brina82

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Fra 72,

intervengo nella discussione per darti solo qualche indicazione di massima sotto il profilo squisitamente giuridico: del resto, non mi intrigo

1. secondo l'orientamento prevalente degli studiosi della materia e della giurisprudenza della Corte di Cassazione, la vendita di un edificio (abitazione) sfornito del certificato di abitabilità integra l'ipotesi di alienazione di una cosa radicalmente diversa da quella promessa (cd. vendita di aliud pro alio) di cui all'art. 1489 cod. civ.;

2.
come succede spesso anche su altri argomenti - dove la legge lascia delle zone d'ombra e spazi alla libera interpretazione, non essendo più previste sanzioni penali od amministrative per i casi in cui un edificio venga abitato senza il preventivo rilascio del certificato di abitabilità - sul punto specifico esistono anche altre teorie interpretative circa il medesimo problema, che vanno in direzioni diametralmente opposte.
Ad es., alcuni fanno conseguire a detta mancanza del certificato la nullità del contratto per illiceità o per impossibilità giuridica dell'oggetto ovvero per inesistenza del bene casa; altri vi ravvisano una fattispecie di una cosa priva delle qualità essenziali (ai sensi dell'art. 1497 cod. civ.), altri ancora un inadempimento dell'obbligo di consegna dei documenti occorrenti per l'uso della cosa (ex art. 1477 cod. civ.);

3. se si volesse seguire l'orientamento prevalente fra gli studiosi e tra i giudici della Corte di Cassazione - come si fa di solito quando si tenta di fornire un parere - nel tuo caso, dove al momento del rogito non ti hanno consegnato il certificato di abitabilità perchè l'edificio ne era oggettivamente sfornito, dovrebbe riconoscersi - in teoria e con le precisazioni di cui al successivo punto 6) - l'esistenza di un vizio giuridico che limita il potere di godimento e di disposizione dell'immobile;

4. tutta questa "sbrodolata" per segnalarti che alla tua situazione potrebbe rendersi applicabile la norma - NON dell'art. 1497 cod. civ. sulla mancanza di qualità materiali (essenziali o promesse) e ,tanto meno , quella dell'art. 1490 (ovvero i vizi/difetti), ma quella - della disciplina dell'art. 1489 cod. civ.;

5. le conseguenze potrebbero essere queste:
- inapplicabilità degli assai brevi termini di decadenza e di prescrizione di cui all'art. 1495 cod. civ.;
- possibilità per te di proporre, a seconda dei tuoi personali maggiori interessi e delle altre specifiche circostanze di fatto esistenti nel caso concreto - oltre all'ordinaria azione contrattuale di adempimento oppure a quella di risoluzione del contratto ex art. 1453 cod. civ., anche la sola azione contrattuale di risarcimento del danno, tutte azioni al di fuori sia dagli stringenti termini di decadenza per la denuncia che da quelli annuali di prescrizione, atteso che il termine - per tutte le azioni indicate - è sempre quello ordinario di 10 anni e senz'obbligo di preventiva denuncia tempestiva;

6.
naturalmente, dovrai escludere l'azione di risoluzione del contratto se il mancato rilascio del certificato di abitabilità o la sua mancata consegna dovesse dipendere dal fatto che non è mai stato richiesto, oppure da un mero ritardo delle autorità comunali, e sempre che ciò non fosse fonte di apprezzabili pregiudizi per te circa il godimento o la commerciabilità dell'immobile: in quest'ipotesi, potrai chiedere solo la riduzione del prezzo e/o il risarcimento del danno soprattutto per la diminuita commerciabilità dell'immobile o per la ridotta utilizzabilità dello stesso;

7. ove, invece, la mancata consegna del certificato dipendesse dalla mancanza dei requisiti necessari per ottenere il certificato, potrai chiedere la risoluzione del contratto ai sensi dell'art. 1489 cod. civ., ovviamente, nella sussistenza dei presupposti richiesti da questa norma o, nei casi più gravi di vendita di aliud pro alio, ove rimanga compromessa in concreto l'idoneità dell'immobile ad assolvere la sua funzione abitativa;

8. va da sè che sarà fondamentale dimostrare che tu, al momento della stipula del contratto di compravendita, non hai prestato acquiescenza all'inadempimento del venditore circa il certificato di abitabilità e, ancor meglio, se - come hai scritto - non sapevi proprio nulla della sua mancanza;

9. per tua fortuna, comunque, secondo la giurisprudenza prevalente, anche l'eventuale conoscenza da parte del compratore del mancato rilascio del certificato di abitabilità - se non accompagnata da un'espressa rinuncia al requisito dell'abitabilità, non varrebbe ad escludere l'inadempimento del venditore dell'immobile.

