David1234

Membro Ordinario
Professionista
Chiedo un consiglio per sbrogliare una situazione spiacevole.
Gestisco una società che ha 3 appartamenti in un immobile tra piano terra e primo piano con relativi box e cantine al piano interrato. Il tutto ancora in corso di costruzione e quindi accatastato in cat. F/3.
Ho venduto un appartamento facendo un preliminare dove si davano le indicazioni catastali dell'appartamento con il relativo box e cantina con allegate planimetrie catastali dove sono state evidenziate e colorate le unità oggetto di vendita.
Ad ottobre è stato fatto l'atto presso notaio che, come da prassi, è stato nominato dall'acquirente.
Il problema nasce dal fatto che box e cantine al piano interrato erano tutti accatastati in F/3 sotto il medesimo subalterno.
Premesso che l'errore di partenza è il mio e che avrei dovuto fare la separazione delle unità prima dell'atto, il notaio evidentemente non ha controllato o non lo ha fatto adeguatamente.
Ora tutti i box e cantine sono intestati all'acquirente e serve un nuovo atto per ristabilire la proprietà corretta.
Il tutto complicato dal fatto che l'appartamento è stato acquistato con mutuo e nemmeno il perito della banca si è accorto del problema.
Il notaio è disponibile a fare l'atto senza addebitare il suo onorario ma vuole che vengano pagate le tasse e oneri per circa 2.000 euro.
Ritenete che sia corretto oppure era suo dovere verificare la correttezza dell'accatastamento e quindi, avendo fatto un errore, debba accollarsi tutte le spese conseguenti incluse le tasse?
Grazie per i consigli.
 

marcanto

Membro Senior
Professionista
Il problema è a monte, ossia dello stesso accatastamento.
Chi ha fatto l'accatastamento ?
con questo non voglio dire che la colpa è di chi lo ha fatto .......ma ossia:
hai dato direttive di accatastare seguendo TUE determinate esigenze di vendita ?
 

David1234

Membro Ordinario
Professionista
Il problema è a monte, ossia dello stesso accatastamento.
Chi ha fatto l'accatastamento ?
con questo non voglio dire che la colpa è di chi lo ha fatto .......ma ossia:
hai dato direttive di accatastare seguendo TUE determinate esigenze di vendita ?
La società che ora gestisco ha costruito gli immobili e li accatasta man mano che vengono venduti. L'errore iniziale è sicuramento il mio, io stesso non me ne ero accorto.
Ma il notaio non ha il dovere di controllare che tutto sia a posto?
Grazie comunque per la risposta
 

Umberto Granducato

Fondatore
Membro dello Staff
Agente Immobiliare
I certificati di conformità urbanistica servono a questo. Identificativi catastali corretti e allineamento con progetto e stato di fatto. E' una delle cose giuste che dovrebbero imporre. Dove c'è l'obbligo del referto tecnico non sarebbe successo...
La cosa curiosa è che non se ne sia accorto il perito, questo è veramente anomalo.

Paga David.
Capita di sbagliare.
sono d'accordo
 

Giuseppe Di Massa

Membro Senior
Agente Immobiliare
Chiedo un consiglio per sbrogliare una situazione spiacevole.
Gestisco una società che ha 3 appartamenti in un immobile tra piano terra e primo piano con relativi box e cantine al piano interrato. Il tutto ancora in corso di costruzione e quindi accatastato in cat. F/3.
Ho venduto un appartamento facendo un preliminare dove si davano le indicazioni catastali dell'appartamento con il relativo box e cantina con allegate planimetrie catastali dove sono state evidenziate e colorate le unità oggetto di vendita.
Ad ottobre è stato fatto l'atto presso notaio che, come da prassi, è stato nominato dall'acquirente.
Il problema nasce dal fatto che box e cantine al piano interrato erano tutti accatastati in F/3 sotto il medesimo subalterno.
Premesso che l'errore di partenza è il mio e che avrei dovuto fare la separazione delle unità prima dell'atto, il notaio evidentemente non ha controllato o non lo ha fatto adeguatamente.
Ora tutti i box e cantine sono intestati all'acquirente e serve un nuovo atto per ristabilire la proprietà corretta.
Il tutto complicato dal fatto che l'appartamento è stato acquistato con mutuo e nemmeno il perito della banca si è accorto del problema.
Il notaio è disponibile a fare l'atto senza addebitare il suo onorario ma vuole che vengano pagate le tasse e oneri per circa 2.000 euro.
Ritenete che sia corretto oppure era suo dovere verificare la correttezza dell'accatastamento e quindi, avendo fatto un errore, debba accollarsi tutte le spese conseguenti incluse le tasse?
Grazie per i consigli.
Il notaio non deve verificare la correttezza della rappresentazione di ciò che viene compravenduto se non espressamente richiesto da una delle parti, si basa sulle dichiarazioni delle parti e normalmente la formula "le parti dichiarano" torna di frequente nei testi dei rogiti
 

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