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DRM77

Ospite
In un contratto di locazione quale potrebbe essere la giusta dicitura per esplicitare la situazione di un impianto elettrico, antecedente al 13 marzo 1990 e mai modificato e dotato di salvavita? Posso dire che è a norma di legge semplicemente? O essere a norma significa esserlo alla legge in vigore? E'corretto dire che per impianti realizzati prima del 13 marzo 1990 non serviva la certificazione degli impianti?

Inoltre se l'impianto è stato realizzato dopo il 13 marzo 1990 in modo assolutamente regolare ma non si possiede la certificazione che già la 46/90 richiedeva cosa si dovrebbe scrivere su un contratto?

Sarebbe interessante raccogliere tutte le possibili diciture da inserire su un contratto di locazione relative agli impianti (se mancano,se ci sono) e agli anni di loro realizzazione.
Ovviamente per impianti intendo non solo quello elettrico
 

Architetto

Nuovo Iscritto
Professionista
Ciao, un saluto quale richiedente di un intervento non sarebbe stata offesa per nessuno, ma anzi gradito; in ogni caso, in merito alla tua richiesta:
la risposta è semplice... basta chiamare un tecnico per far eseguire una DIRI nel caso di Impianto ante 1990 e una conformità nella successiva.
Di certo non credo che qualcuno ti faccia la DICO, se non ha eseguito i lavori, ma di certo una attestazione si può fare, facendo tutte le verifiche del caso.
Ciao
 
D

DRM77

Ospite
Ciao, un saluto quale richiedente di un intervento non sarebbe stata offesa per nessuno, ma anzi gradito; in ogni caso, in merito alla tua richiesta:
la risposta è semplice... basta chiamare un tecnico per far eseguire una DIRI nel caso di Impianto ante 1990 e una conformità nella successiva.
Di certo non credo che qualcuno ti faccia la DICO, se non ha eseguito i lavori, ma di certo una attestazione si può fare, facendo tutte le verifiche del caso.
Ciao
Ciao e grazie per la risposta.Però andando all'aspetto pratico nel 90% dei casi i proprietari non vogliono fare le certificazioni anche perché l'obbligo di allegarle ai contratti o indicare la situazione degli impianti in contratto credo sia stato tolto con l'abrogazione dell'articolo 13 di quel famoso decreto.Fermo restando che l'obbligo di consegnare tutti i documenti della casa resterebbe per il codice civile vorrei sapere quale potrebbe essere la giusta dicitura da inserire in casi in cui mancano le certificazioni.Poi una domanda.Tutti gli impianti anteriori al 13 marzo 1990 dotati di salvavita necessitano di certificazione se non hanno avuto modifiche?Tralasciando il fatto che dopo 25 anni occorrerebbe comunque controllarli e certificarli...Grazie per la disponibilità...
 

Architetto

Nuovo Iscritto
Professionista
In qualità di locazione e pertanto di proprietario, anche se non consegni i documenti al locatario, ne devi tenere copia "corretta ed aggiornata".
La dicitura nel contratto se non esiste una certificazione? ... Non esiste, perchè lo stesso DM 37/08 (ex L. 46/90) indica che gli impianti devono essere dotati di regolare certificazione di regolarità esecutiva redatta da impiantista qualificato ed nei casi di mancanza della stessa, si dovrà far eseguire una DIRI o una conformità dell'impianto verificato.
Diversa è la condizione se l'immobile lo vendi, l'acquirente prende l'immobile allo stato in cui si trova anche senza la DICO, DIRI e/o quant'altro.
 

Bastimento

Membro Storico
Privato Cittadino
Questo è un tema che mi appassiona, perchè è un esempio di assoluta mancanza di chiarezza ed ipocrisia legislativa. Tra Dl, circolari, abrogazioni, riprese e nuove abrogazioni, sembra una telenovela.
A cui si sovrappongono ...leggende metropolitane ... spesso cavalcate da artiguiani poco seri. (scusate, senza offesa per nessuno)

a) Premettiamo che non c'è certificazione che tenga: in caso di incidente, il proprietario potrebbe essere chiamato a rispondere: il che non vuol dire che sia sempre corresponsabile, ma in assenza di dichiarazioni di conformità o rispondenza , potrebbe quanto meno avere delle rogne: ovviamente dipende da quali siano state le cause che hanno provocato l'incidente.

