ingelman

Membro Supporter
Agente Immobiliare
Credo che la risposta di ingelman significhi che se il bene è stato acquisito prima della riforma del diritto di famiglia, anche se successivamente si è optato per la comunione dei beni, gli acquisti precedenti rimarrebbero beni personali. Meglio se @ingelman conferma
Si è quello che volevo intendere ....
anche se trattasi di un area edificabile acquistata nel 1950, mi vien da immaginare che la costruzione sia risalente al periodo successivo ma sempre antecedente all' entrata in vigore della riforma del diritto di famiglia .. e comunque la giurisprudenza afferma che l'immobile costruito su un terreno bene personale in questo caso del papà rimane di proprietà esclusiva del coniuge intestatario del terreno stesso. (ci potrebbero - credo il condizionale è d'obbligo - essere dei casi particolari del tipo un immobile costruito sul terreno bene personale di uno dei due coniugi, ma la costruzione viene eseguita quando i coniugi hanno optato per il regime di comunione ... bisognerebbe analizzare le provenienze dei fondi , materiali, il costo della realizzazione etc ).

tornando al quesito iniziale
il bene era di proprietà esclusiva del papà defunto
le quote di proprietà mi sembrano giuste e molto ben spiegate a mio avviso da Bastimento
 
S

smoker

Ospite
Non saremo stati chiarissimi, ma tu non aggiungere confusione....;)

Ipotesi 1) Immobile totalmente intestato al padre defunto:
- moglie: eredita 1/3
- 5 figli: 2/3*1/5 = 2/15 ciascuno

Ipotesi 2: padre proprietario di 1/2 immobile; madre titolare dell'altra 1/2
- moglie eredita 1/2*1/3=1/6 che si aggiunge ai 3/6 già di sua proprietà.
- 5 figli: ereditano 1/2*2/3*1/5= 2/30 = 1/15

bisognerebbe anche chiedere all' O.P. se l' immobile fosse stato adibito a casa coniugale..... nel caso ex 540 cc la moglie (coniuge superstite) avrebbe il diritto di abitazione, quindi alle figliole andrebbe solo, pro quota, la nuda proprietà....

Smoker
 

Bastimento

Membro Storico
Privato Cittadino
alle figliole andrebbe solo, pro quota, la nuda proprietà....
Potresti aver ragione e non ci avevo pensato.

ma mi chiedo se il diritto di abitazione, nella pratica quasi equivalente all'usufrutto, comporti automaticamente la eredità della sola nuda proprietà.

Non voglio dire che il mio precedente sia stato corretto: ma quando è deceduto mio padre, la successione è stata fatta come avevo riportato: il diritto di abitazione è stato ovviamente rispettato. Ma credo che noi figli da quel momento ci siamo fatti carico della quota ICI e della denuncia IRPEF pro-quota.
La successione era stata impostata da un notaio che in pratica ha affidato la pratica ad un tecnico catastale in pensione. Il tema è piuttosto interessante: mi sto accingendo proprio a presentare la denuncia di successione di mia moglie.

Stessa prassi è stata seguita con la successione di mio suocero.

Vorrebbe dire che per l'abitazione, oltre che godere dei benefici prima casa, al figlio in fase di voltura dovrebbe andare solo la nuda proprietà della quota?
 

Bagudi

Fondatore
Membro dello Staff
Agente Immobiliare
Quando mia madre è morta, mio padre, oltre ad avere il 50% della proprietà, aveva il diritto di abitazione come coniuge superstite vita natural durante e, finchè è vissuto, la casa l'ha denunciata lui e ha pagato lui l'ICI e tutto il resto...

Nè io nè mio fratello l'abbiamo inserita nella denuncia dei redditi...
 

Bastimento

Membro Storico
Privato Cittadino
Nè io nè mio fratello l'abbiamo inserita nella denuncia dei redditi...
... e come è stata impostata la dichiarazione di successione, e soprattutto la voltura?

Grazie: forse in merito ad ICI ed IRPEF non ricordo bene come ci siamo regolati coi miei genitori.
Mi interessa invece il tecnicismo relativo alla successione e voltura.
 

Giovannino60

Membro Attivo
Professionista
Se la coppia aveva acquistato un'area e poi hanno costruito su questa una casa, la casa non ha un atto quindi in questo caso vale l'atto di acquisto dell'area per avvalorare la proprieta' dell'abitazione?
 

ingelman

Membro Supporter
Agente Immobiliare
Mi interessa invece il tecnicismo relativo alla successione e voltura.
Provo a risponderti in base a quelle che sono le mie poche conoscenze in materia (materia complessa e di difficile comprenzione anche per gli addetti ai lavori ...) sapessi quanti errori mi è capitato di trovare nel corso degli anni...

