brina82

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Assolutamente no, in almeno metà delle regioni italiane con picchi nelle metropoli o città capoluogo. Sono tuttora in bolla Lombardia, Liguria. Toscana, Emilia, Veneto, Piemonte, Lazio, Marche per non parlare delle regioni autonome (Val d'Aosta in testa) e di alcune zone costiere e turistiche dove si pensa forse di essere ancora negli anni '70 con la gente che compra seconde casette, oggi vendute a peso d'oro e che infatti non intercettano clientela.
Il prezzo è sì forse leggermente diminuito, ma a fronte di aumenti precedenti nell'ordine del 120-130% (bolla) i ribassi anche del 20% non hanno cambiato assolutamente le cose e anzi, fatto ancor più rilevante, la crisi si è nel frattempo inasprita nonostante i proclami assolutamente infondati di ripresa da cui siamo bombardati.
Nelle regioni del centro sud è un po' diverso, la minore propensione all'eccessivo indebitamento unita a tutta una serie di altre problematiche ha impedito un' esplosione immotivata delle quotazioni.
Per capire quante siano le zone in forte bolla basta guardare la distribuzione del ricorso al mutuo casa: è quasi triplo nelle zone del nord ovest rispetto al sud e contrariamente a ciò che si pensa questa non è un indicazione di benessere, (riprova ne è l'aumento delle compravendite che c'è stato proprio al sud) ma semplicemente la spiegazione lampante di quanto il mutuo spesso di durata eccessiva vada in realtà a compensare artificialmente il gap tra redditi reali e valori degli immobili gonfiati dalla speculazione.
Ora l'unica cosa che sta avvenendo è che anche questo fenomeno sta gradualmente rientrando, anzi in alcune zone c'è proprio stata l'inversione di tendenza (perchè la crisi reale morde ovunque e il numero di famiglie disposte ad indebitarsi per immobili che varrebbero un quarto sta diminuendo, da qui si inizia a parlare di "sboom"dei mutui nonostante le condizioni un po' più favorevoli).
L'edilizia deve sanarsi e reinventarsi necessariamente. Senza una reale diminuzione di prezzi non si esce dallo stallo.

La mappa dei mutui




ti riporto il parere di un architetto che ho già citato in un'altra discussione:
"Italia, bolla immobiliare post euro ha divorato redditi famiglie" | Wall Street Italia
“Italia, bolla immobiliare post euro ha divorato redditi famiglie”
6 giugno 2016, di Alberto Battaglia

E se fosse il mercato immobiliare a rendere insostenibili le economie dei Paesi mediterranei nella difficile “partita” della moneta unica? E’ una tesi molto ambiziosa quella dell’architetto Francesco Maria Esposito, che ha trattato i temi del suo libro “Edificabilità bene comune” (Cacucci editore) nella cornice del Festival dell’Economia di Trento, lo scorso 3 giugno. In un passaggio-chiave dell’opera si legge:

La speculazione ha alimentato un ciclico processo-bolla immobiliare che per essere risolto ha innescato un ciclico processo di inflazione dei prezzi, di aumento dei salari, di svalutazione delle monete nazionali; e dopo l’eurochangeover, senza più la valvola del cambio, la speculazione immobiliare ha spintonato le economie in recessione”.

Architetto, qual è la relazione fra il mercato immobiliare dei Paesi mediterranei, l’introduzione dell’euro e la crisi economica?

Con una moneta propria, e quindi con la valvola del tasso di cambio, il processo di aumento dei prezzi immobiliari che generava, poi quello di tutti gli altri, comportava la necessità di riconsolidare l’economia, di far aumentare i redditi, i salari. Ciò rendeva più costosi i prodotti italiani e ostacolava le esportazioni, per questo veniva poi svalutata la moneta per riequilibrare la situazione. E’ un ciclo a quattro fasi: aumento dei valori immobiliari, rialzo di tutti gli altri prezzi, aumento dei redditi, svalutazione della moneta. In Germania il mercato immobiliare non funzionava in questo modo, per cui non si attiva lo stesso processo.

Cosa succede con l’arrivo dell’euro?

Con l’euro è avvenuto che una casa che nel 2000 costava circa 250 milioni di lire, nel 2007 è arrivata a valere 450mila euro; ma, allo stesso tempo, chi guadagnava cinque milioni al mese ed era in condizioni agiate, è passato a un reddito di 2500 euro. Con uno stipendio di cinque milioni si aveva un costo immobiliare medio mensile di circa un milione di rata di mutuo, quindil’incidenza dell’immobile era quasi del 20% sullo stipendio, che scendeva al 15% nel caso dell’affitto. Passati all’euro e aumentato di molto il costo immobiliare a fronte di redditi fermi, si è verificato uno squilibrio fortissimo fra il reddito e il costo abitativo.

E questo squilibrio non può essere ripianato come in passato…

Non potendo più operare svalutazioni, si possono solo rimettere in equilibrio i redditi con i costi delle abitativi. La famiglia che un tempo era ricca con cinque milioni non lo è più con 2500 euro; questa è l’origine della crisi di crescita del nostro Paese, non il debito pubblico. Quando la fascia media della popolazione s’impoverisce, tutta l’economia s’impoverisce. Senza più operare con il tasso di cambio è difficilissimo uscire da questo circolo vizioso.[...]






