eckhart

Membro Junior
Agente Immobiliare
dopo alcuni anni di attività nel settore ho superato l'esame per l'iscrizione al ruolo qualche mese fa e mi sto rompendo le scatole di lavorare in pianta stabile per un' agenzia, affiliata a un franchising, alla quale devo "stornare" il 70% delle mie provvigioni. vorrei cominciare a lavorare da solo e seguirmi le trattative dal'inizio alla fine, scegliendo magari in autonomia - di volta in volta - se appoggiarmi a qualche "struttura" per avere in cambio consulenza, servizi, maggiore visibilità (offrendogli in cambio naturalmente una parte della mia provvigione). lavoro a roma, in zone centrali e semicentrali, pertanto con immobili di fascia medio-alta. temo che i clienti possano farmi pesare il fatto di non offrirgli una "vetrina" su strada e una struttura organizzata. voi che ne pensate? vi è capitato di svolgere collaborazioni di questo tipo? quanto avete riconosciuto all'agenzia cui vi siete "appoggiati"? Quanto pensate possa incidere la vetrina su strada in una attività come la nostra?
 

Susy

Nuovo Iscritto
Agente Immobiliare
Guarda dentro di te, non fuori... Traduco: lavorare nel franchising puo' significare avere un metodo consolidato di lavoro e riuscire ad ottenere risultati perche' qualcuno (nel proprio interesse ma non solo) ti ricorda di stare nel programma di lavoro, ti forma, ti aggiorna ecc. Significa avere dei colleghi, puntare alla collaborazione.
Lavorare da soli e' completamente diverso e bisogna vedere se riesci ad organizzarti al meglio.
Per esperienza personale uscire da un ufficio puo' costarti anche 50.000,00 euro di provvigioni e un numero imprecisato di clienti.
Nella realta' romana so che e' molto difficile operare ed acquisire .... consiglio di rinegoziare le tue provvigioni con il capo visto che ora "sei qualificato". Meglio il 30% di qualcosa che il 100% di niente
 

eckhart

Membro Junior
Agente Immobiliare
mi sono spiegato male. o meglio, non ho specificato alcuni aspetti. già adesso (e ormai da circa 2 anni) io ho un'operatività al 90% autonoma e autogestita... nessun vincolo di orario e di presenza, nessun obbligo di "reportistica" ("quante telefonate hai fatto"? "quanti appuntamenti"?) nessun rapporto di subordinazione (come in effetti prevedono TUTTI i contratti di collaborazione, anche se rispettati da un esigua minoranza)... nessun "capo". sono, di fatto, un collaboratore esterno, anche se ho una mia scrivania in ufficio, la possibilità di utilizzare il tel e la fotocopiatrice ecc.). rispetto alla media direte: "una situazione quasi idilliaca"... e "perché mai te ne vorresti andare"? e qui vengo al restante 10% di NON-autonomia: non sono libero di gestire le trattative in fase di proposta di acquisto e accettazione della medesima... fatta eccezione per qualche affitto... arrivati nel "bello" il titolare dell'agenzia prende in mano la pratica e io divento nella migliore delle ipotesi un comprimario, che deve accettare quasi supinamente il modo in cui gli altri vogliono indirizzare la trattativa, le loro strategie, ecc. sì, ho guardato dentro di me... lo sto facendo ormai da settimane. e mi dico: ma perché devo stornare il 70% del mio fatturato a un' agenzia. io non sono molto convinto a lanciarmi come ai indipendente, vorrei quantomeno praticare una sorta di co-branding (tipo remax, o cmq mantenedo un sito mio nonostante faccio parte di un grosso franchising. e nel mio sito il richiamo a quest'ultimo compare in 2 sole pagine: quella relativa alla mia biografia e quella relativa ai serizi offerti). i titolari della mi agenzia stanno pensando di cambiare insegna perchè il ns franchising (una grande realtà nazionale) è in una fasa di radicale ristrutturazione. ebbene, si sono scandalizzati perché una grande società internazionale - la più antica - gli ha chiesto l'8% di royalty sul fatturato. ora dico, io non mi dovrei scandalizzare perché per avere in cambio qualche servizio devo cedere il 70% del mio fatturato? mi sembra un atteggiamento ipocrita. veniamo ai servizi che ricevo in cambio di questa lauta prebenda: 1) la consulenza di un geometra, che lavora per 150 agenzie, è sempre sovraccarico di lavoro e ci mette mediamente 2 mesi per darmi una risposta su qualunqe cosa gli chiedo; 2) la scrivania di cui sopra e un MICRO-ufficio in una prestigiosa zona di roma. l'unica cosa che mi torna utile è la vetrina su strada per dare visibilità ai miei incarichi, perché l'ufficio è così piccolo che quando siamo in 4 a lavorarci non riesci manco a parlare al telefono dal casino assurdo che si crea. morale: mi sono dovuto affittare una stanza in altro ufficio per poter lavorare in santa pace. 3) consulenza legale. ma ormai dopo qualche anno di attività ho anche io i miei amici avvocati, che un consiglio non me lo negano mai. peraltro sto avviando un ente di mediazione civile, in società con una amica avvocato, la quale, se le chiedo un consiglio su una pratica certo non me lo nega; 4) pubblicità: l'ag per cui lavoro è abbonata a una rivista cartacea e a un portale immobiliare, che costano rispettivamente 800-1000 euro l'uno. una spesa non così proibitiva, e comunque detraibile.
morale. mi domando se non sarebbe meglio scegliermi 2-3 agenzie con cui collaborare... in 2-3 zone che mi interessano e a quel punto essere io a decidere liberamente se, con chi, e come collaborare. acquisire l'incarico e solo successivamente andare da una delle ag e dire: vuoi collaborare? pianifichiamo delle uscite pubblicitarie per l'immobile, ti riconosco un 30, un 40%... e il resto me lo tengo io.
diversamente, l'unica soluzione di collaborazione fissa e continuativa che mi sentirei oggi di accettare è un accordo che preveda almeno 800 euro di rimborso spese fisso e il 50% di provvigioni. su un fatturato provvigionale di 60.000 euro l'anno sarebbero poi 40.000 euro netti a me e 20.000 all'agenzia. vi sembra pretestuoso? io credo che i professionisti del nostro settore dovrebbero cominciare a darsi una svegliata e pretendere una remunerazione che sia all'altezza del proprio profilo, della mole di lavoro e fatica investiti. credo che i franchising, in particolare, abbiano favorito una politica di sfruttamento generalizzato nel settore.
 

