Forse sarebbe bene per tutti leggere....
... leggere per esempio la tal normativa comunale su cui si baserebbero queste richieste che per ora paiono assurde.
L'unico fatto acclarato è che finora nessuno ha prodotto uno straccio di giustificazione per negare la validità della dichiarazione in possesso del locatore.
La dichiarazione di rispondenza non è altro che una dichiarazione che certifica che l'impianto risponde "alle norme in vigore al momento della realizzazione", non che risponde alle "attuali norme": mi spieghi allora cosa possono dichiarare di diverso rispetto alla dichiarazione del 2004?
Quanto al secondo assunto, tanto per essere chiari, il locale potrebbe pure essere privo di impianti: basta che sia chiaro e specificato sul contratto.
Ulteriore esempio semplice semplice: l'80% degli impianti esistenti, specie se residenziali, sono stati progettati e realizzati ipotizzando una utenza di 3kW. Perfettamente a norma,.... allora ed oggi.
Se oggi dovessero invece essere realizzati ex-novo, dovrebbero essere da subito compatibili per una potenza di 6 kW (oggi si usa una sezione dei fili maggiore)
... e se il nostro Stark volesse aprire un negozio che richiede per sue esigenze una fornitura maggiore di 10 kW?
Il locatore deve fornire un allacciamento (contatore) alla rete elettrica, con le necessarie predisposizioni: a valle tutto è legato a cosa è stato contrattato.
E stark ha avuto le due leggi che hanno "introdotto" la dichiarazione di conformità impianti, come aveva richiesto
Se poi invece si deve fare di necessità virtù, Stark ed il proprietario vedranno quale compromesso adottare: ma io intanto mi farei dare una risposta seria dall'ufficio comunale.
A me sa che si stanno confondendo con l'Attestato di Prestazione Energetica, obbligatorio nelle locazioni (e nelle vendite), da fornire a cura del locatore, dove la scadenza/validità è espressamente stabilita in 10 anni: attestato che ha nulla a che vedere con la sicurezza degli impianti di cui abbiamo parlato finora.
... leggere per esempio la tal normativa comunale su cui si baserebbero queste richieste che per ora paiono assurde.
L'unico fatto acclarato è che finora nessuno ha prodotto uno straccio di giustificazione per negare la validità della dichiarazione in possesso del locatore.
La dichiarazione di rispondenza non è altro che una dichiarazione che certifica che l'impianto risponde "alle norme in vigore al momento della realizzazione", non che risponde alle "attuali norme": mi spieghi allora cosa possono dichiarare di diverso rispetto alla dichiarazione del 2004?
Quanto al secondo assunto, tanto per essere chiari, il locale potrebbe pure essere privo di impianti: basta che sia chiaro e specificato sul contratto.
Ulteriore esempio semplice semplice: l'80% degli impianti esistenti, specie se residenziali, sono stati progettati e realizzati ipotizzando una utenza di 3kW. Perfettamente a norma,.... allora ed oggi.
Se oggi dovessero invece essere realizzati ex-novo, dovrebbero essere da subito compatibili per una potenza di 6 kW (oggi si usa una sezione dei fili maggiore)
... e se il nostro Stark volesse aprire un negozio che richiede per sue esigenze una fornitura maggiore di 10 kW?
Il locatore deve fornire un allacciamento (contatore) alla rete elettrica, con le necessarie predisposizioni: a valle tutto è legato a cosa è stato contrattato.
E stark ha avuto le due leggi che hanno "introdotto" la dichiarazione di conformità impianti, come aveva richiesto
Se poi invece si deve fare di necessità virtù, Stark ed il proprietario vedranno quale compromesso adottare: ma io intanto mi farei dare una risposta seria dall'ufficio comunale.
A me sa che si stanno confondendo con l'Attestato di Prestazione Energetica, obbligatorio nelle locazioni (e nelle vendite), da fornire a cura del locatore, dove la scadenza/validità è espressamente stabilita in 10 anni: attestato che ha nulla a che vedere con la sicurezza degli impianti di cui abbiamo parlato finora.