corman

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Buonasera, faccio parte di una cooperativa che con un mutuo originariamente cassa depositi e prestiti, poi inpdap e infine inps (spero di non aver saltato passaggi) ha costruito una palazzina e assegnato gli appartamenti ai soci. Dopo una quantità incredibile di anni, più di 30, dall'assegnazione, stiamo per ottenere il nulla osta al rogito, abbiamo nel frattempo estinto il mutuo.
Essendomi trasferito di residenza, avrei necessità di rivendere l'appartamento per acquisirne uno nella zona in cui abito e lavoro ora, in affitto. Vorrei sapere a quali vincoli sono sottoposto:
  1. prezzo? ci sono regole? il notaio ha detto che farà il rogito al valore catastale, ho il limite di quel prezzo o ci sono altre regole? da qualche parte ho letto che bisognerebbe chiedere al comune. Nella cooperativa vicina so che alcuni soci hanno fatto il rogito con un compromesso di vendita già stipulato, quindi ovviamente non avevano chiesto al comune istruzioni, inoltre la legge 179/92 sembra abbia abrogato tutti i limiti e quindi pare che l'alloggio possa essere ceduto a chiunque al prezzo di mercato. Sono un po' confuso e mi pare che le leggi sono fatte, come spesso capita, per evitare che il cittadino comune comprenda, però alla fine mi sembra che potrei vendere liberamente.
  2. tempi? mi pare che la legge preveda 5 anni dal rogito o dall'assegnazione, essendo passati 30 anni e oltre dall'assegnazione direi che sarei a posto. Le interpretazioni sono varie, comunque la legge 179/92 dice che si fa riferimento:
    per gli alloggi di cooperative edilzie e loro consorzi alla data del verbale diconsegna-assegnazione di cui alrt. 98 del T.U. di cui al R.D. 1165/38 e ss.mm . E invia subordinata, qualora manchi il suddetto atto, alla data dell’atto pubblico di assegnazione dell’alloggio;
Grazie a tutti coloro che vorranno darmi una mano, perché insomma, continuare a pagare l'affitto dove sto, affittando l'appartamento che acquisirei mi sembreerebbe un po'esagevato, come diceva Montesano.
:)
 

PyerSilvio

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Buonasera, faccio parte di una cooperativa che con un mutuo originariamente cassa depositi e prestiti, poi inpdap e infine inps (spero di non aver saltato passaggi) ha costruito una palazzina e assegnato gli appartamenti ai soci. Dopo una quantità incredibile di anni, più di 30, dall'assegnazione, stiamo per ottenere il nulla osta al rogito, abbiamo nel frattempo estinto il mutuo.
Essendomi trasferito di residenza, avrei necessità di rivendere l'appartamento per acquisirne uno nella zona in cui abito e lavoro ora, in affitto. Vorrei sapere a quali vincoli sono sottoposto:
  1. prezzo? ci sono regole? il notaio ha detto che farà il rogito al valore catastale, ho il limite di quel prezzo o ci sono altre regole? da qualche parte ho letto che bisognerebbe chiedere al comune. Nella cooperativa vicina so che alcuni soci hanno fatto il rogito con un compromesso di vendita già stipulato, quindi ovviamente non avevano chiesto al comune istruzioni, inoltre la legge 179/92 sembra abbia abrogato tutti i limiti e quindi pare che l'alloggio possa essere ceduto a chiunque al prezzo di mercato. Sono un po' confuso e mi pare che le leggi sono fatte, come spesso capita, per evitare che il cittadino comune comprenda, però alla fine mi sembra che potrei vendere liberamente.
  2. tempi? mi pare che la legge preveda 5 anni dal rogito o dall'assegnazione, essendo passati 30 anni e oltre dall'assegnazione direi che sarei a posto. Le interpretazioni sono varie, comunque la legge 179/92 dice che si fa riferimento:
    per gli alloggi di cooperative edilzie e loro consorzi alla data del verbale diconsegna-assegnazione di cui alrt. 98 del T.U. di cui al R.D. 1165/38 e ss.mm . E invia subordinata, qualora manchi il suddetto atto, alla data dell’atto pubblico di assegnazione dell’alloggio;
Grazie a tutti coloro che vorranno darmi una mano, perché insomma, continuare a pagare l'affitto dove sto, affittando l'appartamento che acquisirei mi sembreerebbe un po'esagevato, come diceva Montesano.
:)

Se vi sono dei vincoli o dei diritti da rispettare risulteranno dagli atti della cooperativa.

Puoi anche recarti all'ufficio tecnico del tuo comune, per capire quali siano e se vi siano, quelle procedure specifiche per poter poi trasferire il bene, nell'ambito di libero mercato.
Senza lasciare spazio ad alcuna interpretazione.

Essendo tu un privato ai fini fiscali la compravendita e' soggetta ad imposta di registro.
Sul valore catastale.

Oneri che sono a cura della parte acquirente.

Mentre il prezzo stabilito puo' essere la qualunque.
 

CheCasa!

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È una materia ostica che deve tenere conto:
Delle normative via via succedute
Delle disposizioni regionali legate all'eventuale finanziamento agevolato
Della convenzione comunale i cui contenuti pattizi, se piú restrittivi di quelli indicati dalla norma, in questo caso prevalgono.

Il professionista chiamato a chiarire e risolvere tutte le questioni, secondo me, in questo caso, é il notaio che deve prendere attenta visione di tutti i documenti e segnalarti l'eventuale perdurare di vincoli a tuo carico e predisporre le eventuali comunicazioni da inviare al comune.

Attenzione: il fatto che in una cooperativa vicina si sia venduto in un certo modo non garantisce che le modalità siano le stesse anche nel tuo caso... Purtroppo...
 

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