Rimane ovviamente qualche perplessità circa il comportamento di tutti gli attori di questa vicenda, ivi compresa la circostanza che stiamo parlando di un immobile "datato", con tutto quel che ne consegue.
Traduco, permettimi:

A) Se l'immobile potrà esser dotato di agibilità al prezzo di x, l'acquirente potrà chiedere al venditore il risarcimento pari ad x;
B) Se l'immobile non potrà mai avere l'agibilità per qualche vizio, allora si potrebbe configurare l'aliud pro alio e quindi la risoluzione del contratto.

Anche scrivendo nell'atto che viene venduto in assenza di agibilità, è implicito che il venditore ne deve garantire il futuro ottenimento (a spese dell'acquirente, spese legate alla sola pratica ovviamente).
 

Fra72

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Privato Cittadino
grazie a tutti per questi approfondimenti. Provo a darvi maggiori informazioni (non l'ho fatto prima perchè il mio obiettivo iniziale era solo sapere se la situazione di Mario - colui che ha aperto questo quesito nel 2015 - che mi pareva molto simile, si fosse risolta a suo favore. A questo punto mi impossesso del quesito :D).
Allora la casa è stata acquistata a Nov 2020. Si tratta di una villetta unifamiliare. L'aspetto esterno appariva in ordine, mentre internamente era chiara la necessità di ristrutturazione (in particolare rifare i pavimenti - solo pavimenti, non solaio). La casa ha pareti esterne portanti in muratura e una parete centrale da nord a sud portante sempre in muratura. L'edificio è circa 9x9mt con questa parete centrale portante, disposto su due livelli (superiore abitazione H2,75, inferiore seminterrato H2,05) di uguali dimensioni (75mq+75mq). Inoltre la casa ha un garage di pertinenza realizzato forse in epoca successiva e appoggiato all'edificio principale prima descritto. La mia intenzione è di aprire un varco verso questo garage e, dopo le necessarie ristrutturazioni, calcoli strutturali e autorizzazioni, cambiarne la destinazione d'uso ad abitazione. Inoltre avrei voluto abbassare il pavimento del seminterrato, quanto possibile, consapevole che non sarei mai arrivato a 2,4 mt, per renderlo un po' più agevole (ma non abitabile - solo il seminterrato)
Ho verificato che ciò potesse essere fatto prima del rogito con un paio di geometri e stimato i relativi costi di ristrutturazione con diverse ditte.
Solo a quel punto ha fatto la mia offerta finale al venditore, cercando di valutare il valore che avrebbe potuto acquisire l'immobile a fine lavori e facendo in modo che la mia offerta + costi ristruttuazione rimanesse in un intorno di quel valore.
Per rispondere alle domande di Brina82: In casa c'erano alcune crepe tra il solaio del sottotetto e la parete portante sud, che non ho notato subito (quindi non esagerate). Inoltre c'è una crepa su una parete portante centrale, che ho subito notato e mi ha preoccupato, ma sia le aziende che i geometri, inoltre anche l'ing. strutturista dopo l'inizio lavori, mi hanno assicurato non essere così grave e forse dovuta ad un cedimento / assestamento di quella parete. Un'altra cosa curiosa è che nel seminterratto, i pavimenti di tutte e 4 le stanze erano più alti al centro e più bassi dai lati (la spiegazione dello strutturista è che a causa del'umidità a volte si gonfiano. Incontrando resistenza delle pareti portanti, si gonfiano solo al centro). Infine la parete sud del seminterrato aveva evidenti segni umidità.
Quindi il 6 Aprile ho iniziato la ristrutturazione. Prima fase demolizioni tramezzi, rimozione pavimenti e apertura porta (su muro portante) verso area garage. A seguito della rimozione del pavimento abbiamo constatato che il solaio del pavimento è un vecchio solaio SAP di 12cm, lo strutturista mi detto che per renderlo sicuro era necessaria una soletta di rinforzo da 4-5 cm con materiale strutturale apposito (LECA 1400CLS). Bene, accetto questa modifica, seppur costosa, per la sicurezza. Seconda fase innalzare le finestre esistenti (prima alte ca 1mt) a 1,5 mt per avere più luce e rispettare i R.Agenti Immobiliari richiesti. E' in questa fase (scorsa settimana) che la ditta si è resa conto di una pendenza del suddetto solaio di circa 9cm dal lato sud verso il lato nord. Essendo l'abitazione già non altissima la ditta mi ha detto che era necessario rifare il solaio, altrimenti non saremmo riusciti a mantenere l'altezza minima di 2,7 mt da un lato dell'abitazione (le misure che avevo eseguito prima del rogito dell'immobile mi davano un altezza sempre tra 2.7 e 2.75 - onestamente non ho pensato di prendere misure su ogni lato, quindi probabilmente mi sono sempre tenuto sulla linea centrale dell'immobile).
Vista la situazione ho chiesto alla ditta, prima di procedere alla demolizione di tutto il solaio, di fare un "assaggio" della profondità delle fondamenta per capire quanto ci saremmo potuti abbassare con il pavimento in cantina. La ditta ha eseguito subito un piccolo scavo evidenziando che le mura portanti sono prive di fondamenta e scendono nel terreno di 20-25 cm. La ditta ovviamente ha demolito tutto il solaio ancor prima che io potessi dire la mia (ma questa è un'altra storia ...conosciamo le ditte edili :D).

