tonio

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Agente Immobiliare
Salve...dobbiamo vendere un fabbricato costruito nel 1965 - 1966 ereditato. Il quesito e' questo: documenti alla mano abbiamo solo l accatastamento effettuato nel 1977 , prove della costruzione solo un contratto ENEL del 1965 mentre da un controllo effettuato nell archivio COMUNALE non risulta nessuna documentazione pertinente al fabbricato, ne grafici ne planimetrie ne progetti ne certificazione, praticamente nulla. il notaio e' disposto a stipulare l atto di vendita giustificando la costruzione del 1965 esentata da concessioni. Premesso che il notaio stipula l atto in che modo possiamo regolarizzare con il Comune, il compratore potra' richiedere la dia per restaurare ? altrimenti come fare? grazie per i suggerimenti..
 

roberto.spalti

Membro Senior
Agente Immobiliare
Si il fabbricato è commerciabile e la dichiarazione di costruzione antecedente al 67, unita all'assenza di docuemnti presso il Comune consente di depositare la DIA per la ristrutturazione.
 

akaihp

Membro Attivo
Professionista
Scusa Roberto puoi essere più preciso? grazie

dipende dai comuni e dalla dotazione di PRG nel periodo che va tra il 1942 e il 1967. Per i comuni privi di PRG in quel periodo l'attività edilizia era più o meno libera fino all'introduzione della legge "Ponte" del '67.
E' comprensibile quindi che fino al '67 in molti casi non si abbia traccia di documentazione autorizzativa.
In questi casi quindi una dichiarazione sostitutiva di notorietà, meglio insieme ad altri documenti che comprovino l'esistenza del fabbricato alla data del ***, sono sufficienti a sancire la liceità dell'immobile e quindi la sua successiva modifica.
Attenzione però: non in tutti i comuni!
Nei comuni "virtuosi" che rispettarono la Legge urbanistica nazionale e che crearono i primi PRG le cose sono leggermente diverse.

In genere i notai a queste cose non badano perchè dal '67 si ha la prima corrispondenza tra edificio/oneri/opere di urbanizzazione e quindi controllo di volumetrie e cubature che prima invece era determinato in maniera differente e slegato completamente dalle opere di urbanizzazione sempre a carico dei comuni e mai dei privati.
 

tonio

Nuovo Iscritto
Agente Immobiliare
dipende dai comuni e dalla dotazione di PRG nel periodo che va tra il 1942 e il 1967. Per i comuni privi di PRG in quel periodo l'attività edilizia era più o meno libera fino all'introduzione della legge "Ponte" del '67.
E' comprensibile quindi che fino al '67 in molti casi non si abbia traccia di documentazione autorizzativa.
In questi casi quindi una dichiarazione sostitutiva di notorietà, meglio insieme ad altri documenti che comprovino l'esistenza del fabbricato alla data del ***, sono sufficienti a sancire la liceità dell'immobile e quindi la sua successiva modifica.
Attenzione però: non in tutti i comuni!
Nei comuni "virtuosi" che rispettarono la Legge urbanistica nazionale e che crearono i primi PRG le cose sono leggermente diverse.

In genere i notai a queste cose non badano perchè dal '67 si ha la prima corrispondenza tra edificio/oneri/opere di urbanizzazione e quindi controllo di volumetrie e cubature che prima invece era determinato in maniera differente e slegato completamente dalle opere di urbanizzazione sempre a carico dei comuni e mai dei privati.
Grazie Roberto, superato il problema del notaio...il nuovo acquirente come fara' ad acquisire la DIA per la ristrutturazione ?
 

akaihp

Membro Attivo
Professionista
Grazie Roberto, superato il problema del notaio...il nuovo acquirente come fara' ad acquisire la DIA per la ristrutturazione ?

ehm sono federico, ma va bene lo stesso.

cmq dipende in quel caso dal comune.
se il comune ha un archivio palesemente incompleto o con parti mancanti perchè incendiate/inondate/mangiate dai topi/ecc. allora si potrebbe adattare ad una dichirazione di notorietà e allo stato di rilievo.
in caso contrario meglio sentire gli uffici tecnici comunali per non rischiare una denuncia per abuso edilzio e la nullità dell'atto.
 

tonio

Nuovo Iscritto
Agente Immobiliare
ehm sono federico, ma va bene lo stesso.

cmq dipende in quel caso dal comune.
se il comune ha un archivio palesemente incompleto o con parti mancanti perchè incendiate/inondate/mangiate dai topi/ecc. allora si potrebbe adattare ad una dichirazione di notorietà e allo stato di rilievo.
in caso contrario meglio sentire gli uffici tecnici comunali per non rischiare una denuncia per abuso edilzio e la nullità dell'atto.

scusa Federico,ammesso che il comune ha un archivio palesemente incompleto o mancanti...chi potrebbe adottare la dichiarazione di notorietà allo stato di rilievo? una dettagliata relazione stilata da un geometra basterà ? correlata da una dichiarazione atto notorio degli eredi?
 

akaihp

Membro Attivo
Professionista
scusa Federico,ammesso che il comune ha un archivio palesemente incompleto o mancanti...chi potrebbe adottare la dichiarazione di notorietà allo stato di rilievo? una dettagliata relazione stilata da un geometra basterà ? correlata da una dichiarazione atto notorio degli eredi?

concordatela con l'ufficio tecnico del comune.
se finalizzata all'attività edilizia si possono anche presentare dei documenti quali un atto ricognitivo della densità edilziia e magari anche un atto unilaterale d'obbligo circa l'uso delle aree.
consultate un professionista esperto della vosta zona.
 

tonio

Nuovo Iscritto
Agente Immobiliare
concordatela con l'ufficio tecnico del comune.
se finalizzata all'attività edilizia si possono anche presentare dei documenti quali un atto ricognitivo della densità edilziia e magari anche un atto unilaterale d'obbligo circa l'uso delle aree.
consultate un professionista esperto della vosta zona.

grazie Federico, il fabbricato ereditato e' composto da tre appartamenti e un ampio box, dobbiamo venderlo e non vogliamo rottacapi dal compratore.....
 

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