Sul sito web personale del mediatore, su un portale immobiliare, su un giornale di annunci, quanto conta la sola fotografia della casa in vendita?
Domanda retorica: conta moltissimo. Lo sappiamo tutti da tempo. Conta tanto, conta meno solo del prezzo.
Ma….
L’immagine conta di più della descrizione meticolosa dell’immobile?
La figurazione iconografica fa aggio sull’ esposizione narrativa della casa?
Oppure, è opportuno raggiungere un equilibrio sinergico di immagine e scrittura, che permetta un’ amplificazione della forza espressiva dell’intero messaggio senza tradirlo?
Problema: conflitto parola – immagine nell'inserzione pubblicitaria di un immobile.
Infatti ….
In semantica, la parola si limita a suggerisce il contenuto di una cosa che poi il lettore deve integrare con la sua fantasia, l’immagine, invece, si impone con la forza iconica di una realtà oggettiva ed immodificabile. La parola è la poesia, è l’ emozione soggettiva, è la suggestione di un fascinazione individuale, l’immagine, invece, è l’oggettività distaccata che attesta la neutralità di una situazione concreta e reale.
Invero…
In un annuncio pubblicitario, è sempre difficile raggiungere un perfetto equilibrio espressivo tra l'immagine e la scrittura, senza eccedenze e senza che nessuno dei due strumenti comunicativi danneggi l'altro. Se le parole possono riempirsi e saturarsi di aspettative, le immagini rischiano di privare e di rimuovere le proprie attese.
Raggiungere la conciliazione e la collaborazione tra scrittura ed fotografia diventa, perciò, un obbiettivo attuale e necessario per l’agente immobiliare che voglia dar prova di essere tecnologicamente al passo con i tempi.
Ritenete, a questo punto, che acquistare casa sia, sì un sogno (le parole, lo storytelling) ma un sogno con i piedi ben piantati per terra (le immagini fotografiche)?
E che, quindi, le immagine fotografiche, magari sviluppate con la tecnica del virtual tour, servano a dare certezza di contenuti e nettezza di contorni ad un immobile che, altrimenti, rimarrebbe avvolto nella concettualità astratta della parola scritta?
Infine…
Quale di queste scelte “estetiche” seguite nei vostri annunci?
Una comunicazione commerciale ricche di fotografie dell’immobile sia esterne che interne.
Una pubblicità della casa fotografata solo dall'esterno ma con immagine della planimetria interna.
Fotografie solo interne dell’immobile ma senza le “zumate” sui particolari imbarazzanti dei mobili, delle suppellettili in disordine, della pareti sporche e con macchie di umidità, dei panni stesi e, soprattutto, dei w.c.? .
Un vero reportage giornalistico dell’abitazione con descrizione visiva, meticolosa e precisa, di tutti gli ambienti e di tutti i particolari individuali e caratteristici della casa in vendita.
Un’inserzione solo “letteraria” della casa, senza nessuna immagine fotografica, perché siete convinti che, solo con appropriati e funzionali vocaboli, si possa accendere la fantasia e stimolare l’interesse della clientela verso l’immobile.
Ringrazio chi desidera rispondere.
Domanda retorica: conta moltissimo. Lo sappiamo tutti da tempo. Conta tanto, conta meno solo del prezzo.
Ma….
L’immagine conta di più della descrizione meticolosa dell’immobile?
La figurazione iconografica fa aggio sull’ esposizione narrativa della casa?
Oppure, è opportuno raggiungere un equilibrio sinergico di immagine e scrittura, che permetta un’ amplificazione della forza espressiva dell’intero messaggio senza tradirlo?
Problema: conflitto parola – immagine nell'inserzione pubblicitaria di un immobile.
Infatti ….
In semantica, la parola si limita a suggerisce il contenuto di una cosa che poi il lettore deve integrare con la sua fantasia, l’immagine, invece, si impone con la forza iconica di una realtà oggettiva ed immodificabile. La parola è la poesia, è l’ emozione soggettiva, è la suggestione di un fascinazione individuale, l’immagine, invece, è l’oggettività distaccata che attesta la neutralità di una situazione concreta e reale.
Invero…
In un annuncio pubblicitario, è sempre difficile raggiungere un perfetto equilibrio espressivo tra l'immagine e la scrittura, senza eccedenze e senza che nessuno dei due strumenti comunicativi danneggi l'altro. Se le parole possono riempirsi e saturarsi di aspettative, le immagini rischiano di privare e di rimuovere le proprie attese.
Raggiungere la conciliazione e la collaborazione tra scrittura ed fotografia diventa, perciò, un obbiettivo attuale e necessario per l’agente immobiliare che voglia dar prova di essere tecnologicamente al passo con i tempi.
Ritenete, a questo punto, che acquistare casa sia, sì un sogno (le parole, lo storytelling) ma un sogno con i piedi ben piantati per terra (le immagini fotografiche)?
E che, quindi, le immagine fotografiche, magari sviluppate con la tecnica del virtual tour, servano a dare certezza di contenuti e nettezza di contorni ad un immobile che, altrimenti, rimarrebbe avvolto nella concettualità astratta della parola scritta?
Infine…
Quale di queste scelte “estetiche” seguite nei vostri annunci?
Una comunicazione commerciale ricche di fotografie dell’immobile sia esterne che interne.
Una pubblicità della casa fotografata solo dall'esterno ma con immagine della planimetria interna.
Fotografie solo interne dell’immobile ma senza le “zumate” sui particolari imbarazzanti dei mobili, delle suppellettili in disordine, della pareti sporche e con macchie di umidità, dei panni stesi e, soprattutto, dei w.c.? .
Un vero reportage giornalistico dell’abitazione con descrizione visiva, meticolosa e precisa, di tutti gli ambienti e di tutti i particolari individuali e caratteristici della casa in vendita.
Un’inserzione solo “letteraria” della casa, senza nessuna immagine fotografica, perché siete convinti che, solo con appropriati e funzionali vocaboli, si possa accendere la fantasia e stimolare l’interesse della clientela verso l’immobile.
Ringrazio chi desidera rispondere.
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