Il risultato di tutto ciò è che avevo stimato X Eu di ristrutturazione (tral'altro con una serie di lavori che avrei potuto lasciare indietro e fare in un secondo momento) e ora mi ritrovo a dover spendere il doppio e dover fare tutti i lavori (quelli nel seminterrato erano ovviamente quelil che avrei potuto lasciare indietro).

Ultimo appunto (per matusalemme): sul rogito è scritto che i venditori non sono in grado di fornire il certificato di agibilità e che le relative spese per ottenerlo sono a carico della parte acquirente. Questa cosa l'ho saputa il giorno del rogito con il notaio che durante la lettura lo ha candidamente detto e si è giustificato dicendo: tanto voi dovete ristrutturare, quindi dovete comunque richiedere un nuovo certificato di agibilità. Io (stupidamente) me ne sono stato, ma l'alternativa era mandare a monte un rogito che aveva avuto già una storia travagliata per altri motivi.

Chiedo scusa per la lunghezza, ma almeno ho chiarito completamente la situazione.
Vi ringrazio fin da ora per i vostri ulteriori contributi, e ovviamente per i preziosi già ricevuti. ;)
 

brina82

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grazie a tutti per questi approfondimenti. Provo a darvi maggiori informazioni (non l'ho fatto prima perchè il mio obiettivo iniziale era solo sapere se la situazione di Mario - colui che ha aperto questo quesito nel 2015 - che mi pareva molto simile, si fosse risolta a suo favore. A questo punto mi impossesso del quesito :D).
Allora la casa è stata acquistata a Nov 2020. Si tratta di una villetta unifamiliare. L'aspetto esterno appariva in ordine, mentre internamente era chiara la necessità di ristrutturazione (in particolare rifare i pavimenti - solo pavimenti, non solaio). La casa ha pareti esterne portanti in muratura e una parete centrale da nord a sud portante sempre in muratura. L'edificio è circa 9x9mt con questa parete centrale portante, disposto su due livelli (superiore abitazione H2,75, inferiore seminterrato H2,05) di uguali dimensioni (75mq+75mq). Inoltre la casa ha un garage di pertinenza realizzato forse in epoca successiva e appoggiato all'edificio principale prima descritto. La mia intenzione è di aprire un varco verso questo garage e, dopo le necessarie ristrutturazioni, calcoli strutturali e autorizzazioni, cambiarne la destinazione d'uso ad abitazione. Inoltre avrei voluto abbassare il pavimento del seminterrato, quanto possibile, consapevole che non sarei mai arrivato a 2,4 mt, per renderlo un po' più agevole (ma non abitabile - solo il seminterrato)
Ho verificato che ciò potesse essere fatto prima del rogito con un paio di geometri e stimato i relativi costi di ristrutturazione con diverse ditte.
Solo a quel punto ha fatto la mia offerta finale al venditore, cercando di valutare il valore che avrebbe potuto acquisire l'immobile a fine lavori e facendo in modo che la mia offerta + costi ristruttuazione rimanesse in un intorno di quel valore.
