Mil

Membro Senior
Ecco che cosa si diceva solo 4 mesi fa a proposito del mercato meneghino.
la domanda è: come mai di fronte alla palese realtà in grave difficoltà si continua a sostenere che nel 2015 ci possa davvero essere una ripresa? perchè si continua a ritenere che ripetendo concetti come "la crisi è finita" o "l'immobiliare è in ripresa " davvero si possa indurre un qualche effetto di svolta? e soprattutto perchè negare che se di lieve ripresa di compravendite si può parlare essa parte in realtà dalla provincia media (dove la resa a fronte dell'investimento è maggiore) e non certo dalle metropoli, alle prese con gravissimi problemi di sfratti e ribassi continui dei canoni? Io credo che le continue smentite ai proclami più ottimistici di ogni inizio anno oltre a dimostrare che il mercato non si può influenzare in alcun modo che non sia l'economia reale stiano creando ulteriore sfiducia tanto nei venditori quanto negli acquirenti.

Expo 2015, una panacea? Nì - L'Indro
Mercato Immobiliare
Expo 2015, una panacea? Nì
Milano, vendite lente, prezzi a -3%
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Sei mesi all’inizio di Expo 2015. E con le notizie belle (scarse) e brutte che apprendiamo oggi giorno in merito alla sempre più ansiongena esposizione universale (sarà tutto pronto per la data fatidica?), un’amara consapevolezza si fa strada nelle menti dei milanesi, soprattutto se sono proprietari di case, e degli immobiliaristi. La medicina Expo 2015 potrebbe non essere quel toccasana che ci si aspettava per i valori delle abitazioni, mentre è facile prevedere la buona ricaduta sul fronte delle locazioni. Se effetto sarà, insomma, non è ancora comparso all’orizzonte degli esperti del settore.

L’analisi di impatto economico dell’Esposizione universale sul sistema Italia, presentata qualche mese fa dalla Camera di Commercio di Milano ed Expo 2015 indica in 10 miliardi di euro la produzione aggiuntiva e in 20 milioni il numero dei visitatori della manifestazione. Per quanto riguarda la valorizzazione patrimoniale, se si calcolano gli impatti economici di medio-lungo termine successivi all’evento si dovrebbe ottenere una produzione aggiuntiva di un miliardo di euro, un valore aggiunto di mezzo miliardo di euro, e l’occupazione di 8,3 migliaia di persone.

Per il momento, le rilevazioni registrano una sorta di calma piatta. «Abbiamo analizzato in particolare le aree interessate dai lavori per la creazione delle fermate delle nuove linee metropolitane dove i proprietari, puntando sulla riqualificazione che ci sarà, cercano di vendere a prezzi più elevati» ha detto Fabiana Megliola, responsabile dell’Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa presentando il dossier sull’andamento del primo semestre 2014, «Attualmente però il mercato immobiliare non è in grado di assorbire queste richieste, con la conseguenza che la distanza tra domanda ed offerta aumenta sempre più e le tempistiche di vendita sono lunghe».

Un fenomeno che Tecnocasa riscontra soprattutto nelle aree in cui il parco immobiliare presente non è di qualità ottimale e i potenziali acquirenti, diventati sempre più selettivi, non sono più disposti a pagare un immobile oltre il suo reale valore di mercato. Milano, uno dei mercati che ha reagito meglio alla crisi del settore immobiliare, ha visto negli ultimi due anni una variazione negativa dei prezzi del 13,7%, che si è ridotta al 3% nel primo semestre 2014.

«A lavori ultimati» continua Megliola «avremo effetti positivi, se non sul fronte dei prezzi almeno su quello della domanda. In quartieri come la Bicocca e nella zona di Fulvio Testi abbiamo riscontrato più richieste di acquisto anche se sul fronte dei prezzi non ci sono segnali positivi». Nessun risultato, per ora, anche nelle località che si trovano lungo la BreBeMi, l’autostrada che collega direttamente Milano e Brescia recentemente inaugurata (uno degli investimenti infrastrutturali connessi all’Esposizione universale).

