Belfagor

Membro Attivo
Privato Cittadino
chiedo l'esimio parere dei frequentatori di questo forum su un argomento che mi sta a cuore e che illustro di seguito:

Mia moglie - comproprietaria al 50% (in regime di separazione dei beni) di un appartamento (una nostra seconda casa) che originariamente di comune accordo intendevamo affittare , ad un certo punto della trattativa condotta inizialmente solo da me, per una divergenza di vedute si sta opponendo a comparire tra i contraenti . Io , anche per tenere fede alla parola data al futuro inquilino, stipulerei il contratto solo a mio nome. Naturalmente i proventi della locazione confluirebbero in in conto corrente cointestato a entrambi e farei ( come sempre fatto) regolare dichiarazione congiunta (730) dei redditi. Pensate che tale contratto possa essere ritenuto non valido in fase di registrazione all'Agenzia delle Entrate?
Inoltre credete che vi possano essere implicazioni giuridiche negative da ciò?
 

Abacus

Membro Attivo
Professionista
dal punto di vista civilistoco credo che un singolo comproprietario può validamente sottoscrivere un contratto di locazione di un immobile in comunione, quindi contratto valido. Si faranno poi causa i comproprietari tra di loro...
All'agenzia delle entrate, se uno sta zitto, registrano tutto....

cmq io eviterei .....
 

elenaxx

Membro Attivo
Privato Cittadino
puoi farlo tranquillamente. Tua moglie dovrà dichiarare fiscalmente la sua quot annuale di affitto (anche se lo percepisci tutto tu).
 

ToscaniCasa

Membro Attivo
Agente Immobiliare
Attenzione che teoricamente potresti affittarlo, ma praticamente in sede di registrazione l'agenzia delle entrate, tramite il modulo RLI ti chiede la firma di ogni comproprietario (pertanto anche quella di tua moglie) che deve indicare se intende avvalersi o no del regime di cedolare secca... Pertanto senza il consenso di lei ti troveresti in grosse difficoltà!
 

PyerSilvio

Membro Storico
Agente Immobiliare
Attenzione che teoricamente potresti affittarlo, ma praticamente in sede di registrazione l'agenzia delle entrate, tramite il modulo RLI ti chiede la firma di ogni comproprietario (pertanto anche quella di tua moglie) che deve indicare se intende avvalersi o no del regime di cedolare secca... Pertanto senza il consenso di lei ti troveresti in grosse difficoltà!
Esatto!
Non te lo registrano.
Motivazione?
"Per registrare dobbiamo sapere chi prende cosa"
Quindi Manca un "Chi".
 

Abacus

Membro Attivo
Professionista
parere mio..
non credo proprio che ci sia un problema registrazione visto che una volta compilato il modello rli non c'è un riscontro loro.. ovvio che se gli dici che la casa è di 2/3 proprietari e ne vedono solo 1 quelli cosa dovrebbero dirti? non ti registrano nulla ma mi pare ovvio!

semmai diciamo che il problema nn è la registrazione ma la dichiarazione dei redditi.. tutti e due devono dichiarare pro quota la propria parte altrimenti c'è rischio evasione fiscale.
 

ToscaniCasa

Membro Attivo
Agente Immobiliare
Scusa abacus, ma se sei obbligato a dichiarare i proprietari o fai falsa dichiarazione o li dichiari... Io da parte mia non registrerei, in fondo basta una semplice ricerca gratuita sempre sul sito dell'AdE per vedere se il proprietario è proprietario ed in che quota... Io la faccio sempre e se c'è qualcosa che non va si cerco le pezze giustificative alla proprietà xchè non sempre i dati della visura sono conformi.
Non mi sembra proprio il caso di "dimenticare" un locatore...
 

Belfagor

Membro Attivo
Privato Cittadino
Ringrazio tutti gli amici partecipanti a questa discussione per il contributo di pensiero. Mi è servito a confermare in me il dubbio nonostante le rassicurazioni dell'agenzia che mi sta assistendo ( il cui comportamento talvolta mi sembra affine alla condotta di Carlo Verdone nel film "Gallo Cedrone" dove impersonava un AI che dalla sera alla mattina sventrava appartamenti incurante delle implicazioni anche penali degli abusi edilizi).
Ad integrazione delle informazioni da me illustrate in premessa e al fine di avere un ulteriore supporto da parte Vs. che possa agevolare un mutamento di parere da parte di mia moglie riguardo la trattativa in argomento dirò che la trattativa riguarda la possibilità di concedere in affitto a cittadina comunitaria (Romena) destinataria di un provvedimento di trasferimento dalla Sede di una multinazionale americana di stanza in Romania ad una sede della medesima multinazionale in Italia ( Firenze) , con contratto di lavoro a tempo indeterminato e con reddito complessivo lordo di Euro 37.980 annui come da copia contratto di lavoro (bilingue inglese-italiano) mostratomi. Le perplessità rappresentate da mia moglie ( oltre a quelle di tutti i locatori restii ad affittare a stranieri) sono relative al gap linguistico posto che le trattative sono state da me gestite in inglese (non conoscendo io il romeno e disconoscendo lei l'italiano).
Voi che ne pensate? mi dareste una ulteriore mano?
 

enrikon

Membro Senior
Io dico che se sul contratto ci sono i nominativi di entrambi i proprietari allora occorrono le due firme, altrimenti basta quella dello stipulante, in qualità di "comproprietario". Sul modulo rli, invece, vanno inseriti i nominativi di tutti e due e firmato da quello che si cura della registrazione. Voglio vedere su che basi possano rifiutarsi di registrartelo.
 

Abacus

Membro Attivo
Professionista
ho premesso che io non lo farei.. se venissi a conoscenza di una situazione simile da un cliente, fattibile o meno dal punto di vista civilistico... al max gli posso impostare il contratto ma mi faccio fare una dichiarazione che contratto e registrazione se ne fa carico il proprietario sollevando l'agenzia da qualsiasi responsabilità.... poco ma sicuro!
 

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