abellocorporation

Membro Ordinario
Professionista
eckhart secondo il mio modesto parere la struttura più adatta a te sarebbe quella re/m....x, altrimenti totalmente in proprio. non conosco la realtà romana e non posso dire molto ma basarsi sulla credenza che è difficile operare e aquisire in quella realtà beh non credo sia una regola rigida... Se basi il tuo metodo sulla qualità, sulla preparazione e sopratutto anticipi la concorrenza secondo me c'è buon margine di successo in ogni realtà compresa la tua. Ricorda che su quelle cifre di cui hai parlato purtroppo se non ti organizzi come si deve a livello fiscale i 40000 di netto purtroppo non li vedi proprio ma questa è un altra discussione.
ciao:)

Aggiunto dopo 5 minuti :

io provengo dai franchising e concordo sulla questione dello sfruttamento. Purtroppo nella maggior parte dei casi è così ma ti posso assicurare che ho altri colleghi sempre in franchising che non hanno sentito la crisi e che tutti all' interno hanno guadagnato, compreso i funzionari. certo, si devono attenere ogni giorno al metodo ma il guadagno è assicurato. Poi se il funzionario ambisce all' affiliazione se può apre un ufficio in franchising suo oppure trova un pretesto e va via.
 

abellocorporation

Membro Ordinario
Professionista
ciao anto, i miei colleghi sono di messina e li prendono il 4% dall' acquirente e il 4% dal venditore. E' la pura verità :fico:
Il mio collega affiliato ai verdi con 5 uffici ha fatto lavorare un agenzia anche il sabato pom solo perchè hanno tardato ad arrivare in agenzia la mattina oltre i dieci minuti. Sembra un militare istruttore. E' tanto metodico.
 

eckhart

Membro Junior
Agente Immobiliare
sono questi esempi di fanatismo talebano che mi provocano repulsione... le persone vanno responsabilizzate, e comunque il contratto di lavoro "a progetto" quasi sempre utilizzato da questi grandi direttori di agenzie non prevede vincoli di orario e rapporti gerarchici. se vogliono un lavoratore subordinato adottassero il contratto di riferimento e cominciassero a pagare i contributi ai propri dipendenti. fermo restando che una situazione come quella da te descritta, anche all'interno di un rapporto di lav subordinato si configurerebbe facilmente come mobbing. forse è meglio che certa gente andasse a lavorare nell'esercito invece che insozzare la nostra categoria professionale. il fatturato non è - e non può essere - tutto. c'è dell'altro in una professione degna di questo nome.
 

abellocorporation

Membro Ordinario
Professionista
mmm:)
gli orari sono tutti conteggiati per lui, anche i dieci minuti e se perdono del tempo glieli fa recuperare:shock:

Aggiunto dopo 7 minuti :

eckhart allora ti consiglio proprio re/m.., ho avuto contatti, sono in gamba (o almeno quelli che ho conosciuto io...) ma se proprio vuoi rinnovare il nome della categoria a modo tuo beh... apri un tuo marchio e inventa il tuo modo di lavorare :) (io così sto facendo)
 

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