skyblue

Nuovo Iscritto
Buongiorno a tutti
Da alcuni mesi mi trovo in una situazione a dir poco paradossale...
Negli anni 50 ho ereditato la proprietà A e successivamente ho acquistato anche la proprietà B da un altro erede.
Circa 3 anni fa uno degli eredi, nonchè mio confinante (il proprietario dell'area D) ha venduto il suo terreno ad un acquirente. Fin qua tutto ok fino a quando il nuovo proprietario ha rivendicato la proprietà di quella che sarebbe dovuta diventare secondo l'atto di divisione degli eredi del '50 una strada privata con servitù di passaggio lasciando 1.5 metri su ciascuna proprietà (immagine allegata).
Andando a scartabellare tutte le modifiche catastali fatte nel corso degli anni abbiamo scoperto che negli anni '60 il proprietario D forse con la compiacenza di un tecnico del catasto ha modificato la particella della sua proprietà espandendola e inglobando anche la strada appartenente agli altri eredi(senza alcun atto di vendita).
Il proprietario D è riuscito a vendere all'acquirente con un atto notarile anche la strada di proprietà di tutti gli altri eredi(Il notaio probabilmente ha esaminato solo le visure catastali presentate, senza accertarsi della effettiva proprietà della strada).
Grazie a questo ultimo atto, la strada risulta di proprietà esclusiva del nuovo proprietario...
Come è possibile risolvere questa questione? Il nuovo proprietario non vuole cedere la strada in quanto contenuta nell'atto e pagata e anche il notaio non sembra essere molto disponibile ad ammettere i suoi eventuali errori affermando di essere tenuto a controllare lo stato delle proprietà sino a 20 anni indietro.
Tutti sappiamo che le visure catastali non hanno carattere probatorio, ma cosa succede quando un notaio certifica un atto di vendita basandosi su mappe catastali modificate in mala fede dal proprietario? L'atto può ritenersi nullo?


Tengo a precisare che nessuno degli altri eredi ha mai ceduto con un atto al proprietario D, il rispettivo metro e mezzo necessario alla formazione della strada larga 3 metri.



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Grazie in anticipo per il vostro aiuto
 

H&F

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Professionista
A me sembra che la questione sollevata dal compratore da D non abbia alcuna consistenza. Il notaio può avere fmalmente ragione ( come sempre ) se nell'atto ha riportato dichiarazioni del venditore, che ne responsabile della falsità nei confronti del suo compratore.
Per quanto riguarda i proprietari di A,B e C è sufficente una richiesta di rivendicazione della proprietà, che se ben impostata e documentata avrebbe certamente esito positivo.
L'acquirente della D può solo citare per falso e danno il venditore ex-proprietario di D.
Ovviamente solo una ltture attenda dei documenti e delle loro date può confermare o smentire la mia tesi su esposta.
 

skyblue

Nuovo Iscritto
Ma io dico il notaio non avrebbe dovuto verificare di persona o tramite i suoi collaboratori la reale proprietà della strada verificano gli atti presenti in conservatoria? Come è possibile che un pubblico ufficiale certifichi un atto di vendita di un terreno in base alla sole visure catastali (non probatorie)presentate dal cliente? E' legale tutto questo?
 

H&F

Membro Assiduo
Professionista
Intanto siamo nel 2006, prima della legge 122/2010.
Comunque anche questa ultima viene disattesa da alcuni notai.
Il sistema di elusione della legge più usato dai notai è quello di riportare in atto le dichiarazioni delle parti ed autenticarne la firma.
Sono quasi sicuro che il tuo atto non dice che il notaio ha verificato ed attesta la proprietà. Molto probabilmente dice che il venditore dichiara, sotto la propria responsabilità che l'immobilè è di sua proprietà etc.

Prima di tutto leggi con attenzione cosa ha scritto il notaio e poi valuta.
Il notaio è responsabile per 10 anni e saresti in tempo a reclamare i danni anche attraverso l'erede.

Mi stupisce che tu incolpi sicuramente il notaio e non il venditore della D.

In ogni caso l'azione resta sempre quella dell'accertamento giudiziale della proprietà.
Oramai gli atti sono tutti trascritti ed in caso di contraddizione la soluzione è di unica competenza del giudice.
Non vedo via di uscita.
La responsabilità del legale, che sceglierai, sarà proprio quella di impostare bene la causa.
Le cause vengono perse dagli avvocati per errori di procedura.
Il giudice deve attenersi a quello che viene scritto e non può ignorarlo anche se ha un diverso orientamento su chi ha ragione. Il Diritto funziona così : per questo vince non chi ha ragione, ma chi non sbaglia la procedura.
 

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