Come ha giustamente evidenziato smoker
se trattasi di non una seconda casa ma l'abitazione coniugale, al coniuge superstite (che solitamente sono le donne :D) spetta il diritto d'abitazione ..

trattandosi di un diritto che spetta per legge in questo caso alla moglie di fatto esso non è soggetto ad alcuna particolare imposta, in quanto (proprio perché devoluto al coniuge), è gravato solo dall'imposta che colpisce il valore globale netto dell'asse ereditario.

Questa particolarità ha come conseguenza che, normalmente, il diritto d’abitazione non venga indicato nella denuncia di successione.

Quindi sembrerebbe superfluo indicarlo in quanto è la legge che lo prevede ...

Diciamo che a mio avviso c’è una contraddizione di base che è la seguente:

il titolare del diritto di abitazione è soggetto passivo sia IRPEF che ICI IMU tares tacci ucci loro etc e domani chissà come si chiamerà ….
Pertanto è necessario, allo scopo di aggiornare correttamente le risultanze catastali, che il diritto di abitazione sia evidenziato nella domanda di voltura dipendente della denuncia di successione. (quindi andrebbe a mio avviso riportato)

E per completezza ti dico, sarebbe opportuno anche ai fini della continuità delle trascrizioni riferita ai registri immobiliari, che venga fatta "l'accettazione tacita d'eredità" con un atto pubblico o scrittura privata autenticata e poi trascritta ...
cosa che in pochi fanno anche perchè ignari se non costretti quando si troveranno a vendere ... quando il notaio gli chiederà circa 400 eurini tra diritti e compensi.
 

Bastimento

Membro Storico
Privato Cittadino
Grazie anche a te. nel frattempo ho avuto una conversazione con un altro cortesissimo forumista, e ne ho ricavato qualche ulteriore informazione.

Circa il tuo intervento, per correttezza verso chi ci legge, credo occorra quanche puntualizzazione:

trattandosi di un diritto che spetta per legge in questo caso alla moglie di fatto esso non è soggetto ad alcuna particolare imposta, in quanto (proprio perché devoluto al coniuge), è gravato solo dall'imposta che colpisce il valore globale netto dell'asse ereditario.

La frase non mi pare di facile comprensione e nasconde qualche inesattezza: la casa di abitazione sconta l'imposta ipotecaria e catastale in misura fissa (168€ cadauna, almeno fino al 2013...), mentre il valore catastale grava sulla somma eventualmente imponibile per l'imposta di successione (se l'ammontare supera la franchigia)

Questa particolarità ha come conseguenza che, normalmente, il diritto d’abitazione non venga indicato nella denuncia di successione.
Quindi sembrerebbe superfluo indicarlo in quanto è la legge che lo prevede ...
Qui è vera la seconda affermazione: la prima è invece inficiata dall'errore precedente)


Pertanto è necessario, allo scopo di aggiornare correttamente le risultanze catastali, che il diritto di abitazione sia evidenziato nella domanda di voltura dipendente della denuncia di successione. (quindi andrebbe a mio avviso riportato)

Qui concordo: soprattutto è sulla domanda di voltura che occorre specificare bene: ma sembra emergere una cosa curiosa. (mi riferisco a quanto mi ha postato il forumista cortese...): a valle della voltura, fatta tenendo conto del diritto di abitazione, sulla visura appare per il coniuge la frazione totale di proprietà piena più il 100% di diritto di abitazione.
Ma ai figli viene attribuita la proprietà (senza nozione di nuda) per la rispettiva frazione: domani avrò credo l'occasione di parlarne ad un geometra. Spero di avere qualche ulteriore informazione su come catastalmente è bene trattare questo diritto del coniuge, e come specificare la natura della quota del figlio.

"l'accettazione tacita d'eredità" con un atto pubblico o scrittura privata autenticata e poi trascritta ...
cosa che in pochi fanno anche perchè ignari se non costretti quando si troveranno a vendere ... quando il notaio gli chiederà circa 400 eurini tra diritti e compensi.

Su questo punto ho letto spesso qui sul forum, e ti ringrazio per avermelo ricordato: mi stai dicendo che posso facilmente evitare anche qui il notaio e "far da me?"

p.s.: Per la cronaca mi sto approcciando a far da me successione e voltura, visto che sono in ballo con una recentissima parcella per analogo servizio dove ai tuoi 400 eurini hanno pensato di aggiungere .... uno zero.

(E' corretto remunerare le prestazioni professionali, ma ci dovrebbe essere un limite: il valore della prestazione potrà essere riconosciuto con un adeguato costo orario, ma il costo finale dovrebbe essere in relazione con il tempo-impegno dedicato)
Invece i nostri bravi "parassiti della burocrazia" si sono inventati la formula della proporzione diretta al valore della pratica: la parcella sembra legata alla dimensione del tributo, o della negoziazione, il che non ha giustificazione alcuna.
(per la cronaca non mi riferisco alle vostre provvigioni, dove invece vedrei il legame ..)
 

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