b)
lo stesso DM 37/08 (ex L. 46/90) indica che gli impianti devono essere dotati di regolare certificazione di regolarità esecutiva redatta da impiantista qualificato ed nei casi di mancanza della stessa, si dovrà far eseguire una DIRI o una conformità dell'impianto verificato.
Questo non è del tutto corretto, almeno per l'impianto elettrico: il DM 37/08 riprende una affermazione, già presente nella 46/90, dove si specifica che gli impianti domestici antecedenti il '90, "si considerano adeguati , se dotati di salvavita con I< 30mA, e protezioni contro i contatti diretti" . In questo caso non occorre legalmente alcuna dichiarazione

c) La dichiarazione di Conformità DICO è redatta di solito dalla ditta abilitata che realizza l'impianto o la sua trasformazione/modifica
d) La Dich. di Rispondenza DIRI è rilasciabile da ditta/tecnico abilitato, che dichiara che l'impianto in essere risponde ai requisiti tecnici in atto al momento della realizzazione , e non presenta anomalie che ne richiedano la rimozione. Potrebbero essere necessari alcuni interventi di manutenzione ordinaria.

Per gli impianti gas ecc, non ci sono deroghe particolari: se l'inquilino è da 40 anni nell'appartamento, è probabile che manchi DIRI e DICO;

e) se si tratta di locare ad un nuovo conduttore, è sicuramente raccomandabile approfittare per un controllo generale e farsi fare una DIRI

e) Solo gli abilitati possono dichiarare se gli impianti sono adeguati o a norma: il proprietario deve limitarsi a dichiarare gli estremi delle DIRI/DICO oppure a dichiarare la presenza del differenziale salvavita, (che comunque periodicamente va verificato dall'utente).
 

dormiente

Membro Senior
Agente Immobiliare
Nei contratti concordati, gli accordi territoriali prevedono l'obbligo dei certificati di conformitá degli impianti e della eventuale rispondenza tanto é vero che bisogna riportarne gli esterni sul contratto. La dicitura la puoi trovare sul modello allegato agli accordi del tuo Comune.
 
D

DRM77

Ospite
Questo è un tema che mi appassiona, perchè è un esempio di assoluta mancanza di chiarezza ed ipocrisia legislativa. Tra Dl, circolari, abrogazioni, riprese e nuove abrogazioni, sembra una telenovela.
A cui si sovrappongono ...leggende metropolitane ... spesso cavalcate da artiguiani poco seri. (scusate, senza offesa per nessuno)

a) Premettiamo che non c'è certificazione che tenga: in caso di incidente, il proprietario potrebbe essere chiamato a rispondere: il che non vuol dire che sia sempre corresponsabile, ma in assenza di dichiarazioni di conformità o rispondenza , potrebbe quanto meno avere delle rogne: ovviamente dipende da quali siano state le cause che hanno provocato l'incidente.

b)

Questo non è del tutto corretto, almeno per l'impianto elettrico: il DM 37/08 riprende una affermazione, già presente nella 46/90, dove si specifica che gli impianti domestici antecedenti il '90, "si considerano adeguati , se dotati di salvavita con I< 30mA, e protezioni contro i contatti diretti" . In questo caso non occorre legalmente alcuna dichiarazione

c) La dichiarazione di Conformità DICO è redatta di solito dalla ditta abilitata che realizza l'impianto o la sua trasformazione/modifica
d) La Dich. di Rispondenza DIRI è rilasciabile da ditta/tecnico abilitato, che dichiara che l'impianto in essere risponde ai requisiti tecnici in atto al momento della realizzazione , e non presenta anomalie che ne richiedano la rimozione. Potrebbero essere necessari alcuni interventi di manutenzione ordinaria.

