Credo amici miei che il fatto che le chiusure pur numerose ma ancora relativamente poche visto il periodo attuale e le prospettive future sia un segnale ancora più negativo di quanto pensiate.
Quando un settore entra in una fase di profonda crisi e pare che le decisioni politiche invece di cercare soluzioni sembrino accanirsi su un osso che di sostanza non ne ha più e forse non ne è rimasto nemmeno l'odore o il ricordo, la gente chiude.
Quando i cavalli hanno smesso di essere l'unico mezzo di trasporto veloce i venditori di cavalli hanno chiuso...e i venditori di motociclette prima e di automobili poi, hanno aperto...
Quando i negozi di paese hanno smesso di essere competitivi con il prezzo che potevano permettersi di praticare i supermercati, i primi hanno chiuso e abbiamo assistito alla nascita di centri commerciali sempre più grandi e forniti.
Il fatto che ora nonostante la stagnazione e l'incancrenirsi del sistema queste chiusure di massa non avvengano è oltremodo preoccupante...significa che la fine di un capitolo non trova più pagine pulite per la scrittura del successivo.
Fuori da quì non c'è un'alternativa che prometta la realizzazione di un futuro sereno e quindi si resiste oltre la soglia di logicità, ma resistere per convinzione è diverso che resistere per ostinazione e la cosa peggiore è il dover resistere per disperazione...
Personalmente non credo di abbandonare il settore, ho cercato soluzioni in altri tempi e prima del sopraggiungere di questi anni e perseguo una via che mi sembra logica e coerente con ciò che desidero fare ma...ma vedere che anche chi vorrebbe con tutto se stesso cambiare vita professionale non riesce a farlo, bhè, non può che rattristarmi e farmi riflettere sul fatto che diverrà un mondo davvero difficile quello in cui un'uomo che ha ancora la professionalità e la volontà di fare sarà costretto, guardandosi allo specchio, a chiedersi dove ha sbagliato...