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Utente Cancellato 62561

Ospite
Salve mi chiamo Felice e vi contatto dalla provincia di trapani.Vorrei chiedere gentilmente, se possibile, un vostro supporto professionale e dei consigli preziosi, sulla mia situazione.
Da circa un anno sono proprietario di un attico al 2° piano facente parte di uno stabile con altri due appartamenti intestati al mio venditore. L' ho acquistato, con mutuo bancario.
Premetto che prima del rogito, avvenuto nel luglio 2014, abbiamo fatto, a marzo, il preliminare, dove, fra le varie condizioni, era concordato l'impegno da parte del venditore di rilasciarmi a sue cure e spese il certificato di abitabilità entro sei mesi dalla data dello stesso (quindi entro settembre 2014).
Prima di andare al rogito, il venditore si e' interessato di aggiornare dal punto di vista catastale la planimetria, inviando un docfa per delle variazioni sulla distribuzione degli spazi interni dove fra l' altro veniva proposta una rendita catastale inferiore per un declassamento da A2 ad A4. Ed inoltre in fase di perizia dell'istituto di credito al fine della concessione del mutuo, è stata richiesta la regolarizzazione di una veranda che il venditore si è prestato ad effettuare con la comunicazione di chiusura di balcone con struttura precaria.
Quindi a luglio facciamo il rogito allegando la planimetria aggiornata con la rendita catastale più bassa, saldando il prezzo pattuito. Tengo a precisare che al punto 3 del contratto relativamente alle prescrizioni urbanistiche è indicato che "il venditore dichiara che il fabbricato è stato realizzato in forza della concessione edilizia xxx e che il compratore dichiara di avere accertato personalmente la situazione urbanistica dell'immobile e la rispondenza della stessa alle dichiarazioni rese dalla venditrice".

Fatto il rogito mi dovevo solo preoccupare di ricevere l'abitabilità. E da qui iniziano i problemi.

A Novembre del 2014 ricevo un avviso dell 'Agenzia dell' Entrate per una riclassificazione automatica del classamento che passa da A4 ad A2 con aumento della rendita. La prima cosa a cui penso è l'imposta di registro calcolata durante il rogito che si riferiva ad una rendita piu' bassa. Ma per fortuna anche con la nuova rendita siamo sotto i 50.000 euro e quindi i 1000 euro d'imposta minima che è stata versata è sufficiente.
Ma andiamo avanti con la storia.
Passa più di un anno e il certificato di abitabilità che aspetto da tempo non arriva mai, nonostante i miei continui solleciti e richieste.

Ieri, insospettito, mi reco al comune per informarmi sullo stato urbanistico del mio appartamento e scopro che il venditore, a insaputa mia e del notaio, nello stesso giorno in cui abbiamo fatto l'atto notarile ha presentato una sanatoria amministrativa per la diversa distribuzione degli spazi interni e, ancora più grave, per una realizzazione difforme del solaio. Fra l'altro, mi informa il comune, che per quest'ultimo abuso, in fase di costruzione era stata presentata una variante in corso d'opera che però è decaduta.
Il tecnico comunale mi tranquilizza spiegandomi fortunatamente che l'abuso puo' essere sanato, ma già è oltre un anno che attendono, da chi ha denunciato l' abuso, la documentazione richiesta per il rilascio della nuova concessione. Fra i documenti principali richiedono l' Art. 28 vistato dal Genio civile oppure il CIS . Ma a causa dell' inerzia mostrata, non aspetteranno altro tempo avviando nei miei confronti un procedimento di demolizione del solaio con altre conseguenze che non conosco. Credetemi sono crollato! Non conoscevo l' esistenza della sanatoria e tanto meno degli abusi. Ero convinto che la concessione e. citata nell' atto rappresentava fedelmente lo stato attuale dell' immobile . Mi sono affidato alla dichiarazione della parte venditrice. Per me tutto era regolare e lecito. Ma purtroppo non è così.

Mi attivo subito e contatto allora urgentemente il venditore e gli spiego cosa è successo e cosa potrebbe succedermi e lui è deciso ad aiutarmi e a collaborare risolvendomi il problema. La prossima settimana ci riuniremo dal tecnico per il da farsi. Ma sono molto perplesso e scoraggiato; mi sento preso in giro; infatti temo che il tecnico ai tempi non abbia presentato la relazione di struttura ultimata e il collaudo statico e quindi l' edificio non abbia art. 28 e tutto questo tempo nel risolvere la sanatoria sia trascorso a causa della complessità del problema. Voglio credere che tutto questo sia accaduto non per la malafede del venditore ma per un discorso superficialità e menefreghismo. Ora non so' come muovermi.