La bolla è ovunque, ma la differenza sta nella demografia. Un paese come la Germania ha un tasso di disoccupazione minimo, quindi è attrattiva, si prevede che sempre più masse di persone vi si sposteranno considerato anche che il rapporto reddito costo della vita è comunque nettamente migliore. Idem per altre nazioni. Gli immobili dunque sono attrattivi a loro volta e attirano investimenti. Ciò che succede nei Paesi del sud Europa invece è assolutamente l'inverso: non solo esiste una disoccupazione e sottoccupazione spaventosa, ma il gap redditi costo della vita rasenta situazioni terzomondiste. Ergo: il riequilibrio passa per forza dalle migrazioni, sempre meno persone saranno stanziali (basti pensare ai giovani), di qui una inappetibilità di base degli immobili. Tra breve anche a fronte di cali sostanziosi non avremo comunque domanda. In qualunque parte del mondo quando le condizioni per fare impresa, vivere etc. diventano inospitali la gente semplicemente se ne va altrove e gli investimenti diventano molto molto selettivi.

Grazie per la risposta, molto interessante.

Volevo giustappunto commentarla. Purtroppo l'entrata nel sistema Euro non ha fatto altro che alimentare la bolla immobiliare, e ciò è avvenuto in tutti i paesi PIGS. Questo perché in effetti annullando il rischio di cambio, paesi come l'Italia hanno potuto usufruire di prestiti a tassi molto convenienti (non parlo di debito pubblico, ma soprattutto di quello privato, che è la vera causa scatenante della crisi americana del 2007, e tale dinamica é stata osservata anche in Europa). Sperimentando in Italia tassi di inflazione molto più alti che ad esempio in paesi come la Germania, è chiaro che si innesta il meccanismo bolla, e nei paesi non molto avvezzi al mondo finanziario, ciò si traduce in bolla immobiliare: a parità di tasso di interesse (all'epoca in cui lo spread ancora non si sentiva neppure nominare), chi sperimenta un'inflazione più alta, è più propenso alla speculazione. In sostanza, questo è il reale motivo della bolla immobiliare degli anni 2000 in Italia (e negli altri paesi PIGS).

Di fondo dunque ci sono stati i prestiti incauti delle banche tedesche e di altri paesi del Nord Europa, nei confronti di banche italiane, tradotti a loro volta in prestiti incauti della singola banca del paesino, al cittadino di turno...

Ora, tu mi parli di bassa disoccupazione in Germania, come a dire che in realtà lì l'aumento del prezzo degli immobili sia dovuto alla forte richiesta, dovuta a motivazioni socioeconomiche: se così fosse, non si tratterebbe di bolla...

Io invece ti sto parlando di bolla, perchè leggevo che la dinamica in corso sarebbe un'altra (benché per un minimo l'aumento dei prezzi sia dovuto anche a ciò che tu descrivi): hai presente i tassi negativi e il QE di Draghi???

Bene, se negli anni 2000 le banche dei paesi ricchi hanno innescato il meccanismo bolla nei paesi meno avanzati, ora è la BCE (anche se non lo vorrebbe) ad innescare bolle nei paesi ricchi (mentre paesi come l'Italia si "sbollano")... Lo ha detto anche Soros: con i tassi negativi il rischio di bolla è molto alto...
 

Mil

Membro Senior
Ora, tu mi parli di bassa disoccupazione in Germania, come a dire che in realtà lì l'aumento del prezzo degli immobili sia dovuto alla forte richiesta, dovuta a motivazioni socioeconomiche: se così fosse, non si tratterebbe di bolla....
Il rischio bolla c'è ovunque e non risparmia nessun mercato. In generale si può parlare di bolla in tutti i casi in cui il prezzo aumenta in modo più che proporzionale alla domanda in un arco di tempo troppo rapido: il rischio è che la domanda crolli in un tempo inaspettatamente veloce perchè mancano le condizioni di sostenibilità reale. Quindi sì, certo, anche in altri Paesi possono andare incontro a questo rischio, nonostante un benessere diffuso migliore. A Londra si prevede l'implosione. Quanto all'Italia da noi il fenomeno è più evidente perchè i prezzi sono triplicati e stentano a diminuire a fronte di condizioni socioeconomiche generali in picchiata, di una domanda dimezzata e di scarsissima attrattività dell'Italia proprio come stabilità del Paese. Anche le zone di pregio iniziano a subire le conseguenze di prezzi insostenibili e mancanza di stranieri disposti ad acquistare e anche per quanto riguarda le case di vacanze detenute dagli stranieri sta avvenendo una sorta di ricambio generazionale. Chi ha comprato l’immobile è ormai troppo anziano per fare viaggi così lunghi, mentre i loro figli hanno perso interesse alle case dove hanno trascorso l’infanzia. Un aumento dell’offerta a cui però non corrisponde la domanda, così da spingere ulteriormente verso il basso i prezzi delle case.E' questo che rende ancor più evidente il problema quando questo allineamento non avviene.
 
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