La mancanza di progettualità strategica è il tallone di questo Expo, secondo Vincenzo de Tommaso, responsabile del centro studi di Idealista: “non riesco a immaginare un’esplosione di prezzi immobiliari. Oggi il prezzo degli oggetti in vendita non corrisponde ai budget dei potenziali acquirenti, mentre i grandi investitori sono tenuti lontani da tassazione e burocrazia”. L’euforia è semplicemente già passata: “Possiamo aspettarci acquisti da parte di amatori, anche cinesi o di altre nazionalità, e collezionisti di immobili. E poi, buoni risultati, in chiave di riqualificazione di alcune zone nelle quali si sarà ottenuto il rilancio della domanda”. Del resto, continua l’esperto di Idealista, le ultime Expo hanno prodotto risultati difformi indicando come, da sole, queste manifestazioni non sono in grado di rilanciare, se non selettivamente il mercato residenziale cittadino. Emblematici gli esempi di Lisbona (1998) e Saragozza (2008), con un boom dei prezzi (+60%) a distanza di cinque anni nel primo caso e uno sboom (-65%) nello stesso arco di tempo, nel secondo. “A incidere è stato il momento congiunturale” precisa Di Tommaso, “pertanto, come ufficio studi riteniamo che l’effetto-Expo a Milano abbia già dato un contribuito ammortizzando il calo dei prezzi degli immobili (10-15%) dall’inizio della crisi ad oggi”. Ad aumentare saranno i canoni d’affitto, raddoppiando e triplicando nel corso dei mesi dell’evento.

Sono infatti più certe le attese legate al flusso dei 20 milioni di visitatori attesi per i sei mesi di Expo: una media di 100mila al giorno a fronte di un’offerta di 54mila posti letto a Milano e 70mila se si considera la provincia.

A dare una mano alla città, la cui offerta è sottodimensionata, saranno gli attori della neonata sharing economy, l’economia della condivisione. “I circa 14 mila posti letto targati Airbnb” dice convinto Matteo Stifanelli, country manager del marchio americano sulla cui piattaforma internet si ritrova offerta privata di appartamenti, anche molto originali a 100-150 euro al giorno in grado di ospitare quattro persone e più, e camere, “rappresentano una risposta a impatto zero perché ci sono già. Gli italiani, detengono il valore immobiliare pro capite più alto al mondo. Noi diamo loro un’occasione per metterlo a reddito in modo diverso dal tradizionale affitto quattro più quattro”. Tutto questo, Airbnb sta cercando di spiegarlo alle istituzioni perché si faccia maggior chiarezza e trasparenza sugli affitti a breve termine. “Ma non faremo una campagna per arricchire la nostra offerta, già cresciuta esponenzialmente, in occasione di Expo. Non sarebbe sano” precisa Stiffini, “stiamo invece lavorando per migliorare al massimo l’affidabilità degli annunci, gli standard di offerta e l’assistenza ai clienti”.

Un altro fronte sul quale si riscontra un certo fermento è quello dei locali commerciali. I dati ufficiali elaborati dall’Università Bocconi di Milano, individuano infatti in 3,5 miliardi di euro la spesa turistica indotta da Expo Milano 2015, di cui, 1,2 per la ristorazione. “Abbiamo verificato un notevole interesse, dall’Italia e non solo, per immobili da destinare a questo settore nelle zone più centrali di Milano come il Quadrilatero, Cordusio, Cairoli e Brera” fa sapere Domenico Cito,consulente immobili per l’impresa del gruppo Tecnocasa. La richiesta più elevata è per l’affitto di soluzioni con canna fumaria posizionate sulle vie ad alto transito “Spazi” continua Cito, “da 150-200 mq la cui pigione ammonta a 2mila-5mila euro al mese e che, in caso di acquisto valgono tra 500mila e un milione di euro. Ma anche in questo caso l’aumento della domanda non ha, per il momento, determinato un aumento dei canoni di locazione”.


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Agente Immobiliare
Uno di questi giorni vi scriverò su come venga realizzata l'"osservazione" del mercato immobiliare da parte di Tecnocasa e, non secondario, di come venga recepita l'analisi dalle testate giornalistiche...

Per il momento, come anche @Mil ha altrove sottolineato, mi limito a sconsigliare di dare credito alla carta stampata, sia nel bene che nel male.

Questi articoli hanno un unico innegabile interesse: pubblicità "aggratis" per chi li concepisce!
 

Mil

Membro Senior
Uno di questi giorni vi scriverò su come venga realizzata l'"osservazione" del mercato immobiliare da parte di Tecnocasa e, non secondario, di come venga recepita l'analisi dalle testate giornalistiche...

Per il momento, come anche @Mil ha altrove sottolineato, mi limito a sconsigliare di dare credito alla carta stampata, sia nel bene che nel male.

Questi articoli hanno un unico innegabile interesse: pubblicità "aggratis" per chi li concepisce!

sul dare credito alla carta stampata ti do ragione. Infatti non mi pare che anni di annunci che sprizzavano positività abbiano spinto i consumi, in nessun settore nè viceversa perchè è con la realtà che bisogna fare i conti. Il problema è come si arriva a negare l'evidenza quando anche il centro studi che vende fumo non da oggi si spinge a dire che non ci sono inversioni di tendenza.
 

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