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Agente Immobiliare
Una casa su cinque senza compratore
La crisi economia sarà pure alle spalle, come dicono molti autorevoli osservatori nazionali ed internazionali, ma il mercato immobiliare non sembra ancora essersene accorto. Un po’ per colpa dei soldi che scarseggiano, un po’ per colpa delle banche che hanno chiuso i rubinetti di prestiti e mutui, sta di fatto che le compravendite di case continuano a scendere senza sosta. Nel primo trimestre del 2009, secondo quanto riferisce l’Osservatorio del mercato immobiliare presentato ieri dall’Agenzia del Territorio, il settore ha registrato una ulteriore riduzione del tasso tendenziale su base annua rispetto a quello degli ultimi tre mesi del 2008, dove le cose erano già andate malino, con una percentuale passata dal -11,9% del primo trimestre al -16,5% dell’ultimo. Col nuovo anno si è arrivati ad un tracollo medio del 18,7%. «Da quando, il 1985, si monitora il mercato immobiliare non si è mai registrato un dato così basso», ha spiegato il direttore dell’Osservatorio, Gianni Guerrieri. I numeri, in effetti, parlano chiaro. Dopo un decennio di espansione (1996-2006), il mattone conosce una crisi ancora più forte di quella vissuta nel 1992. Allora il ribasso si fermò al 16%.

Nel dettaglio, a risentire maggiormente degli effetti della recessione è il settore produttivo (capannoni e stabilimenti industriali), che registra una tassa tendenziale in frenata del 33,5%. Male anche il terziario (-20,6%) e il commerciale (23,9%). Mentre il comparto residenziale resiste con un calo “solo” del 18,7%.

Per quanto riguarda quest’ultima fascia (che rappresenta quasi la metà delle compravendite totali: 135.872 su 299.419) la riduzione non è stata omogenea su tutta la penisola. Il calo è stato maggiore al Nord (-20,6%) e un po’ più contenuto nel Centro (-16,9%) e nel Sud (-16%). Come già accaduto nei mesi scorsi si conferma una contrazione del mercato residenziale molto più marcata nei comuni non capoluogo. Mentre nelle città il tasso diminuisce del 15,8% mediamente, nei comuni minori la contrazione sfiora il 20%, con picchi nel Nord che raggiungono il 22%. Tale dinamica evidenzia un recupero della quota di mercato dei capoluoghi sul totale provinciale e può forse essere letto come un piccolo segnale di ottimismo.

Nel primo trimestre 2009 il risultato peggiore si registra, tra le città, a Milano, -20,3% sul primo trimestre 2008 (ed in provincia di Milano va ancora peggio con -21,8%), e nella provincia di Bologna, -22%, per i comuni non capoluogo.

La città di Genova è quella con il tasso tendenziale annuo del primo trimestre 2009 meno negativo, -4,2%, ma è da tener presente il forte calo di compravendite già subito negli anni 2004-08. Roma e Firenze si collocano leggermente sopra la media con un calo intorno all’11,5%. Per quanto riguarda le rispettive province, quella di Roma perde il 15,3% e quella di Firenze si limita ad un -11,2%, in linea con il capoluogo. La città di Torino, con un mercato molto stabile fino al 2007, ed in sensibile decrescita già nel 2008, perde ancora una quota del 13,7% nel I trimestre 2009. La relativa provincia, dove il mercato nel 2007 era rimasto stabile, aveva subìto un primo rallentamento nel 2008 e nel I trimestre 2009 vede un forte calo pari al -21%. Per Napoli (-12,6%) e provincia (-13,7%) la perdita di quota è inferiore all’andamento medio, ma è da tener conto, anche in questo caso, del sensibile ridimensionamento del mercato residenziale già iniziato da parecchi anni. Palermo (-19,6%) e provincia (-21,8%) mostrano un andamento fortemente negativo, ma è da tener presente la miglior tenuta del mercato negli anni precedenti.

