brina82

Membro Storico
Professionista
Certo per tua sorella sarebbe un enorme problema ritrovarsi in comproprietà con una società che compra per speculare sui problemi altrui
Io lo guarderei più da un altro punto di vista: in effetti risolvono un problema, perché darebbero alla nostra amica soldi contanti liberandola da questo impiccio, che è ciò di cui lei ha bisogno :D

Dove c'è un problema da risolvere, c'è business.

PS se la sua quota vale 110k e gliene danno 65k, io accetterei, mi pare un affare.
 

francesca63

Moderatore
Membro dello Staff
Privato Cittadino
Dove c'è un problema da risolvere, c'è business.
Sono d'accordo con te; offrono un servizio, e risolvono problemi.
Non criticavo il business, ma volevo evidenziare la sgradevole situazione in cui si troverebbe (per sua scelta di dire no a tutte le alternative) la sorella.
 
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cristian casabella

Membro Senior
Agente Immobiliare
Diciamo che pare siate in "ottimi" rapporti... tua sorella avrà già di sicuro un bel immobile dove abita, e ancor più di sicuro non gliene frega niente dei soldi

Le Società specializzate che comprano in queste soluzioni, non comprano sempre e comunque, fanno dei calcoli logici considerando vari aspetti che nel tuo caso probabilmente non le saranno congeniali per rischiare un investimento.

Magari alla fine ti potrebbero liquidare con un 30/40.000 non penso di più, visto che si capisce che troverebbe una coerede difficile da gestire

Se è impossibile dividere la casa materialmente pare evidente che NON è quello che realmente interessa a tua sorella
 

il_dalfo

Membro Senior
Professionista
Credo che la soluzione migliore sia rivolgersi ad un legale.

Trattandosi di bene indiviso o porzione di esso, il singolo comproprietario non può, da solo, vendere il bene, perché il bene tutto intero non appartiene solo a lui; e neppure una parte materiale, perché il comproprietario non ha diritto esclusivo su una pozione concreta del bene, ma semplicemente su una quota (astratta) di essa.. E' evidente che per vendere la casa è necessario il consenso di tutti i comproprietari/coeredi. Detto ciò, in mancanza di accordo, uno o più dei comproprietari può rivolgersi all’Autorità Giudiziaria, affinché la comunione sul bene venga sciolta con la divisione. Trattandosi di un immobile, ossia di un bene indivisibile, il Giudice ne potrà disporre la vendita all’asta.

:riflessione: mi sembra posta in maniera un po' confusa....
Se l'immobile è diviso in quote, queste possono essere vendute liberamente (nonostante l'immobile resti indivisibile).
Farà testo piuttosto la prelazione ereditaria: @mimihaiuara potrà ricevere l'offerta da parte dell'azienda specializzata nell'acquisto ma prima di accettare la proposta è obbligata a presentare l'offerta a pari cifra alla coerede.
Qualora la coerede accettasse, dovrà versare a mimihaiuara i 65000 € (uso l'esempio proposto finora).
Qualora la coerede rifiutasse, mimihaiuara potrà vendere all'azienda che le ha fatto la proposta (sempre meglio far firmare il diniego dell'accettazione in forma espressa e se possibile di fronte al notaio).

aggiungo a precisazione: (se ricordo giusto) non c'è diritto di prelazione se l'immobile non è l'unica cosa ereditata.
 
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cristian casabella

Membro Senior
Agente Immobiliare
mimihaiuara potrà vendere all'azienda che le ha fatto la proposta
qui ho un dubbio... ok la proposta ma penso dovrebbe essere in realtà quantomeno un preliminare magari pure registrato, perché in caso contrario ci si potrebbe inventare proposte a cifre non reali

Per quanto riguarda le prelazioni, ma non so se sia la stessa cosa, mi dicono che bisogna addirittura fare l'atto dal Notaio per poi aspettare cosa decide che ha la prelazione stessa (tipo con prelazione BELLE ARTI)
 

il_dalfo

Membro Senior
Professionista
qui ho un dubbio... ok la proposta ma penso dovrebbe essere in realtà quantomeno un preliminare magari pure registrato, perché in caso contrario ci si potrebbe inventare proposte a cifre non reali

Per quanto riguarda le prelazioni, ma non so se sia la stessa cosa, mi dicono che bisogna addirittura fare l'atto dal Notaio per poi aspettare cosa decide che ha la prelazione stessa (tipo con prelazione BELLE ARTI)
E' sufficiente la proposta accettata che per tutela dovrà contenere anche un articolo (clausola sospensiva) dove viene citata la prelazione a favore di xxx (beneficiario).

Il beneficiario della prelazione dovrà dare risposta entro il termine previsto (non ricordo il minimo di legge).

Scaduto il termine, se il beneficiario non ha dato comunicazione alcuna, la sospensiva decade ed il contratto è concluso col proponente.

Se invece il beneficiario esercita la prelazione, il venditore potrà recedere dalla prima proposta senza patimento alcuno.

Per quanto riguarda le prelazioni, ma non so se sia la stessa cosa, mi dicono che bisogna addirittura fare l'atto dal Notaio per poi aspettare cosa decide che ha la prelazione stessa (tipo con prelazione BELLE ARTI)
Sarebbe preferibile far proprio così. Tre lustri or sono mia madre vendette un terreno agricolo. L'agricoltore a cui lo affittavamo rinunciò alla prelazione ma il notaio chiese che si presentasse in atto a firmare la rinuncia. (lo trovo più che giusto e decisamente tutelativo per le parti in gioco).
 
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