Bastimento

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Scusandomi con il promotore per aver fagocitato il 3D per discutere anche dei miei questiti, vi sintetizzo in breve la risposta di un geom in merito al trattamento burocratico del diritto di abitazione.

Pare che sia consuetudine, almeno nel contesto in cui opera, che questo diritto venga sostanzialmente "non trattato" in fase di voltura catastale: si dà per scontato che esiste ma non lo si fa riflettere in ambito catastale: del resto pare che la stessa procedura di voltura non"digerisca" bene questo dualismo.
Alla fine in visura i figli compaiono come pieni proprietari della quota ereditata: salvo particolari contenziosi dove si fa una pratica apposita, la voltura ignora grossomodo questo diritto, che è ben noto, non viene perso, viene fatto valere per via amministrativa, senza che sia esplicitato a catasto.
E' un "usufrutto minore" e come tale non è pretesa, e pare nemmeno gradita a catasto, la rigorosa trascrizione che creerebbe solo un disturbo transitorio..... :basito:
 

brina82

Membro Storico
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Ciao,
aggiungo a quello che giustamente ha chiesto Bagudi, che il discorso del 1/3 alla moglie e 2/3 alle 5 figlie, vale solo se la proprietà era esclusiva del padre e non c'era comunione dei beni con la moglie, altrimenti vale solo sul 50% del padre (nel caso di comunione dei beni) oppure sulla sua parte (in cao di più proprietari)

Quindi una mia amica che si preoccupava tanto di non avere la comunione dei beni, abitando nella casa appartenente al marito, si preoccupava a vanvera?

1) perchè comunque ne avrebbe il diritto di abitazione nell'eventualità che il marito venisse a mancare;
2) erediterebbe in ogni caso la sua quota anche in regime di separazione dei beni.

Confermate? Grazie.
 

Bastimento

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Privato Cittadino
1) Si
2) Qui le cose avrebbero effetto diverso: con la comunione dei beni, se la casa fosse stata acquistata dal marito successivamente al matrimonio, intestandola solo a se, verrebbe comunque presunta la proprietà di 1/2 anche alla moglie: quindi in successione andrebbe solo la 1/2 del de cuius: ed alla moglie non rimarrebbe solo la frazione ereditata ma anche la ulteriore metà della comunione.
Se invece la casa era bene personale del marito, es. perchè avuta in eredità o acquistata precedentemente al matrimonio, il regime coniugale sarebbe ininfluente.
(credo di non sbagliarmi, ma gradite tutte le osservazioni...)
 

brina82

Membro Storico
Professionista
1) Si
2) Qui le cose avrebbero effetto diverso: con la comunione dei beni, se la casa fosse stata acquistata dal marito successivamente al matrimonio, intestandola solo a se, verrebbe comunque presunta la proprietà di 1/2 anche alla moglie: quindi in successione andrebbe solo la 1/2 del de cuius: ed alla moglie non rimarrebbe solo la frazione ereditata ma anche la ulteriore metà della comunione.
Se invece la casa era bene personale del marito, es. perchè avuta in eredità o acquistata precedentemente al matrimonio, il regime coniugale sarebbe ininfluente.
(credo di non sbagliarmi, ma gradite tutte le osservazioni...)

Ok. Quindi nel caso 2 (acquisto prima del matrimonio/donazione/acquisto dopo il matrimonio ma in regime di separazione dei beni) avrebbe comunque diritto alla propria quota. Grazie.
 

Giovannino60

Membro Attivo
Professionista
Ipotesi 2: padre proprietario di 1/2 immobile; madre titolare dell'altra 1/2
- moglie eredita 1/2*1/3=1/6 che si aggiunge ai 3/6 già di sua proprietà.
- 5 figli: ereditano 1/2*2/3*1/5= 2/30 = 1/15
Non capisco di cosa si i 3/6, se la moglie era già proprietaria di 1/2 perchè scrivi 3/6?
Non è invece 1/6+1/2 (già di proprietà) quindi= 4/6
 

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