Ipotizzando che nelle peggiori delle ipotesi l' edificio non abbia l' art. 28, può essere sanato ugualmente? E come?
Così come vi ho spiegato sopra, da un punto di vista catastale è tutto regolare?
Dovrei informare il notaio dell'accaduto, rischiando un eventuale annullamento dell'atto?
Se non è possibile sanare, come posso tutelarmi?

Capisco di essermi divulgato troppo nel racconto e mi scuso, ma credo che i fatti così esposti siano necessari per potervi mettere nelle condizioni di potere esprimere correttamente le vostre opinioni.

Grazie.
 
M

mata

Ospite
Avresti dovuto tutelarti prima, prendendo un tecnico di tua fiducia ... poi perché hai firmato un atto che riportava: "al punto 3 del contratto relativamente alle prescrizioni urbanistiche è indicato che "il venditore dichiara che il fabbricato è stato realizzato in forza della concessione edilizia xxx e che il compratore dichiara di avere accertato personalmente la situazione urbanistica dell'immobile e la rispondenza della stessa alle dichiarazioni rese dalla venditrice", se tu stesso dici che te ne sei accorto solo adesso? Chi ha fatto scrivere questa dichiarazione in atto?
 
U

Utente Cancellato 62561

Ospite
La dichiarazione di cui al punto 3 e‘ stata inserita dal notaio che ha letto l‘atto ed e‘ stato firmato dalle parti. La banca non é stata ancora interpellata. Io non conoscevo l‘esistenza di questa difformita‘. L‘unica cosa che sapevo era la diversa distribuzione degli spazi interni, regolarizzata catastalmente. Purtroppo non mi sono fatto seguire da nessun tecnico e ormai quello che é stato fatto é stato fatto.cosa mi. grazie.consigliate di fare?
 
M

mata

Ospite
Scusa ma mi torna strano che il notaio abbia inserita di suo impulso una frase che, a mio parere, ti mette assai male: come se tu avessi verificato preliminarmente che tutto andasse bene ed invece non lo è affatto. Credo tu debba rivolgerti ad un tecnico per verificare che tutto possa risolversi in breve tempo col Comune, se no temo tu debba riviogerti ad un legale.
 
U

Utente Cancellato 62561

Ospite
Può suonare strano ma é così . Ma come dicevo prima, Il comune ha accettato la sanatoria. il solaio é sanabile. quindi, se tutto procede corettamente ,riceveremo, io e il venditore, la concessione in sanatoria. Se sarà così ho risolto felicemente i miei errori? Ma rimarebbe il dubbio della nullità dell‘atto. Diversamente, se non riuscissi a sanare, cosa rischierei?
 
M

mata

Ospite
Se riesci ad ottenere la sanatoria (inclusa quindi la certificazione strutturale o art. 28 che citi ed il pagamento della sanzione), sì. E l'abitabilità ce l'hai? Temo di no, a questo punto....
 

SALVES

Membro Senior
Professionista
Fatti assistere da un tuo tecnico di fiducia che visioni i documenti e quello che occorre per sanarli, dopo aver ritirato la sanatoria procedi per la richiesta di agibilità.
 
U

Utente Cancellato 62561

Ospite
Conosco già i documenti richiesti dal comune al mio venditore che si è auto denunciato.. Fra quelli piu' semplici da produrre ci sono varie auto dichiarazioni, sanzione da euro 516, f24 da euro 294, utenza idrica. E per finire chiedono l' art. 28 o in mancanza di questo il fatidico e tanto desiderato CIS depositato, che rappresenta il documento fondamentale, a detta del comune. Fornendo questi documenti otterremo la concessione in sanatoria. Per certificazione strutturale intendente il CIS? Si può ottenere facilmente? Ho già consultato un tecnico di fiducia per la verifica documentale e mi ha richiesto la relazione di struttura ultimata, il collaudo statico e naturalmente l'art. 28. Chiederò al venditore di fornirmeli.....sperando che ci siano, a questo punto.
 

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