specialist

Membro Storico
Privato Cittadino
Non è l’unico modo per provare che un aspirante acquirente ha visto casa con l’agenzia.
Se uno non lo sa non può immaginarsi gli acquirenti portati dall'agenzia prima della scadenza dell'incarico. Se non è stato avvertito né dall'acquirente né dall'agenzia non sono tanto convinto che debba pagare una provvigione a causa della malafede o della negligenza altrui.
Domandare è lecito, rispondere è cortesia.
Le domande che hai fatto non sono di per sé assurde. Lo sarebbe la tua pervicacia nel non voler comprendere o accettare le risposte che ti sono state date. Escluse naturalmente quelle denigratorie o deliranti nei contenuti.
 
U

Utente Cancellato 81532

Ospite
Le domande che hai fatto non sono di per sé assurde. Lo sarebbe la tua pervicacia nel non voler comprendere o accettare le risposte che ti sono state date.
Esser sicuro di aver capito è considerato pervicacia?
Forse siete un po troppo suscettibili qua dentro. Bastava non rispondere.
Se avessi saputo non avrei chiesto.
 

ab.qualcosa

Membro Storico
Agente Immobiliare
Sono d’accordo sulla parte “formale” ma quel che mi domando io è: non sono stato contattato dal papabile acquirente, il mandato dell‘AI è scaduto mesi fa, io ho rimesso in vendita la casa da privato, l’acquirente ha visto l’annuncio è mi ha contattato senno non saremmo mai venuti in contatto.

Allora.
Il giudice chiamato a valutare la situazione dovrà decidere in base alle prove se ci sia identità tra l'affare proposto dall'agenzia e l'affare che andate a concludere.

Ho letto che dopo un’anno dalla cessazione del mandato non possono più pretendere niente è corretto?

Come ti ha già detto @francesca63 il termine di un anno è riferito solamente al limite dopo che l'affare sia conosciuto o conoscibile oltre il quale l'agente può far valere il suo diritto.
Il tempo tra l'intervento dell'agenzia (non cito l'incarico perché il diritto dell'agenzia nasce dalla legge non dal contratto) e la conclusione dell'affare rimane indefinito.

Quindi per sempre.

Torniamo al primo punto.
Il giudice chiamato a valutare deve stabilire se ci sia identità tra i due affari.
E' ben possibile che se tra l'intervento dell'agenzia e la conclusione del contratto è passato molto tempo questa identità non sia ravvisata.

E' chiaro invece che se emerge in giudizio che sono passati pochi mesi, che le cifre in ballo sono quelle e che la differenza principale è la mancanza delle spese di mediazione il giudice dovrebbe facilmente dar ragione all'agenzia.
 

specialist

Membro Storico
Privato Cittadino
Il giudice chiamato a valutare deve stabilire se ci sia identità tra i due affari.
E' ben possibile che se tra l'intervento dell'agenzia e la conclusione del contratto è passato molto tempo questa identità non sia ravvisata.
E' chiaro invece che se emerge in giudizio che sono passati pochi mesi, che le cifre in ballo sono quelle e che la differenza principale è la mancanza delle spese di mediazione il giudice dovrebbe facilmente dar ragione all'agenzia.
E' altrettanto chiaro però che se bisogna affidarsi alla discrezionalità e all'umore di un giudice per stabilire chi ha ragione, vuol dire che la normativa così com'è lascia piuttosto a desiderare. Più i giudici applicano e meno interpretano, meglio è.
 

Bagudi

Fondatore
Membro dello Staff
Agente Immobiliare
E' altrettanto chiaro però che se bisogna affidarsi alla discrezionalità e all'umore di un giudice per stabilire chi ha ragione, vuol dire che la normativa così com'è lascia piuttosto a desiderare. Più i giudici applicano e meno interpretano, meglio è.

Diciamo piuttosto che la normativa c'è, ma per quelli che non ci vogliono credere, subentra il giudice e, in questo caso, sappiamo già cosa deciderebbe...
 

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