Michela_

Membro Assiduo
Agente Immobiliare
In pratica mi comprerebbe a 51.500 una quota che vale 140.000 ( meno riscatto)
La quota vale solo se si riesce a vendere, se ci sono tutti questi problemi è difficile pensare mai di incassare quella somma perché difficilmente si riuscirà a vendere a 280k se non riuscite a mettervi d’accordo.

Questo vale solo nel caso in cui riusciate anche a riscattare prima, sennò siamo di nuovo a capo.

L’immobile ha una valutazione di mercato di 280k oggi, ma se parliamo di andare in causa, citare in giudizio, chiedere frazionamento, ecc ecc, il tempo passa, e non si sa quale sarà la sua valutazione futura. Se superiore o inferiore a quella attuale. Dipende anche da come andrà mantenuto l’immobile, dipende da una serie di cose oggettive, a parte le complessità di cui si è discusso fin’ora.

Da aggiungere costo del legale, se si intende procedere per quelle vie.

P.s. La valutazione è una cosa, il prezzo di vendita un’altra cosa! Non è detto che se la valutazione sia 280k si trovi un acquirente disposto a pagare quella cifra. Magari trova l’acquirente che offre 260k.
 

Bagudi

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Agente Immobiliare
Quindi io in teoria dovrei disfarmi delle mie proprietà ( magari a un certo numero di km dalla città, in base alla convenzione ) e non lavorare per un anno, prendere la residenza nell'appartamento , e magicamente diventerei uguale al coerede di fronte al giudice per permettere anche a me di acquistare la sua quota , veramente ridicolo se siamo a questo punto.
Dimentichi che si tratta di edilizia convenzionata, nata proprio per evitare speculazioni economiche !
 

Bagudi

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Agente Immobiliare
Certo devo informarmi al comune circa la possibilita di trasformare il diritto di superficie con in mano la convenzione.
.
Sulla convivenza ..purtroppo più facile il contrario è una persona che sguazza nel conflitto, però non escludo la possibilità di andare a vedere il bluff
Se il riscatto lo chiedi solo tu, non ti daranno il permesso.
E' ovvio che devono essere entrambi i coeredi a farlo.
 

Bagudi

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Agente Immobiliare
E se invece il coerede rivendesse dopo 5 anni , invece non potrei rivendicare nulla?


Altro quesito: posso vendergli la mia quota ( non sto quindi parlando di divisione ora)senza però il mio diritto di superficie, di modo che se un giorno volesse vendere sul mercato, io potrei per acconsentire al riscatto della superficie , ottenere la differenza tra valore di vendita di mercato e quanto lui mi darebbe ora? Ovviamente tutto nero su bianco col suo accordo.Si può fare una cosa di questo tipo?
Grazie
Stai cercando un fisco creativo...
Non funziona così.
 

Bagudi

Fondatore
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Agente Immobiliare
Riscatto 13.000
Il valore di mercato 280000
Tetto edilizia convenzionata.103.000

In pratica mi comprerebbe a 51.500 una quota che vale 140.000 ( meno riscatto)
Furbacchione
Non è furbacchione.
Si sta muovendo come chi conosce l'edilizia convenzionata.
Può essere una strategia , lui ha fatto ieri una proposta : pagarmi la metà dei 103.000 più la metà di diritto di superficie , per quello mi chiedevo se tale diritto si potesse vendere o comprare.
Comunque un valore troppo basso rispetto al valore di mercato
il valore del riscatto te lo darebbe cash.
Esiste il prezzo massimo di cessione, al di sopra del qual non si piò vendere.
 

Bagudi

Fondatore
Membro dello Staff
Agente Immobiliare
Attualmente, con prezzo massimo imposto, non credo possa comprare a prezzo maggiore.
Però, come detto, forse si può valutare la possibilità di inserire clausola che imponga il pagamento di una somma, se, entro un limite ragionevole di anni , lui venderà sul mercato dopo riscatto.
Ma, ripeto, sono valutazioni da fare con un legale o notaio
E secondo te, il coerede accetterebbe ?
 

roberto72

Membro Junior
Professionista
Il tuo “diritto di superficie” è la quota della casa stessa. Quindi no; se gli vendi la tua quota, tu non mantieni alcun diritto .

Potrebbe però essere valutata la possibilità di accordo contrattuale, per cui, nel momento in cui lui , dopo aver eliminato i vincoli, decidesse di vendere entro tot anni, viene stabilito il pagamento di una somma a te: difficile però stabilire la cifra, poiché i valori degli immobili cambiano con il tempo.
Hai idea di quanto costerebbe eliminare il vincolo ora, quanto è il tetto massimo a cui poter vendere ora, e quanto varrebbe l’immobile se non ci fosse il