Per rispondere alle domande di Brina82: In casa c'erano alcune crepe tra il solaio del sottotetto e la parete portante sud, che non ho notato subito (quindi non esagerate). Inoltre c'è una crepa su una parete portante centrale, che ho subito notato e mi ha preoccupato, ma sia le aziende che i geometri, inoltre anche l'ing. strutturista dopo l'inizio lavori, mi hanno assicurato non essere così grave e forse dovuta ad un cedimento / assestamento di quella parete. Un'altra cosa curiosa è che nel seminterratto, i pavimenti di tutte e 4 le stanze erano più alti al centro e più bassi dai lati (la spiegazione dello strutturista è che a causa del'umidità a volte si gonfiano. Incontrando resistenza delle pareti portanti, si gonfiano solo al centro). Infine la parete sud del seminterrato aveva evidenti segni umidità.
Quindi il 6 Aprile ho iniziato la ristrutturazione. Prima fase demolizioni tramezzi, rimozione pavimenti e apertura porta (su muro portante) verso area garage. A seguito della rimozione del pavimento abbiamo constatato che il solaio del pavimento è un vecchio solaio SAP di 12cm, lo strutturista mi detto che per renderlo sicuro era necessaria una soletta di rinforzo da 4-5 cm con materiale strutturale apposito (LECA 1400CLS). Bene, accetto questa modifica, seppur costosa, per la sicurezza. Seconda fase innalzare le finestre esistenti (prima alte ca 1mt) a 1,5 mt per avere più luce e rispettare i R.Agenti Immobiliari richiesti. E' in questa fase (scorsa settimana) che la ditta si è resa conto di una pendenza del suddetto solaio di circa 9cm dal lato sud verso il lato nord. Essendo l'abitazione già non altissima la ditta mi ha detto che era necessario rifare il solaio, altrimenti non saremmo riusciti a mantenere l'altezza minima di 2,7 mt da un lato dell'abitazione (le misure che avevo eseguito prima del rogito dell'immobile mi davano un altezza sempre tra 2.7 e 2.75 - onestamente non ho pensato di prendere misure su ogni lato, quindi probabilmente mi sono sempre tenuto sulla linea centrale dell'immobile).
Vista la situazione ho chiesto alla ditta, prima di procedere alla demolizione di tutto il solaio, di fare un "assaggio" della profondità delle fondamenta per capire quanto ci saremmo potuti abbassare con il pavimento in cantina. La ditta ha eseguito subito un piccolo scavo evidenziando che le mura portanti sono prive di fondamenta e scendono nel terreno di 20-25 cm. La ditta ovviamente ha demolito tutto il solaio ancor prima che io potessi dire la mia (ma questa è un'altra storia ...conosciamo le ditte edili :D).

Il risultato di tutto ciò è che avevo stimato X Eu di ristrutturazione (tral'altro con una serie di lavori che avrei potuto lasciare indietro e fare in un secondo momento) e ora mi ritrovo a dover spendere il doppio e dover fare tutti i lavori (quelli nel seminterrato erano ovviamente quelil che avrei potuto lasciare indietro).

