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Fosco Rebuschini, notissimo e apprezzatissimo agente immobiliare in Roma, almeno per oggi, sta per chiudere bottega.

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Sono quasi le ventuno, e sono ormai 12 ore che il dott. Fosco Rebuschini sta pedalando, correndo di qua e di là, sulle strade affollate e stipate della città.
E’ stata una giornata molto faticosa ma anche molto produttiva, anzi, la parola giusta sarebbe redditizia, ma il dottor Rebuschini, per una sorta di intimo pudore, non ama accostare i meri denari guadagnati alla soddisfazione morale di aver donato appagamento alla clientela e di aver esaudito, persino, un cliente incontentabile che pretendeva, quasi, di mungere il latte dalla cicoria.
Il dott. Rebuschini, questa sera, ha una certa pesantezza alle gambe, si sente affaticato, quasi infiacchito, gli acciacchi dell’età ( fra un mese saranno 66 primavere...) cominciano a farsi sentire, soffre, da qualche anno di insufficienza venosa e di problemi circolatori, qualche volta, fiondandosi, con l’impeto di un ventenne, in ogni parte della città, va addirittura in debito di ossigeno, pesando 112 Kg per 185 cm. di altezza - nonostante i ripetuti tentativi non riesce proprio a dimagrire – ma, nonostante tutto, si sente quasi euforico, poiché è grande la soddisfazione e il senso di pienezza che gli procura il suo lavoro, che ama con tutto se stesso.
Approssimandosi verso casa, gli viene prepotentemente in mente quello che gli era successo appena l'altro ieri, un fatto che lo aveva molto meravigliato e colto totalmente alla sprovvista.
Due giorni fa, Alberico Simentallo, un suo carissimo amico d’infanzia, che non vedeva da quindici anni, un industriale della carne in scatola, ormai milionario in Euro, gli aveva chiesto di elencargli i criteri, attraverso i quali, un cliente qualsiasi debba preferire un mediatore rispetto ad un altro, nel caso dovesse vendere casa, e lui, senza tanti giri di parole, gli aveva semplicemente risposto così: “Devi assicurarti di trovare un agente immobiliare che ha notevoli doti umane e che ama il suo lavoro e gli piace farlo bene. In altre parole:
1. Il mediatore deve, all'inizio, prendersi cura del cliente,
2. successivamente, deve prendersi cura del cliente ,
3. infine, deve prendersi cura del cliente.
Ecco, caro Alberico, io sono proprio così!”

Il suo amico aveva apprezzato così tanto questo suo “consiglio” da affidargli, seduta stante, la vendita della sua prestigiosissima ed immensa villa con piscina, posta nei pressi il parco dell’ Insugherata, zona Nord Ovest di Roma.

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Fosco Rebuschini ci era rimasto quasi di sasso, piacevolmente sbalordito di fronte a tanto ben di Dio – un villone da mille e una notte - che aveva acquisito senza rimetterci neanche una stilla di sudore. Cosa che non gli era mai capitato, in 33 anni di professione.
Ecco cosa, a volte, si guadagna nel dare, ad un amico, un consiglio spassionato e sincero e che sgorga direttamente dal cuore…

Ma il bello doveva ancora venire…

Sapreste indovinare la conclusione di questa storia, egregi lettori di Immobilio ?
L’avete prevista e ve la devo rivelare io?
Non l’immaginate?
Dopotutto questa è una semplice storia di un semplice agente che si chiama Fosco Rebuschini, non è, mica, un giallo con morti ammazzati e un assassino da assicurare alla giustizia!
Basta fare due più due e otterrete la semplice soluzione.
Ecco, avete già visto, con l’occhio della mente, il finale di questa storia; da bravi furbacchioni, rotti al mestiere, avete già capito tutto.
Bravi! Complimenti!
La storia si dipana esattamente come voi, vecchi volponi dell’intermediazione, avete già previsto……………………………….......................................................................