Per quanto riguarda il settore che è andato peggio, il produttivo, va sottolineato che fino ad ora si trattava della fascia di mercato che aveva resistito meglio alle oscillazioni. Non è un caso che il settore sia fortemente concentrato nel Nord, con il 70% delle compravendite che avviene in quest’area. Inevitabile, in altre parole, l’impatto della frenata dell’economia e dell’assottigliarsi del fatturato delle imprese. Il primato delle compravendite è ancora detenuto da Milano, che però ha registrato nel primo trimestre del 2009 un calo molto robusto, con il 32,2% di affari in meno. Il record negativo spetta però alla provincia di Napoli, dove il settore produttivo è sceso addirittura del 45%.

via Libero News - Una casa su cinque senza compratore.
 

Mediatore-anarchico

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Agente Immobiliare
ragazzi la crisi non è alle spalle...quando questa estate finirà per molti la cassa integrazione ci sarà un peggioramento terrificante nei consumi, tanto è che anche la Mercegaglia ha iniziato ad accorgersi, si vede che gli iscritti a confindustria gli anno fatto leggere i dati che prima non leggeva...
ieri sono usciti i dati dell'auto a livello europeo -34%
sapete cosa vuole dire, su una produzione di 2,5 milioni di auto in un anno?
fatevi due conti.
senza contare tutto l'indotto dell'auto, l'edilizia, i servizi, la grande distribuzione , e il settore turistico..
tutti numeri meno.
quello che molti fanno fatica a capire che la questione finanziaria è stata solo congelata, perchè i derivati e tutti gli asset tossici sono nel ventre delle banche e nessuno sa dove sono e dove vanno.
per ora hanno messo solo grande liquidità nel sistema...senza grandi vantaggi.
quindi a fine di questo anno le compravendite segneranno il 40% in meno...visto che solo nel primo trimestre siamo al 20% su dato nazionale, che tradotto vuole dire che alcune province hanno delle cifre spaventose in meno.
 

Pasqualita

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Agente Immobiliare
bhe non tutto il male vien per nuocere:
- meno consumi =anche meno spreco
-meno soldi in tasca= maggiore attenzione nella spesa
-meno vendite=cambio lavoro.
prima o poi il pallone sarebbe scoppiato era solo questione di tempo.Ma vi sembra logico che l'operaio "pretenda" di avere quanto un manager/dirigente ? Ma ognuno non è più in grado di fare dei conti reali e capire quanto veramente si può permettere ? In una famiglia tipo formata da genitori operai/impiegato con 2 figli si è arrivati ad avere minimo 2 auto,settimana bianca,settimana al mare,salotto firmato,televisore e cell. ultimo modello tecnologico,non manca la palestra e qualche puntatina ai solarium per l'abbronzatura,qualche abituccio griffato,la scuola per i figli pure se sono somari totali,la pizzeria e il cinema il sabato (a parte gli svaghi per i pargoli),e adesso che va di moda prendere l'aperitivo all'uscita del lavoro, e ect ect.e non scordiamoci che ci vuole pure la casa possibilmente con tre camere E non ditemi che sono esagerata,non credo di averli conosciuti solo io certi elementi,un pochino di ridimensionamente è necessario.Forse è la volta che s'impara a far a meno di tante ca....e.Non si vende più case e quindi c'è meno guadagno ? ok diamoci da fare diversamente,forse ci sono anche troppe agenzie spuntate in breve tempo.probabilmente andranno avanti quelle più "scaltre"(x quanto però?) e che si fanno meno scrupoli.Forza ragazzi in fondo non si vive di solo agenzia,ritiriamo fuori anche vecchi mestieri.
 

Pasqualita

Nuovo Iscritto
Agente Immobiliare
non fare il MALIGNO !! :sorrisone:

dimmi piuttosto i tuoi nonni che facevano ? da quanto tempo fare il "sensale" (è ciò che siamo) è diventato uno MESTIERE GRIFFATO ?
bha adesso vado a rifocillare le mie forze quando torno ne riparliamo ;)
 

Mediatore-anarchico

Nuovo Iscritto
Agente Immobiliare
mio nonno faceva l'agricoltore...
l'altro il tecnico collaudatore...
io potrei fare il cuoco...
infatti mi sono iscritto ad un corso di 1000 ore...
non si sa mai..
 

