L
lucaluca71
Ospite
Buongiorno a tutti, volevo sottoporvi il nostro caso per avere un vostro consiglio da addetti ai lavori. Circa un anno e mezzo fa visioniamo un appartamento in centro storico, ci piace e facciamo compromesso. L'immobile è sottoposto a vincolo diretto con i beni culturali, quindi facciamo atto dal notaio per informare la sovrintendenza del loro diritto di prelazione della durata prevista per legge di 60 gg. Premetto che nell'atto è descritto precisamente come l' immobile è composto ed è allegata la mappa catastale del Comune che appare conforme a quando descritto.
Passati i sessanta giorni diamo procedimento con un altro atto notarile (atto di accertato avveramento di condizione sospensiva) con cui diventiamo i legittimi proprietari in via definitiva. Anche nel suddetto atto viene precisamente riportatala descrizione dell'immobile con mappa catastale allegata e conforme.
Si procede speditamente alla richiesta di autorizzazione ai beni culturali per ristrutturazione, dopo circa 4 mesi il responsabile territoriale esegue un sopralluogo presso l'immobile, dopo un mese riceviamo l'autorizzazione come da nostra proposta progettuale modificata in qualche dettaglio dalla sovrintendenza. Presentiamo scia presso il comune (con annesse foto dello stato di fatto dell'appartamento) che dopo 30 gg viene conferitaci e cominciamo i lavori. Dopo circa 5 mesi dalla scia e quasi a lavori ultimati, il comune si accorge che nell'immobile c'è un soppalco di cui non si trova traccia in nessun documento precedente (abusivo quindi?). Il soppalco si trova in una stanza alta 5mt di circa 60 mq con altezza di 2,8mt sotto lo stesso e si estende per circa 40 mq con affaccio sul locale sottostante. Come posso evitare che mi si obblighi ad abbattere il manufatto? Sono responsabile di qualcosa? E' normale concedere tutte le autorizzazioni salvo poi accorgersi a fine lavori che non esistevano i presupposti per fornirle? Come posso tutelarmi verso una situazione che si profila disastrosa a livello finanziario? Tenendo conto del valore reale che a questo punto potrebbe avere appartamento rispetto a quello che aveva prima della scoperta dell "abuso" (il venditore è irreperibile all'estero)...grazie per l'attenzione.Saluti.
Passati i sessanta giorni diamo procedimento con un altro atto notarile (atto di accertato avveramento di condizione sospensiva) con cui diventiamo i legittimi proprietari in via definitiva. Anche nel suddetto atto viene precisamente riportatala descrizione dell'immobile con mappa catastale allegata e conforme.
Si procede speditamente alla richiesta di autorizzazione ai beni culturali per ristrutturazione, dopo circa 4 mesi il responsabile territoriale esegue un sopralluogo presso l'immobile, dopo un mese riceviamo l'autorizzazione come da nostra proposta progettuale modificata in qualche dettaglio dalla sovrintendenza. Presentiamo scia presso il comune (con annesse foto dello stato di fatto dell'appartamento) che dopo 30 gg viene conferitaci e cominciamo i lavori. Dopo circa 5 mesi dalla scia e quasi a lavori ultimati, il comune si accorge che nell'immobile c'è un soppalco di cui non si trova traccia in nessun documento precedente (abusivo quindi?). Il soppalco si trova in una stanza alta 5mt di circa 60 mq con altezza di 2,8mt sotto lo stesso e si estende per circa 40 mq con affaccio sul locale sottostante. Come posso evitare che mi si obblighi ad abbattere il manufatto? Sono responsabile di qualcosa? E' normale concedere tutte le autorizzazioni salvo poi accorgersi a fine lavori che non esistevano i presupposti per fornirle? Come posso tutelarmi verso una situazione che si profila disastrosa a livello finanziario? Tenendo conto del valore reale che a questo punto potrebbe avere appartamento rispetto a quello che aveva prima della scoperta dell "abuso" (il venditore è irreperibile all'estero)...grazie per l'attenzione.Saluti.