Birillo

Membro Attivo
Agente Immobiliare
Un proprietario di ex fabbricato rurale di dimensioni generose decide, all'atto di accatastamento all'Ente Urbano, di accatastare appunto l'immobile come "collabente" per ovvie ragioni fiscali.
In realtà di collabente vi è solo una stanza, ma al di là di tutte le considerazioni di merito circa la veridicità della dichiarazione, ora vorrebbe vendere l'immobile, ma ovviamente a prezzo pieno, quasi fosse tutto nuovo.

A mio avviso potrebbe essere passibile di controllo da parte dell'Agenzia delle Entrate/Agenzia del Territorio nel momento in cui dovesse vendere davvero a prezzo pieno perchè evidenzierebbe una mendace dichiarazione resa prima della compravendita in quanto si dichiara collabente cio' che poi si va a vendere a prezzo pieno.

Mi piacerebbe conoscere i pareri dei colleghi in merito.

P.S.
Adesso che ci penso mi sa che la furbata di dichiarare collabente il bene gli si ritorcerà contro perchè dichiarato in quella maniera il fabbricato è privo di piantina catastale, ma presenta solo una sagoma!!! :)
 

Dorrie

Membro Junior
Agente Immobiliare
A parte questo, il proprietario che decide di cambiare un immobile in unità collabente forse non si rende conto che un eventuale acquirente dovrà pagare il 10% di imposta di registro sul prezzo pieno. Non essendo più in categoria A non si potrà pagare in base al valore catastale nè usufruire delle agevolazioni prima casa. Quindi sicuramente si vorrà tornare ai "vecchi tempi" in cui si dichiarava un prezzo più basso rispetto a quello che si pagava realmente. Altra dichiarazione mendace....
Dorrie
 

Antonello

Nuovo Iscritto
Membro dello Staff
Agente Immobiliare
Ma potrebbe anche presentare un progetto di ristrutturazione al comune e una volta ultimati i lavori chiedere l'agibilità ed accatastare come civile abitazione.
 

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