Il giorno dopo, Fosco Rebuschini, si reca nell’abitazione del suo amico Alberico per trattare l’acquisizione della villa con piscina che il suo amico doveva sbolognare a tutti i costi perché, ormai, era diventato cittadino russo e, soprattutto, un ricchissimo imprenditore nel settore della carne in scatola. Un settore che, in Russia, era in travolgente sviluppo.


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Ormai, in Italia, non ci sarebbe più tornato e un’immobile simile che era appartenuto, prima che lui l’acquistasse per un pugno di lenticchie, ad un notissimo famosissimo divo del cinema dei telefoni bianchi del cinema degli anni trenta-quaranta, poi finito schiavo della cocaina e della bottiglia, era per lui una palla al piede e fonte di scocciature, per le spese di manutenzione, per i costi di sorveglianza e, soprattutto, per il notevolissimo carico tributario a cui era sottoposto dall’esosissimo fisco italiano. Da ultimo la famigerata IMU. Meglio disfarsene; era un immobile non riutilizzabile in nessun altro modo neanche con un opportuno cambio di destinazione. Tutti gli Ingegneri e gli architetti che aveva consultato glielo avevano sconsigliato. Meglio non toccarlo e cercare di venderlo, così, in un unico blocco.
Allora, tanto meglio liberarsene al prezzo migliore possibile che si sarebbe potuto realizzare.
Il suo amico mediatore Fosco Rebuschini, che aveva incontrato per caso in un rinomato bar di Piazza Navona, lo aveva convinto con il suo discorso sulle dote umane e sulla capacità che deve avere un agente immobiliare a prendersi cura del cliente.
Ecco, lui era appunto un cliente che si voleva mettere nelle mani “amorevoli” del suo amico agente immobiliare Fosco: vediamo in che modo si sarebbe “preso cura” di lui.
“Adesso quasi lo sfido sulla base delle sue stesse parole. Sono sicuro, però, che non mi tradirà e tutelerà i miei interressi di venditore”.

In un certo modo, lo metteva alla prova, come spesso un imprenditore di successo fa con colleghi e concorrenti…
Fosco Rebuschini, dopo aver acquisito, con un contratto scritto in esclusiva, con provvigione dell’ 1.5%, il pezzo unico del suo amico, un villone che sembrava “galleggiare” fuori dal tempo a causa del suo stile sovrabbondante, che era un misto, in un magico equilibrio, tra l’arabico e il barocco, riesce con un paio di telefonate, ben mirate e a chi di dovere ( lui a Roma, dopo 33 anni di carriera, conosceva tutte le pedine giuste nei posti giusti…), di appurare che la villa non aveva nessun problema di tipo urbanistico, edilizio e ipotecario. Era totalmente libera da pesi e pregiudizi. Determinate migliorie e certe modifiche erano state sanate, in modo tombale, più di trenta anni fa.
Benissimo!
La fortuna continua ad arridermi, pensava, compiacendosi di sé, il dott. Fosco Rebuschini.
Questo immobile, enorme, monumentale, prestigiosissimo, dallo stile bizzarro e raro, almeno qui a Roma, e se vogliamo, anche dal gusto anche un po’ cafone, anzi trash, come si dice adesso, è immediatamente commerciabile, senza nessun problema giuridico che possa ostare il rogito!