Ultimo appunto (per matusalemme): sul rogito è scritto che i venditori non sono in grado di fornire il certificato di agibilità e che le relative spese per ottenerlo sono a carico della parte acquirente. Questa cosa l'ho saputa il giorno del rogito con il notaio che durante la lettura lo ha candidamente detto e si è giustificato dicendo: tanto voi dovete ristrutturare, quindi dovete comunque richiedere un nuovo certificato di agibilità. Io (stupidamente) me ne sono stato, ma l'alternativa era mandare a monte un rogito che aveva avuto già una storia travagliata per altri motivi.

Chiedo scusa per la lunghezza, ma almeno ho chiarito completamente la situazione.
Vi ringrazio fin da ora per i vostri ulteriori contributi, e ovviamente per i preziosi già ricevuti. ;)
Cercherei di capire come fare a rendere il primo solaio "superperformante" con spessori ridotti (magari con profili metallici in acciaio, serie HEM). Parlane con l'Ingegnere.

Per il resto credo che il problema sia principalmente legato all'acquisto di un immobile datato (a volte è meglio non comprare roba del genere, oppure acquistare e demolire tutto con una ruspa).
 

francesca63

Moderatore
Membro dello Staff
Privato Cittadino
Penso che, avendo già iniziato la ristrutturazione, anche con interventi di un certo impatto, sia ormai impossibile dimostrare che i problemi rilevati (crepe, solaio in pendenza) fossero preesistenti.
Quindi, su questo fronte, dubito sia possibile rivalersi sul venditore.
L'unico dubbio, non essendo io un tecnico, è la mancanza di fondamenta; ma i tuoi tecnici dovrebbero saperti dire se è un serio difetto di costruzione, o una delle possibilità di costruire che si poteva lecitamente adottare all'epoca.
Idem per il certificato di agibilità; avendo preso atto che non era presente, non si può recriminare ora.
Detto questo, pur consapevole che non è il massimo dover affrontare spese non preventivate, penso che l'unico obiettivo ragionevole sia quello di portare a termine i lavori nel miglior modo possibile, per non dover più mettere mano all'immobile per i prossimi decenni.
 
Ultima modifica:

matusalemme

Membro Attivo
Privato Cittadino
Sfortunato Fra 72,

rispondo per l'ultima parte.

una volta un notaio ebbe a precisarmi che "ci son notai per vendere e ci son notai per acquistare".

A seconda di quel che si ha da fare (acquistare o vendere), si sceglie il notaio che occorre.... oppure si trova quel che capita.

Probabilmente, quello che è capitato a te nella vicenda descritta o era un notaio solo "per vendere" oppure - senza alcuna malizia - era il notaio dei venditori.

Confermo tutto quel che ho scritto sopra, dato che - come ti eri espresso - sembrava che avessi scoperto la mancanza del certificato in tempi successivi alla stipula, e non al momento della stipula.

Vista la clausola inserita nell'atto e il diverso svolgimento degli eventi, sembrerebbe che tu abbia non dico espressamente rinunciato al requisito dell'abitabilità, ma - quanto meno - esonerato il venditore dall'obbligo di ottenere la relativa licenza e - comunque - eri a conoscenza di tale situazione.

A questo punto, direi che c'è poco da intentar cause.

A meno che non risulti:

1. sotto il profilo tecnico- edilizio, che i problemi rilevati alle fondazioni erano e sono un oggettivo ostacolo all'ottenimento dell'abitabilità (il che mi parrebbe diabolico, ma io non me ne intendo); e/o che

2. i venditori avessero richiesto in Comune il rilascio del documento di abitabilità ed il Comune avesse risposto loro "picche" per qualsivoglia motivo.

Allora le cose potrebbero cambiare.

Mentre i tuoi tecnici eseguono/completano le loro verifiche, potresti fare un passaggio in Comune per controllare se magari c'è qualche traccia rimasta nella loro vecchia pratica.
 