Per gli impianti gas ecc, non ci sono deroghe particolari: se l'inquilino è da 40 anni nell'appartamento, è probabile che manchi DIRI e DICO;

e) se si tratta di locare ad un nuovo conduttore, è sicuramente raccomandabile approfittare per un controllo generale e farsi fare una DIRI

e) Solo gli abilitati possono dichiarare se gli impianti sono adeguati o a norma: il proprietario deve limitarsi a dichiarare gli estremi delle DIRI/DICO oppure a dichiarare la presenza del differenziale salvavita, (che comunque periodicamente va verificato dall'utente).
Infatti era come pensavo relativamente agli impianti antecedenti al 13 marzo 1990.In quel caso da quanto hai detto non sarebbe obbligatoria nessuna dichiarazione di conformita'?Sempre che nel frattempo non siano stati fatti lavori di ristrutturazione o potenziamento energetico.Allora si in quel caso occorrerebbe la dichiarazione di conformità.Legge o non legge la cosa importante da evidenziare è che spesso in impianti antecedenti al 1990 manca spesso la messa a terra che è importante e che infatti diviene obbligatoria con la 46/90.Chiaro il discorso che un proprietario debba limitarsi a segnalare la presenza o assenza dei certificati.Potrebbe però nel caso di impianti antecedenti al marzo 1990 dichiarare che l'impianto è dotato di salvavita e quindi a norma? O adeguato non significa a norma? Sarà lana caprina ma su internet ho trovato pareri discordanti su ciò.Essere adeguato ai requisiti di sicurezza non significherebbe essere a norma.Ripeto.Inutile girarci intorno.Le certificazioni sono importanti e di fatto andrebbero fatte.Sarebbe interessante sapere quale tipo di diciture usare nei contratti di locazione per esplicitare eventualmente gli impianti non dotati di certificazioni pre 1990 e post 1990.Perché nonostante la 46/90 abbia introdotto l'obbligo della certificazione sono tantissimi gli impianti realizzati tra 1990 e 2008 a non essere stati certificati.Realizzati a puntino ma non certificati...e quindi non a norma.Penso il compito di un agente immobiliare sia quello di informare sulla situazione degli impianti.Sta al locatore e conduttore regolarsi.Però spesso il locatore non vuole spendere e il conduttore ci marcia chiedendo il ritocchino...
 
D

DRM77

Ospite
Nei contratti concordati, gli accordi territoriali prevedono l'obbligo dei certificati di conformitá degli impianti e della eventuale rispondenza tanto é vero che bisogna riportarne gli estremi sul contratto. La dicitura la puoi trovare sul modello allegato agli accordi del tuo Comune.
Ma i contratti concordati non tengono conto dei modelli del dm 2002 antecedente alla abrogazione dell'articolo 13 del decreto del 2008?Decreto che di fatto leva l'obbligo di esplicitare la situazione relativa agli impianti? Anche in questo ho visto molta confusione al riguardo...illuminatemi cortesemente
 

Bastimento

Membro Storico
Privato Cittadino
Premetto che rispondo a titolo personale, e non so come si comporterebbe un giudice.
Mi sono fatto questa opinione:

a) L'obbligo di disporre di certificazione, nasce con la legge 46/90: ciò che è stato realizzato dopo, doveva essere certificato dall'elettricista che lo ha realizzato. Questo indipendentemente dal fatto che si parli di immobile locato o per uso proprio. Nonostante ciò, molti impianti post '90 non ne dispongono vuoi perchè la DICO è andata persa o perchè l'impianto è stato realizzato ....in nero.
La legge ha previsto la soluzione: in ogni momento puoi chiedere ad un tecnico di accertare ed asseverare la rispondenza alle buone norme. Ciò non significa che sia facile trovare il tecnico disposto a farlo, e nemmeno che sia scontato che ti risponda che tutto va bene. Solitamente se è onesto ti dirà cosa bisogna fare come minimo per avere un impianto in regola e rilasciarti la DIRI.
b) Poi chiedi se sia obbligatorio rilasciare le certificazioni in caso di locazione: come ti è stato risposto, è obbligatorio per i contratti concordati, non è obbligatorio invece consegnarli o citarli nei contratti ordinari, ma l'inquilino ha il diritto di sapere se gli impianti sono certificati o no, e se sono adeguati o no.
c) Impianti a norma: rispondono alle normative stabilite dalla CEI/UNI. Queste regole rappresentano lo stato dell'arte.
d) obbligo di rispetto delle norme: dipende; alcune norme sono esplicitamente citate dalla legge, ed in questo caso sono obbligatorie; altre no, rappresentano quindi delle raccomandazioni.
e) In caso di contestazione, se l'impianto risponde a norme CEI, è considerato "sicuro ed a norma" : in caso di soluzioni diverse, l'onere della prova in merito alla correttezza e sicurezza spetta al soggetto in questo caso al proprietario .
f) Impianto adeguato: significa che non risponde più alle norme vigenti, ma la sua sicurezza è ritenuta sufficiente ed adeguata.
g) messa a terra: qui le interpretazioni correnti sono varie: secondo me questo requisito non è contemplato per gli impianti domestici ante 90, che vengono considerati adeguati con la sola presenza del salvavita, del magnetotermico, e della protezione ai contatti diretti ((prese con protezione).
h) Diverso il discorso per locali non domestici, locali condominiali, e luoghi di lavoro: qui la messa a terra e la messa a norma sono obbligatori.
 