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Ma la cosa più clamorosa è che Alberico mi ha autorizzato, addirittura, a che il prezzo lo stabilisca il cliente compratore! Ma vi rendete conto? Il prezzo lo farà l’acquirente!
Mai incontrato un venditore di casa, in più di trent’anni che faccio questo lavoro, che mi consente di accettare il prezzo che farà l’acquirente!
Devo avere proprio un sedere…
Però…però,dovrò fare alla chetichella e alla svelta, per massima sicurezza e tranquillità della transazione immobiliare, qualche indagine sulla fedina penale e sugli eventuali carichi pendenti del mio caro amico Alberico Simmentallo. Lo conosco da una vita: una grande mente, un grande lavoratore, un talento naturale per gli affari…. ma insomma, meglio non fidarsi del tutto…Gli affari sono affari!
Dobbiamo scansare qualsiasi ipotesi di associazione a delinquere, frode fiscale, bancarotta fraudolenta, riciclaggio di denaro sporco….
Insomma chi compra dovrà stare tranquillo e sereno…E anche il sottoscritto se permettete!
In Italia se ti ficchi nella palude delle cause penali non ne esci se non dopo 10 anni! Campa cavallo!
L’infallibile agenzia investigativa “Occhio Fino” del mio amico Gianni La Faina farà al caso mio…
Altra cosa fondamentale: l’acquirente, naturalmente, NON DECIDERA’ il prezzo d’acquisto, questo non lo posso permettere, sia per motivi deontologici sia per la stima e il rispetto che porto per il mio amico Alberico…
( Immaginiamo un cliente che offra solo 1000 euro al metro mq per acquistare un simile gioiello immobiliare. E che Aberico accetti per motivi suoi. Sarebbe pura follia. Nel mio ambiente riderebbero per 10 anni! Non esiste proprio né in terra né su…Marte…)

Però devo riuscire a vederla in un mese, questa benedetta villa! L’esclusiva scade, infatti, tra trenta giorni. E trenta giorni passano veloci! Ma, su questa condizione, il mio amico Alberico Simentallo è stato irremovibile. Prendere o lasciare! Se ci riesci bene, altrimenti passi la mano a un altro mediatore…
No! No! No! Quest’eventualità non dovrà succedere mai! Sarebbe un duro colpo alla mia dignità professionale e anche alle mie finanze!
Si, va bene, ma a che la vendo ‘sta villona da mille e una notte?
I miei clienti dell’ultimo anno, quel Caio, quel Tizio, quel Sempronio, ma no…non sono soggetti da villa araba…Al massimo di un attico alla Magliana.
E se l’ammollo a Mevio? Ma che dico? Ultimamente ha avuto problemi a pagare, persino, le rate del mutuo della villetta al mare…figurarsi…
E se ci provo con Amleto? Ma no…. quello mi fa solo perdere tempo, è un eterno indeciso. In un anno mi ha revocato ben tre proposte d’acquisto…
Già, se provassi ad offrirla ad Otello? Sicuro! Quello ha la grana vera, per via delle 30 concessionarie di camion e veicoli commerciali che ha in giro per l’ Italia, ma, ma… no! Adesso che ci penso, si sta separando dalla moglie che lo ha reso cornuto e lui è letteralmente a pezzi…voleva un bene a sua moglie!! …Gli è crollato il mondo addosso…Non credo sia nell’umore giusto di comprarsi una villa, ora che la famiglia si dimezza….
La testa del dott, Rebuschini è un vulcano in eruzione, passa in rassegna, in pochi minuti, tutti i profili di possibili acquirenti che, poi, non sono una moltitudine sconfinata, per via del costo di quella villa….
Riccardo Aurora? Mah…
Simone Patrizi? Boh…
Renato Nelli? Non lo so…
Paolo Tarlini? Ma no…
Penso.
Ripenso.
Ragiono.
Considero.
Medito.
Pondero….
ECCO!
CI SONO!
EUREKA!!!
All’improvviso, l’ispirazione, l’illuminazione, la lampadina che si accende!
Ma come non averci pensato prima!
Ma certo, questa villa è l’immobile giusto per lo Scocciatore, l’Incontentabile, l’eterno Schizzinoso, lo Schifiltoso dai gusti difficilissimi, quello che vuole il massimo pagando, però, il minimo, colui che desidera sempre comprare una abitazione signorile, magari con parco all’inglese e piscina olimpionica, pagandola come un appartamento alla Tuscolana, perché ci vede sempre mille difetti e carenze!

Sembra quasi una figura mitica, una specie di archetipo della scocciatura universale, invece, purtroppo, è tremendamente reale!

