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La cedolare secca sugli affitti, disciplinata dall'articolo 3, D.Lgs. 14 marzo 2011 n. 23 (decreto con disposizioni in materia di federalismo fiscale municipale) e dal relativo Provvedimento del Direttore dell'Agenzia delle Entrate 7 aprile 2011, è un' imposta sostitutiva dell’IRPEF.
E aggiungo subito, una delle pochissime tasse “amiche” dei cittadini contribuenti ideate dai nostri ineffabili politici.
Ormai sono passati alcuni anni dalla sua istituzione e, quindi, si può tentare una primo bilancio dei suoi esiti.
Dal punto di vista degli agenti immobiliare, la sua introduzione ha favorito il mercato degli affitti?
E se si, in quale percentuale?
Gli operatori immobiliari iscritti ad Immobilio sono soddisfatti dei risultati attivati da tale tassa?
Nella sua applicazione pratica si sono riscontrati della lati svantaggiosi da correggere?
Sarebbe auspicabile l’estensione della cedolare secca anche agli affitti commerciali per contrastare il sempre più diffuso fenomeno delle saracinesche abbassate?

Grazie.
 
Ultima modifica:

jos611

Membro Attivo
Professionista
Nella sua applicazione pratica si sono riscontrati della lati svantaggiosi da correggere?
Grazie.
Rispondo su questo aspetto (quotato).
Il limite secondo me sta nella non deducibilità delle spese rispetto alla C.S.
Capita spesso che chi affitta un immobile lo abbia prima ristrutturato, quindi maturato il diritto a portare in detrazione il 50% (o 65 ecc.) delle spese nel corso del decennio a seguire.
Optando per la C.S. si perde questa possibilità, almeno sulla cifra da quest'ultima prodotta.
 

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