D

DRM77

Ospite
Premetto che rispondo a titolo personale, e non so come si comporterebbe un giudice.
Mi sono fatto questa opinione:

a) L'obbligo di disporre di certificazione, nasce con la legge 46/90: ciò che è stato realizzato dopo, doveva essere certificato dall'elettricista che lo ha realizzato. Questo indipendentemente dal fatto che si parli di immobile locato o per uso proprio. Nonostante ciò, molti impianti post '90 non ne dispongono vuoi perchè la DICO è andata persa o perchè l'impianto è stato realizzato ....in nero.
La legge ha previsto la soluzione: in ogni momento puoi chiedere ad un tecnico di accertare ed asseverare la rispondenza alle buone norme. Ciò non significa che sia facile trovare il tecnico disposto a farlo, e nemmeno che sia scontato che ti risponda che tutto va bene. Solitamente se è onesto ti dirà cosa bisogna fare come minimo per avere un impianto in regola e rilasciarti la DIRI.
b) Poi chiedi se sia obbligatorio rilasciare le certificazioni in caso di locazione: come ti è stato risposto, è obbligatorio per i contratti concordati, non è obbligatorio invece consegnarli o citarli nei contratti ordinari, ma l'inquilino ha il diritto di sapere se gli impianti sono certificati o no, e se sono adeguati o no.
c) Impianti a norma: rispondono alle normative stabilite dalla CEI/UNI. Queste regole rappresentano lo stato dell'arte.
d) obbligo di rispetto delle norme: dipende; alcune norme sono esplicitamente citate dalla legge, ed in questo caso sono obbligatorie; altre no, rappresentano quindi delle raccomandazioni.
e) In caso di contestazione, se l'impianto risponde a norme CEI, è considerato "sicuro ed a norma" : in caso di soluzioni diverse, l'onere della prova in merito alla correttezza e sicurezza spetta al soggetto in questo caso al proprietario .
f) Impianto adeguato: significa che non risponde più alle norme vigenti, ma la sua sicurezza è ritenuta sufficiente ed adeguata.
g) messa a terra: qui le interpretazioni correnti sono varie: secondo me questo requisito non è contemplato per gli impianti domestici ante 90, che vengono considerati adeguati con la sola presenza del salvavita, del magnetotermico, e della protezione ai contatti diretti ((prese con protezione).
h) Diverso il discorso per locali non domestici, locali condominiali, e luoghi di lavoro: qui la messa a terra e la messa a norma sono obbligatori.
Infatti la messa a terra non e' prevista prima del 13 marzo 1990.Relativamente ai contratti concordati e alla situazione impianti da certificare il mio dubbio e' questo.I concordati prendono come riferimento gli allegati del dm 2002 e sui modelli viene inserita dicitura relativa.6 anni dopo l'abrogazione dell'articolo 13 del famoso decreto comporta in pratica l'obbligo di non esplicitare la situazione impianti nei contratti che siano di vendita o locazione.Io mi chiedo allora...i concordati sono esenti da questa abrogazione? C'è un preciso riferimento legislativo in merito?Un contratto transitorio e' concordato...Ne consegue da quanto dici che se non c'è conformità impianti con estremi della certificazione riportata sul contratto non si può stipulare un contratto transitorio?
 

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