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Questo tipo è il tormento di noi agenti immobiliari di un certo livello, il nostro castigo. Una specie di supplizio di Tantalo.
E’ colui che promette sempre di voler comprare spendendo a milioni, quello, verso cui ti prodighi in modo generoso e senza risparmio, con la speranza di una generosa provvigione, quello che ti sbatte sotto il naso e te lo fa annusare pure, il libretto degli assegni pronto per la firma, ma che, poi, per un cavillo, un pretesto, una sottigliezza, un ragionamento capzioso, si tira sempre indietro, pretendendo persino le scuse e i salamelecchi.
Un tipo così pretende che tu gli cavi, letteralmente, il latte dalla cicoria!
Ma quello è, altresì, un Paperon De’ Paperoni, ricco sfondato, ma, esattamente come il famoso Papero, non scuce una lira se non ci vede l’affare sicuro per lui!
Come si chiama? Caio Cestio è il suo bizzarro nome, esattamente come il “padrone” della famosa Piramide posta in Roma, zona San Paolo. Paradossi e scherzi della Storia!
Bene adesso mi vendico con Caio Cestio, anche a nome di tutti gli altri mediatori di Roma e provincia che ha scientificamente e minuziosamente scocciati e presi per i fondelli! E che gusto ci proverò!
Scocciatore della malora, volevi il villone a prezzo di realizzo, che celebrasse la tua ricchezza e il tuo successo nella vita? E, adesso, te lo do io, dovessi sbattertelo sul grugno!
Non volevi pagare la provvigione? Ma io te la farò pagare doppia! E in tutta legalità! Vedrai, vedrai, come ti concio! E mi ringrazierai pure! Ah, ah, ah……
Il mio carissimo amico Alberico mi ha fornito, involontariamente, di tutti gli strumenti e di ogni margine di manovra per incastralo, ‘sto grossista di granaglie.


Bene, domani lo convoco in ufficio ‘sto miliardario a palate e, giuro, non dovessi più chiamarmi Fosco Rebuschini, che, in un paio d’ore gli faccio firmare il preliminare, per il villone trash, e gli faccio scucire la provvigione doppia!
E me la pagherà bene la villa, altro che prezzo di realizzo! Quanti milioni dovrà scucire l'uno sull'altro! Ma tanti e tanti…
Ormai, ho imparato a conoscerli i miei polli!

Ho un debito di riconoscenza con Alberico, non gli posso, certo, commercializzare il suo immobile a prezzo di saldo, anche se lui, in un certo senso, mi ha autorizzato a farlo. Gli ho detto, si o no, che io mi PRENDO CURA DEL CLIENTE?


Appena i due uomini si furono accomodati nell’elegante studio immobiliare di Fosco Rebuschini, l’agente immobiliare prese immediatamente la parola e mirò subito al sodo:
“Bene egregio signor Caio Cestio, apra bene le orecchie e mi ascolti attentamente: io, oggi stesso, ho la possibilità di vederle una “Piramide” . Lei potrà beneficiare della proprietà di un vero monumento che sfiderà i secoli”

“ Come una Piramide? Quale Piramide? Io desidero disperatamente una villa prestigiosa, da lusso sfrenato, di sfarzo stordente, che celebri la mia ricchezza e il mio prestigio commerciale, non una Piramide. Cosa ci faccio con una Piramide? Non sono abitabili le Piramide, credo, se non per l’adilà! E poi, scusi, dott. Rebuschini, io non mi chiamo, in realtà, Caio Cestio, quello è uno pseudonimo consigliatomi dal mio Direttore Commerciale perché aveva un sapore latineggiante, un carattere, per così dire, universale, buono da spendere in tutti i mercati e le piazze commerciali di tutto il mondo. Sa, io sono uno dei primi 3 commercianti all’ingrosso di cereali del pianeta e il mio vero nome, Ciro Capuzzo, non era molto idoneo, suonava male, era cacofonico. Ecco, il nome di Caio Cestio, “suona” molto più universale e signorile…. “

