Buona sera,
sottopongo una questione per avere pareri esterni.
Ho acquistato poche settimane fa un piccolo immobile, ristrutturato da un privato, tramite agenzia immobiliare.
Prima della ristrutturazione e fino al contratto preliminare l'immobile non aveva il certificato di agibilità, ma c'era l'obbligo per il venditore di provvedere all'ottenimento. Nel momento in cui è stato firmato il contratto definitivo mi è stata consegnata anche la RICEVUTA DI RICHIESTA al comune del certificato di agibilità, asseverata dall'architetto del mio venditore. Specifico che il comune su questo fa delle verifiche a campione una volta al mese, quindi dubito sia mai venuto qualcuno a vedere se l'immobile ha le condizioni per ottenere l'agibilità. Idem per quanto riguarda la CILA dei lavori, sempre a campione una volta al mese.
Detto questo io, una volta entrata in possesso delle chiavi e con la pianta ARREDATA E QUOTATA che mi ha dato il venditore (stessa planimetria che compare nell'aggiornamento catastale, nella CILA, nella richiesta di mutuo e nel contratto preliminare e definitivo, ovvero in tutti i documenti che riguardano questo immobile e quindi firmata anche dal suo architetto), ho preso delle misure e mi sono resa conto di differenze di 10-20cm in meno, fino ad arrivare a 65cm in meno in alcuni punti. Sono misure che sembrano una sciocchezza ma in realtà sono fondamentali per arredare degli spazi piccoli come quelli che abbiamo e garantire dei passaggi tra arredi minimi. In più facendo qualche calcolo mi sono accorta che alcuni ambienti non rispondono alle norme di dimensionamento minimo (camera di 8 mq) e anche le altezze sono ridotte, essendoci una volta a botte e le altezze di massimo 2,50 m.
A questo punto mi chiedo se ci siano effettivamente delle condizioni di abitabilità!
Inoltre, se un domani dovessi essere io a vendere, l'acquirente potrebbe rifarsi su di me per la non rispondenza delle planimetrie depositate alla realtà e ancor più se non c'è neanche una effettiva agibilità dell'immobile!
Tutti mi ripetono che ci sono le carte in regola per avere la ragione dalla mia e richiedere fin anche l'annullamento del contratto di compravendita, ma mi sono venuti dei dubbi relativi all'aver firmato un contratto con una pianta allegata (da inesperta in materia giuridica mi viene logico pensare che è come se avessi dichiarato che quella pianta è esatta).
Il dubbio è questo: avrei dovuto, io compratore, verificare TUTTE LE MISURE e la rispondenza della pianta al reale prima di comprare? Spettava a me questo compito pur essendoci un tecnico che ha firmato dei lavori e una richiesta di agibilità, un'agenzia immobiliare e un perito della banca per il mutuo, che hanno asseverato la stessa planimetria e che non hanno fatto presente nulla?? Insomma, ci sono dei motivi per la quale potrei avere torto io nel non aver fatto delle verifiche prima di acquistare?
sottopongo una questione per avere pareri esterni.
Ho acquistato poche settimane fa un piccolo immobile, ristrutturato da un privato, tramite agenzia immobiliare.
Prima della ristrutturazione e fino al contratto preliminare l'immobile non aveva il certificato di agibilità, ma c'era l'obbligo per il venditore di provvedere all'ottenimento. Nel momento in cui è stato firmato il contratto definitivo mi è stata consegnata anche la RICEVUTA DI RICHIESTA al comune del certificato di agibilità, asseverata dall'architetto del mio venditore. Specifico che il comune su questo fa delle verifiche a campione una volta al mese, quindi dubito sia mai venuto qualcuno a vedere se l'immobile ha le condizioni per ottenere l'agibilità. Idem per quanto riguarda la CILA dei lavori, sempre a campione una volta al mese.
Detto questo io, una volta entrata in possesso delle chiavi e con la pianta ARREDATA E QUOTATA che mi ha dato il venditore (stessa planimetria che compare nell'aggiornamento catastale, nella CILA, nella richiesta di mutuo e nel contratto preliminare e definitivo, ovvero in tutti i documenti che riguardano questo immobile e quindi firmata anche dal suo architetto), ho preso delle misure e mi sono resa conto di differenze di 10-20cm in meno, fino ad arrivare a 65cm in meno in alcuni punti. Sono misure che sembrano una sciocchezza ma in realtà sono fondamentali per arredare degli spazi piccoli come quelli che abbiamo e garantire dei passaggi tra arredi minimi. In più facendo qualche calcolo mi sono accorta che alcuni ambienti non rispondono alle norme di dimensionamento minimo (camera di 8 mq) e anche le altezze sono ridotte, essendoci una volta a botte e le altezze di massimo 2,50 m.
A questo punto mi chiedo se ci siano effettivamente delle condizioni di abitabilità!
Inoltre, se un domani dovessi essere io a vendere, l'acquirente potrebbe rifarsi su di me per la non rispondenza delle planimetrie depositate alla realtà e ancor più se non c'è neanche una effettiva agibilità dell'immobile!
Tutti mi ripetono che ci sono le carte in regola per avere la ragione dalla mia e richiedere fin anche l'annullamento del contratto di compravendita, ma mi sono venuti dei dubbi relativi all'aver firmato un contratto con una pianta allegata (da inesperta in materia giuridica mi viene logico pensare che è come se avessi dichiarato che quella pianta è esatta).
Il dubbio è questo: avrei dovuto, io compratore, verificare TUTTE LE MISURE e la rispondenza della pianta al reale prima di comprare? Spettava a me questo compito pur essendoci un tecnico che ha firmato dei lavori e una richiesta di agibilità, un'agenzia immobiliare e un perito della banca per il mutuo, che hanno asseverato la stessa planimetria e che non hanno fatto presente nulla?? Insomma, ci sono dei motivi per la quale potrei avere torto io nel non aver fatto delle verifiche prima di acquistare?