Magari si stabilisce che io gli restituisco quanto mi da ora , e ottengo la metà del prezzo di vendita.
La rimozione del vincolo sui 13000 da dividere in due
Mi spiace deluderla ma le rigide leggi dell' edilizia convenzionata non sono suscettibili di interpretazioni e pseudosoluzioni volte a recuperare reintegrazioni economiche da vendite immobiliari future maggiorate rispetto alle presenti vincolate. La legge e le convenzioni sono esplicite proprio per evitare speculazioni nel mentre e nel futuro.
Se un fratello ha deciso di mantenersi protetto dalla convenzione non ha colpa rispetto all' altro che invece vorrebbe guadagnare di più ma trattasi solamente dell esercitazione di diritti ed obblighi stabiliti anni addietro in sede di compravendita del suddetto appartamento alle condizioni vincolate... L'acquisto della quota dell altro a un prezzo calmierato, e' tutelata e assicurata dal giudice che effettuandone la constatazione dei requisiti, protegge questa linea di azione in generale, ed in particolare se l altra parte non li compie come nel nostro caso, quindi speculare su future eventuali a poco serve.
 

pippoz

Nuovo Iscritto
Privato Cittadino
Se lei accetta di vendere la sua quota(già espressamente consigliato), vende anche il diritto di superfice che non viene conteggiato ora in piu rispetto al prezzo del valore dell' immobile stabilito dal comune ma che rimane in essere a suo fratello che dovrà pagarlo interamente dopo i cinque anni se lo vorrà svincolare, e si: dopo tale termine suo fratello sarebbe libero di vendere al prezzo del valore del comune lasciando al nuovo acquirente il vincolo (come succede ora),o riscattandolo lui stesso per piazzarlo a prezzo di libero mercato.

Non ho parole , una casa che vale.280.000 euro sta consigliando a me di accettare 50.000 e che l'altro si becchi 230.000 .
Ma un po do grinta!
Piuttosto consigli altre strade :
1 Vendere le mie proprietà
2 prendere la residenza
4 non lavorare per un anno( magari lavorare in nero)
5 intanto vivere la .
6 Minacciare la divisione.

almeno mi metto alla pari poi minaccio la divisione .con un po di fuoco nel c a quello posso ottenere di più.
La quota vale solo se si riesce a vendere, se ci sono tutti questi problemi è difficile pensare mai di incassare quella somma perché difficilmente si riuscirà a vendere a 280k se non riuscite a mettervi d’accordo.

Questo vale solo nel caso in cui riusciate anche a riscattare prima, sennò siamo di nuovo a capo.

L’immobile ha una valutazione di mercato di 280k oggi, ma se parliamo di andare in causa, citare in giudizio, chiedere frazionamento, ecc ecc, il tempo passa, e non si sa quale sarà la sua valutazione futura. Se superiore o inferiore a quella attuale. Dipende anche da come andrà mantenuto l’immobile, dipende da una serie di cose oggettive, a parte le complessità di cui si è discusso fin’ora.

Da aggiungere costo del legale, se si intende procedere per quelle vie.

P.s. La valutazione è una cosa, il prezzo di vendita un’altra cosa! Non è detto che se la valutazione sia 280k si trovi un acquirente disposto a pagare quella cifra. Magari trova l’acquirente che

Mi spiace deluderla ma le rigide leggi dell' edilizia convenzionata non sono suscettibili di interpretazioni e pseudosoluzioni volte a recuperare reintegrazioni economiche da vendite immobiliari future maggiorate rispetto alle presenti vincolate. La legge e le convenzioni sono esplicite proprio per evitare speculazioni nel mentre e nel futuro.
Se un fratello ha deciso di mantenersi protetto dalla convenzione non ha colpa rispetto all' altro che invece vorrebbe guadagnare di più ma trattasi solamente dell esercitazione di diritti ed obblighi stabiliti anni addietro in sede di compravendita del suddetto appartamento alle condizioni vincolate... L'acquisto della quota dell altro a un prezzo calmierato, e' tutelata e assicurata dal giudice che effettuandone la constatazione dei requisiti, protegge questa linea di azione in generale, ed in particolare se l altra parte non li compie come nel nostro caso, quindi speculare su future eventuali a poco serve.
Io temo che lei non abbia chiaro , che non sono io che speculo ,ma il coerede , che ha venduto le sue proprietá ereditate 7 anni fa per fare cassa , visto che pur essendo abile al lavoro non ha un reddito da 30 anni , e decide di far conto sulle ereditá , cioé case che eredita per venderle e campare cosí . Io invece quelle proprietá le ho ristrutturare e le ho fatte fruttare , non sono certo uno speculatore . Costui invece sarebbe un soggetto da tutelare e proteggere ,un piccolo piccolo fiammiferaio, é solo una finzione ,il soggetto in questione per entrare nella categoria da proteggere , ha venduto una casa pochi mesi fa . Con l'intenzione appuinto di poter usufruire in caso di controversia della opzione di comprare lui da me a prezzo ribassato di convenzione (per poter poi rivendere tra 5 anni sul mercato visto che fino ad ora non ha fatto altro che vendere case) ,io invece avendo delle proprietá non potró acquistare da lui . il soggetto in questione pur avendo un cospicuo conto in banca si é stabilito in casa senza riconoscermi un euro , e rifiutando ogni soluzione che facesse guadagnare anche il sottoscritto. SI riveda il post iniziale,
 

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