“ Già, -interviene Fosco Rebuschini - e ricorda - sono i casi della vita! - direttamente quello del suo illustre “predecessore” quello della Piramide Cestia, che si trova qui a Roma. Il suo Direttore Commerciale deve essere una persona sveglia che sa il fatto suo: con un semplice pseudonimo, ha creato un Brand che produce, sottotraccia, una rete di legami e di richiami semantici e simbolici tra il passato e il presente, tra la storia e la cronaca commerciale del nostro tempo. Chi era stato Caio Cestio, il costruttore della Piramide Cestia? Un importantissimo, famosissimo e ricchissimo commerciante di grano. E allora, perché non affibbiare a lei, Ciro Capuzzo, importantissimo, famosissimo e ricchissimo commerciante di cereali del nostro tempo lo stesso nome, garanzia di successo commerciale senza tempo?”

“ Continui…dott. Rebuschini, però non ho capito quello che mi vuole dire… dove vuole andare a parare”

“ Ecco signor Capuzzo, emh..cioè signor Cestio, dunque, rifletta un attimo prima di rispondermi: perché noi sappiamo tutto di quel lontano suo… collega, perché la sua memoria è giunta fino a noi attraversando, impavida ed incorrotta, ben duemila anni di Storia? Se l'è mai chiesto? Perché noi conosciamo il nome di quel determinato commerciante di granaglie e non di tanti altri? Chissà quanti commercianti all’ingrosso di grano, di segale, di avena, di orzo, di olio, di vino ci sono stati nel passato, persone sicuramente di successo, di fama, di ottime relazioni sociali, che avranno accumulato sicuramente grandi ricchezza….Però noi, su di loro, non sappiamo niente, nulla di nulla;il loro nome è colato a picco nell’abisso della Storia, il loro ricordo è stato smembrato nel tritacarne del Tempo che tutto macina e tutto riduce in polvere….eccetto uno, appunto: Caio Cestio. Di lui sappiamo vita e miracoli, sappiamo qual è stato il suo lavoro, conosciamo quando è nato e quando è morto, abbiamo notizia dei nomi dei suoi discendenti…E questo perché?
Semplicemente perché il signor Caio Cestio si è costruito una Piramide ad imperituro ricordo di se stesso e del suo nome.
Una piccola Piramide, a dir la verità, rispetto a quelle gigantesche che si facevano innalzare i grandi e potenti Faraoni Egizi, ma una piramide ancora perfettamente mantenutesi e salvaguardatesi a dispetto del passare del tempo. Ciascuno di noi può ammirarla recandosi nei pressi della stazione Ostiense a Roma.
Capisce, ora, dove voglio arrivare, signor Capuzzo, ehm…Cestio?
Perché non chiudiamo perfettamente il cerchio della logica?
Lei, commerciante all’ingrosso di cereali, ha assunto lo stesso nome di un antico mercante dello stesso ramo, la cui fama è giunta fino a noi, dato che, egli, si era fatto edificare un mausoleo a forma di Piramide…ora toccherebbe a lei chiudere l’ anello del destino e acquistare una moderna e lussuosissima ….Piramide affinché la sua memoria rimanga conservata, imperitura, nei secoli futuri. Imitando perfettamente il suo illustre predecessore.
Se è andato bene a lui perché non dovrebbe andare bene a lei?”

“ Finalmente ho capito il senso del suo ragionamento. Però siamo al punto di partenza: perché una Piramide? Non ho nessuna intenzione di farmi seppellire in un…. solido geometrico.
Poi ho solo 47 anni, non ho nessuna intenzione di prepararmi un monumento sepolcrale anzi tempo. Io, poi, voglio essere seppellito in terra benedetta in un comunissimo camposanto…."

