedere danni morali e materiali se non si chiude subito e vedrai che tutto
si sistema anche con i "buoni vicini" :fiore:
 

gaspol1960

Membro Attivo
Privato Cittadino
Ad Antonio Troise: anche se non ne sono fiero, lo sono. In generale, prima di inserire un post, valuto la situazione - per come viene esposta - sotto l'aspetto normativo e sotto quello giurisprudenziale. Anche perché credo che un consiglio sbagliato sia peggio di un pugno dato a tradimento.
Tornando al tuo dubbio: nel caso esposto da Ematom, in comune - di fatto - c'era soltanto la linea elettrica, mentre non c'è una situazione di comproprietà immobiliare, o di "condominio minimo" (ossia formato da due persone soltanto). Manca, quindi, il presupposto della natura "condominiale" delle spese previsto dall'art. 63 disp. att. c.c. per la solidarietà passiva tra venditore e acquirente. E, più in generale, direi che non si tratta di un'obbligazione propter rem, della quale possa essere chiamato a rispondere - salva rivalsa - l'acquirente. Si tratta, invece, di un rapporto contrattuale nato tra i venditori e i loro vicini, e - comunque - già esaurito alla data dell'acquisto.
Quindi: all'avvocato che ha avuto il coraggio di scrivere una tale baggianata, val la pena di rispondere a muso duro, eventualmente trasmettendo copia della risposta ai venditori.
Spero di esser stato chiaro.
 

ematom

Nuovo Iscritto
Eccomi di nuovo qua!!
Prima di tutto grazie a tutti voi che avete risposto al mio questito.
Ora che mi avete anche tranquillizzato un pochino, vado a fare delle precisazione che non lo so se potranno servire a capire meglio...ma le faccio lo stesso!
Ovviamente ieri sera appena ricevuta la chiamata galeotta, ho chiamato il nostro avvocato il quale mi ha riferito di un qualche caso in cui è possibile che un atto di vendita possa essere annullato e comunque di vederci nella giornata di domani (certamente lui, come chi lavora, non fa niente per niente, e quindi mi toccherà pagare anche lui,giustamennte) e che comunque da qui a dire (come ha fatto l'avvocato "accusatore") vi togliamo casa...ce ne vuole.
I 9000€ in ballo credo siano la somma della corrente non corrisposta, a proposito..a chi chiedeva se mangiavano corrente elettrica :D dico che il medesimo contatore forniva due abitazioni, due pozzi artesiani, due illuminazioni esterne...insomma tutto il doppio, poi, sommando anche gli interessi (suppongo) ecco che l'avvocato avrà fatto una stima di 9000€ (magari per prenderne 5000 chi lo sa).
Non hanno staccato inizialmente il contatore, perchè i vecchi proprietari della mia casa non se la passavano granchè bene(mi sembra evidente) e avendo anche due bambini piccoli, questi due agricoltori non se la sono sentita di staccare acqua e luce ad una famiglia così.Poi è successo invece che, sempre i vecchi proprietari della casa, sono entrati nella casa dei contadini e hanno preso dai soldi alla carne, dalle galline ai cavi elettrici(!!!!) e allora hanno deciso di far mettere due contatori separati e fargli causa.
Ho un altra domanda da fare...già che ci sono:
sempre questi vicino mi hanno raccontato che questi tizi devono anche svariate mila euro per la legna e per il gas non pagato (non c'è metano) e quindi mi viene da pensare:
se come mi ha scritto qualcuno volessi rimanere in buoni rapporti con il vicinato e dare una cifra simbolica(100€ ?:D), se poi mi si presenta quello della legna..che faccio?...e quello del gas?..o chiunque asserisca che abbia credito nei loro confronti??
Grazie ancora per la disponibilità dimostrata, vi auguro una buona serata...
 
S

smoker

Ospite
Ad Antonio Troise: anche se non ne sono fiero, lo sono. In generale, prima di inserire un post, valuto la situazione - per come viene esposta - sotto l'aspetto normativo e sotto quello giurisprudenziale. Anche perché credo che un consiglio sbagliato sia peggio di un pugno dato a tradimento.
Tornando al tuo dubbio: nel caso esposto da Ematom, in comune - di fatto - c'era soltanto la linea elettrica, mentre non c'è una situazione di comproprietà immobiliare, o di "condominio minimo" (ossia formato da due persone soltanto). Manca, quindi, il presupposto della natura "condominiale" delle spese previsto dall'art. 63 disp. att. c.c. per la solidarietà passiva tra venditore e acquirente. E, più in generale, direi che non si tratta di un'obbligazione propter rem, della quale possa essere chiamato a rispondere - salva rivalsa - l'acquirente. Si tratta, invece, di un rapporto contrattuale nato tra i venditori e i loro vicini, e - comunque - già esaurito alla data dell'acquisto.
Quindi: all'avvocato che ha avuto il coraggio di scrivere una tale baggianata, val la pena di rispondere a muso duro, eventualmente trasmettendo copia della risposta ai venditori.
Spero di esser stato chiaro.

Sei stato chiaro, comunque il sedicente avvocato non ha formalizzato per iscritto la richiesta, bensì ha telefonato a Ematom. Il comportamento, di per sè, è già abbastanza inconsueto .....

Smoker
 

gaspol1960

Membro Attivo
Privato Cittadino
Grazie a tutti per apprezzamenti e precisazioni. Che l'avvocato scriva, o "si limiti" a telefonare - a mio modesto avviso - cambia pcco. Soltanto, è più complicato chiedere l'avvio di un procedimento disciplinare al competente Consiglio dell'Ordine.
Quanto agli ulteriori sviluppi esposti da Ematom: per quel che ne so (e credo di saperne abbastanza...), l'annullamento di un contratto può essere richiesto soltanto dalle parti - e non da terzi... - e soltanto per errore, violenza e dolo: anche lasciando alla fantasia degli azzeccagarbugli attuali briglie sciolte, dubito che in questo caso si possa trovar traccia di uno di questi "vizi" del rapporto di compravendita. Anche le ipotesi di nullità sono quelle previste tassativamente dalla legge e stop. Quindi, qualunque pretesa accampino questi signori, è del tutto inefficace nei confronti degli acquirenti. Il discorso del buon vicinato, poi, esula dall'ambito strettamente giuridico: a mio parere, se Ematom e la sua compagna decidono di versare una somma, più o meno simbolica, a chi dice di aver fornito l'energia elettrica e, comunque, abita accanto a loro, non si tratta comunque di un pagamento effettuato sulla base di un'ammissione di debito, e, dunque, eventuali altri creditori dei venditori non possono avvalersene. A titolo di cautela quasi-paranoica, io suggerirei ad Ematom di farsi rilasciare dal vicino, al momento del pagamento, una dichiarazione di quietanza in cui si precisa che "i sottoscritti si danno reciprocamente atto che il versamento della somma ... non comporta alcun riconoscimento di debito, a qualsivoglia titolo, da parte dei versanti nei confronti dei riceventi, e viene effettuato esclusivamente al fine di alleviare le conseguenze negative, per i soggetti riceventi, del mancato adempimento delle obbligazioni assunte da XX - venditore - unico soggetto giudicamente obbligato al pagamento di quanto preteso dai riceventi quale rimborso, pro quota, delle somme dovute all'ENEL per l'erogazione di energia elettrica per il periodo ... - ....". Per la serie: fidarsi è bene, ma non fidarsi è necessario ;)
 

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