Non sono d'accordo, in particolare sul termine.
Mettere un termine lungo rischia solamente di lasciare il venditore in balia del proponente (perché ricordiamoci che, con buona pace degli agenti stizziti, di fatto una proposta subordinata all'ottenimento del mutuo è interamente nelle mani del proponente stesso) per un tempo eccessivamente lungo.
A quel punto raggiunto il termine si parla e se c'è effettivamente volontà, si prolunga, ma mettere da subito un termine largo è magari legalmente sensato ma commercialmente inopportuno (non considero l'opzione di lasciare libero anche il venditore perché è una clausola molto meno diffusa, almeno nella mia esperienza).
Secondo me la responsabilità di tutto è, molto semplicemente, non degli acquirenti, dei venditori o degli agenti, ma del modo di operare delle banche, che non forniscono alcuna certezza.
E non parlo di certezze irragionevoli, ma anche di quelle che potrebbero essere sensate.
Ad esempio una predelibera reddituale che sia valida a meno di cambiamenti della situazione dell'aspirante mutuatario, e non perché la banca decide domani che dalla settimana dopo cambia i suoi parametri o smette di finanziare tout court.
Questo permetterebbe di fare proposte senza sospensive e senza troppi patemi per tutti, o con sospensive legate ad eventi non arbitrari, che siano tecnici riferite agli immobili, oppure di altra natura.
Dato che hai un legale, senti lui e segui una linea coerente. Magari sollecitalo se è un po' distratto.