Carlotta17

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Salve!. Insieme al compagno con il quale convivo da molti anni, lui vedovo io divorziata, vorremmo acquistare un appartamento di circa 500,000 euro, ma siamo preoccupati perché, avendo ciascuno di noi due figli, non vorremmo che i figli di quello che muore per primo debbano perdere l’uso e/o il profitto del 50% del bene fino al decesso dell’altro.
Purtroppo ho avuto un’esperienza personale per la quale ho dovuto attendere trentasei anni! dalla morte di mio padre per rientrare in possesso della casa occupata dalla sua seconda moglie...
Avevamo pensato a un possibile frazionamento catastale dopo l’acquisto, ma ci sembra abbastanza complicato.
Ci sono altri strumenti per garantire ai figli del deceduto di godere della propria parte del bene?
Grazie per la gentile risposta
Carlotta
 

Rosa1968

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siete conviventi, suo padre si era risposato per quello che alla sua morte la moglie è rimasta in casa.
Nel vostro caso, i rispettivi figli erediteranno la quota appartenente al genitore venuto a mancare..
 

francesca63

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Privato Cittadino
Purtroppo ho avuto un’esperienza personale per la quale ho dovuto attendere trentasei anni! dalla morte di mio padre per rientrare in possesso della casa occupata dalla sua seconda moglie...
La moglie aveva per legge il diritto di abitazione per tutta la vita sulla casa coniugale (a prescindere da eventuale quota di proprietà ereditata).
La vostra situazione è diversa, e alla morte di uno di voi i suoi figli erediteranno tutto il patrimonio del defunto, salvo testamento per la quota disponibile.
Il convivente superstite avrà il diritto di abitare nella casa di comune residenza per Massimo 5 anni (dipende da alcune variabili).
Quindi il problema si pone in maniera diversa.


Le possibilità di modificare la situazione per meglio tutelare ognuno i suoi figli , ma anche il convivente superstite , sono diverse , e vanno valutate tenendo conto dell'età dei figli, del patrimonio complessivo, dei rapporti famigliari e delle aspettative.
 

Carlotta17

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La moglie aveva per legge il diritto di abitazione per tutta la vita sulla casa coniugale (a prescindere da eventuale quota di proprietà ereditata).
La vostra situazione è diversa, e alla morte di uno di voi i suoi figli erediteranno tutto il patrimonio del defunto, salvo testamento per la quota disponibile.
Il convivente superstite avrà il diritto di abitare nella casa di comune residenza per Massimo 5 anni (dipende da alcune variabili).
Quindi il problema si pone in maniera diversa.


Le possibilità di modificare la situazione per meglio tutelare ognuno i suoi figli , ma anche il convivente superstite , sono diverse , e vanno valutate tenendo conto dell'età dei figli, del patrimonio complessivo, dei rapporti famigliari e delle aspettative.
Grazie per le risposte. Sarei interessata proprio a sapere come regolamentare la cosa per permettere ai digli di chi è deceduto di esercitare il diritto sul proprio 50%non avendo possibilità di acquisto da parte di chi resta. Una divisione catastale? Il pagamento di un affitto? Grazie
 

Avv Luigi Polidoro

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Professionista
Davvero? Mi può fare un esempio. E sempre grazie
I contratti di convivenza possono regolamentare sia la fase fisiologica del rapporto, sia quella patologica. Essi possono anche disciplinare i diritti ereditari dei conviventi.
Naturalmente si tratta di una valutazione a tutto tondo (che può agganciarsi anche alla scelta di disciplinare alcuni aspetti con testamenti invece che nel contratto di convivenza), che dovrete fare con un avvocato o un notaio.
 

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