“ Signor Capuzzo: cerchiamo di capirci.
Io non le voglio assolutamente vendere una Piramide. Il mio era solo un riferimento simbolico ad una villa FARAONICA che ho sotto mano.
Questa villa, che, come può vedere in questa nostra galleria di immagini on line, è molto grande e molto arabizzante, vi lascerà senza fiato, non appena le dirò cosa contiene al suo interno. Oltre alle innumerevoli camere da letto, ai lussuosi bagni, agli interni di stile e ai salotti che farebbero invidia anche al Palazzo di Sua Maestà la Regina d'Inghilterra, la villa può vantare, al suo interno, un cinema, una piscina, completamente rivestita in oro, e un parco immenso nel quale perdervi. Un immobile unico e raro. Assolutamente esclusivo ed incomparabile. Un numero unico. Unico come il Colosseo, il Castello Sforzesco o la… Piramide di Cheope.
Il costo di questa meraviglia è di 25 milioni di euro. Ma lei non ha certo avuto problemi a comprarla: il terzo commerciante di cereali più famoso del mondo non ha certamente di questi tediosi problemi economici.”

“ Beh, 25 milioni di euro non sono una barzelletta…
Non stiamo parlando di un’ inezia…”

“ Uh…non me ne parli! Non mi dica nulla! L’attuale proprietario, sapesse quanto è antipatico, ne voleva 32 di milioni! Anzi, mi ha avvertito espressamente, che sotto 30 milioni di euro non vende! Ma, se lei firma una proposta d’acquisto di 25 milioni di euro, le garantisco, sulla testa di…Cheope, che lo convincerò a scendere fino a 25. Anch' io ho i miei metodi infallibili di persuasione…Sono su piazza da 33 anni con buoni riscontri commerciali, dopotutto.
Naturalmente, a questi 25 milioni, andrà aggiunta la mia mediazione che, data la delicatezza e la straordinaria importanza dell’affare sarà del 3% sul prezzo effettivo di vendita….Però le farò risparmiare sicuramente 7 milioni di euro…Un affarone con i controfiocchi, per lei!
Un immobile, tra l’altro, che non ha problemi di natura giuridica di alcun tipo.
Glielo posso mettere per iscritto! E me ne assumo tutta la responsabilità!
Ma ci pensa signor Capuzzo? Lei, acquistando questo immobile, si assicura l’ IMMORTALITA’!
Ecco perché, questa villa, sarà, per lei, come una Piramide. Per i Faraoni la Piramide era molto di più che un’ enorme tomba, un immenso mausoleo! Era la sicurezza della loro immortalità.
Era la garanzia della perpetuità del loro nome e della loro fama, lungo tutti i secoli futuri.
La villa che comprerà, deve sapere, è di una solidità imperitura. I muri maestri sono di 80 cm di spessore. Niente mattoni solo blocco di pietra e marmo piperino e di Carrara. C’è tanto di quel materiale che nemmeno una miniera!
Una robustezza che sfiderà i secoli, come le Piramidi d’ Egitto!
Ma non si deve, mica, farsi seppellire in esso, fra 100 anni beninteso; basterà una semplice lapide, una stele, una targa commemorativa con i suoi dati anagrafici e biografici per rendere certo il tramandare della sua fama e della sua notorietà nelle epoche future.
Non le sembra ragionevole assicurarsi l’eternità del proprio nome e della sua reminiscenza, per tutti i secoli a venire, per sole 25 milioni di euro?
Un investimento che nemmeno il tempo potrà distruggere! Ci pensi un attimo, SIGNOR CHEOPE, e poi mi darà sicuramente ragione!”
Il novello signor Cheope diede, dopo qualche ora di profonda riflessione, ragione al nostro dott. Fosco Rebuschini, noto e, da oggi, agiatissimo agente immobiliare a Roma.

Ciro Capuzzo, cioè Caio Cestio, insomma il signor Cheope, detto l'Incontentabile, erano anni che non dava ragione a nessuno.
Ma c’è sempre un’eccezione che conferma la regola.
E il signor Cheope aveva magnanimamente accordato l’eccezione al nostro dott. Fosco Rebuschini.
 

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