Fra72

Nuovo Iscritto
Privato Cittadino
Buongiorno a tutti, vi ringrazio per gli aggiornamenti ed i consigli. A questo punto verificherò meglio con i tecnici ed il mio legale come e se procedere. Mi riservo di darvi un aggiornamento quando la situazione sarà risolta, per condividere la conclusione di questa esperienza ...credo sia anche questo lo spirito del Forum. Grazie a tutti. A presto
Fra
 

1980mario

Membro Attivo
Privato Cittadino
Anche se è passato un po' di tempo mi piacerebbe sapere come è andata a finire a Mario.
Mi trovo in una situazione analoga, avendo acquistato una villetta degli anni '60 ed avendo scoperto ora, nel mezzo della ristrutturazione, che la stessa è priva di fondazioni. La villetta è costituita da un piano seminterrato ad uso cantina alto 2,05 mt e un piano sopraelevato ad uso abitazione alto 2,70mt (di luce).
Durante i lavori ci siamo accorti di una pendenza del pavimento di circa 9cm, che ci ha obbligato alla sua demolizione per la successiva ricostruzione. Il solaio demolito era un vecchio solaio SAP spesso 12cm, mentre quello nuovo dovrà essere spesso 22cm, e comporterà una riduzione dell'altezza della cantina di almeno 20-25cm (considerando sottofondo per impianti etc...) Ho chiesto pertanto all'impresa di verificare quanto si potesse scendere con il pavimento della cantina per mantenere comunque un'altezza accettabile ed è a questo punto che abbiamo scoperto che non è possibile scendere a meno di non fare costose opere di sottofondazione.
Comprendo che i professionisti di questo forum ritengono non applicabile il vizio occuto, ma dal mio punto di vista ho acquistato un immobile con 100mq di abitazione e 70mq di cantina non abitabile, ma utilizzabile e mi ritroverò con una cantina "utilizzabile solo da gnomi", quindi con un valore certamente diverso a meno di non affrontare importanti spese di sottofondazione che non avevo preventivato né immaginato in fase di offerta per l'acquisto.
Grazie
Francesco
Ciao Francesco,
non avevo visto il post quindi rispondo solo ora.
Fu fatta una causa con il vecchio proprietario, c'erano le basi per chiedere un risarcimento per vizio occulto ma era tutto da dimostrare.
Mi spiego, andammo a prendere tutti i progetti depositati al momenti del costruzione dell'immobile e e verificammo che tutto era stato eseguito a "regola d'arte". Fu fatto un lavoraccio in quanto si parla di carte di 50 anni fa e ci mettemmo sempre più in un vicolo cieco.
Il problema è che ogni passo io dovevo pagare: avvocato, tecnico, richiesta carte etc... ed alla fine mettici anche che per tutta la durata della vicenda i lavori erano bloccati ed io pagavo l'affitto (oltre al mutuo).
Inoltre un secondo avvocato a cui mi rivolsi (il secondo amico, il primo no) mi disse che anche se avessi avuto ragione dimostrando che erano dei vizi occulti c'era anche il problema di ricevere questi soldi.
Tolsi tutto da mezzo perché mentalmente ed economicamente non riuscivo a sopportare la situazione, alla fine mi feci il conto che ogni mese di tribunale mi costava all'incirca 1300€ di spese in più (tra affitto ed utenze doppie), oltre a come ti dicevo costi tra i diversi professionisti e tutto per una causa dall'esito incerto.
Preferì la tranquillità e la certezza del danno piuttosto che andare avanti, ed onestamente feci col senno di poi la scelta migliore. Le case, o comunque qualsiasi immobile, lo si deve far controllare prima da tecnici esperti (il mio si è rilevato di bassissimo livello) e solo dopo aver visto che è tutto ok, anche la cosa più stupida, cacciare i soldi: finchè hai i soldi puoi decidere, dopo hai solo problemi e debiti.
In bocca la lupo per tutto.
 

Fra72

Nuovo Iscritto
Privato Cittadino
Buongiorno Mario, ti ringrazio per la risposta. Certamente anche quello che tu indichi è molto importante. Per il momento ho inviato una comunicazione scritta al venditore (giusto per rispettare gli 8 giorni di legge). Ora con calma sto valutando come risolvere i problemi edili, con l'accesso al sismabonus, e sembrerebbe che alla fine riuscirò a cavamerla senza extra-costi. Quindi molto probabilmente seguirò i vostri consigli e farò cadere la cosa (...ma anche altrimenti mi avevate già abbastanza convinto a lasciar perdere).
Grazie a tutti
Francesco
 

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