paolo ferraris

Membro Ordinario
Agente Immobiliare
si...e io da grande farò il Pompiere!...ma per favore!...cmq a parte che se non cè lavoro...fare il Sensale eo il Cuoco (salvo farlo alla mensa dei poveri), non risolve il problema!...l'unica è forse l'Agricoltore...durissimo ma almeno non dovresti morire di fame, inoltre ho visto in vendita intere tenute con ettari di vigneri e ulivi in Toscana a dei prezzi "buoni" percui (forse è troppo faticoso e non rende un c...fare l'agricoltore?)...la Vostra analisi non è distante dalla realtà ma guai, dico guai a "demonizzare" i CONSUMI...è il consumo che tiene su il mercato e il benessere "generalizzato" a cui giustamente vogliono (onestamente) ambire anche le classi sociali meno abbienti non è una cosa sbagliata!...l'italia come gli stati uniti come altre grandi nazioni si sono "emancipate" e sviluppate quando finalmente una gran parte della loro popolazione ha potuto accedere a certi "benefici"...tornare indietro non solo è ingiusto...è soprattutto "pericoloso".
 

Pasqualita

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Agente Immobiliare
@ paolo ferraris
spiacente ma non concordo assolutamente con quanto affermi,benessere e progresso vanno bene ma senza le esagerazioni. Il lavoro in realtà non manca,semplicemente non si vuole più fare alcuni mestieri,guardati intorno e dimmi quanti ragazzi "italiani" vedi a fare i manovali/muratori/contadini ect ? ben pochi,su 10 ditte edili almeno 8 hanno lavoranti immigrati quasi per la totalità (oltretutto sono persone che al loro paese svolgevano altro e quindi per la maggior parte a digiuno del mestiere) e che qui si "adattano" a svolgere mansioni ritenute poco IN dai n/s figlioli e da certi genitori in testa.Certo è più SCIC poter dire mio figlio va all'università per dottore/avvocato ect. salvo poi lamentarsi perchè non si trova un idraulico/elettricista o imbianchino. In un punto ti dò ragione,che purtroppo ci sono molte e troppe tenute agricole in disuso e abbandonate,che non producono.Si forse fare l'agricoltore è più pesante che stare dietro una scrivania,certo un terreno di 10.000 mq non ti renderà in un anno di lavoro quanto potrebbe fare un'agenzia (non in questo periodo)in un anno di vendite.Ma il vero problema è sopratutto che ormai la gente non si accontenta e vuole sempre di più, ma anche pagandolo a un prezzo"basso".Tu lo sai quanto ci vuole per tirare su 1 kg. di pomodori naturali ,o crescere un galletto senza ormoni vari ?saresti disposto a pagare 50/80 cent per un uovo naturale ?certamente no lo considereresti caro,meglio quello allevato in batteria da galline alimentate con "mangimi x" e che costa 10 cent. Perchè non sarebbe giusto rinunciare anzi ad una seduta al centro solarium o alla maglietta griffata,no no a quello no,rischiamo anzi di intossicarci e avvelenarci trangugiando "schifezze" lowcoste.
 

Maurizio Zucchetti

Fondatore
Membro dello Staff
Agente Immobiliare
L'Italia, nel giro di poche generazioni, ha fatto un salto da "paese rurale" a "paese tecnologicamente avanzato"; il rovescio della medaglia è appunto che alcune professioni sono semplicemente passate di moda, ed i nostri figli non vogliono più impegnarvisi, lasciando il posto libero per le persone che vengono da paese ancora "rurali" e che non hanno tutti questi pregiudizi.
La questione è complessa, i parametri da considerare sono tanti ed i punti di vista sicuramente di più ( :? ), e quindi mi limiterò a riportare un esempio di cui ho già parlato tempo nel forum:
- alcuni anni fa mi è capitato di tenere un corso di marketing a ragazzi laureati in economia e commercio, la maggioranza dei quali in possesso anche di master. Chiacchierando con i ragazzi mi è stato detto che le offerte lavorative che gli venivano proposte erano collaborazioni part-time nei call-center (tipo il film "Tutta la vita davanti" :fico: ) con orari massacranti e stipendio inferiore ai 700 euro
- in un paesino vicino Roma dove risiedono alcuni amici circolano due Porche Cayenne: uno è del falegname del Vaticano (la famiglia lo è da generazioni) e l'altro è dell'idraulico! :sorrisone:

;)

;)
 

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