Zagonara Emanuele

Membro Senior
Agente Immobiliare
Tecnicamente cio’ che sostieni e’ corretto.

Tuttavia non per l’uomo della strada o se vogliamo, per il cittadino comune.

Quando due anni dopo, andando a farti conferire un nuovo incarico ti presenterai nello stesso contesto, oppure presso una persona vicina a quel contratto che era saltato, l’uomo della strada si ricordera’ soltanto di una transazione finita male.
Di quattrini buttati al vento e di lungaggini tecnico legali, con le relative spese e perdite di tempo cagionate.

Il venditore, che si infila in tali gineprai di “idioma legalese”, potrebbe pentirsene amaramente.
Restando nell’impossibilita’ di avanzare serenamente nel suo obbiettivo vendita.

Pure sul versante professionale, la prassi di inseguire le questioni di principio, piuttosto che perseguire il proprio oggetto sociale, consegue risultati improvvidi.

A nulla servono perche’ risibili, le ‘arie’ vantate da quei colleghi, che sostengono di vincere sistematicamente i contenziosi.
Con risultati che si rappresentano cinque anni dopo, gravati da spese oneri e perdite di tempo, che ne azzerano la ratio, spesso risultando in negativo.

Una liberatoria invece, ti consente di andare subito a reperire un nuovo soggetto, pure con l’opportunita’, perfino di vendere meglio e bene.

Quante volte ti sara’ capitato di mancare una vendita su un prodotto, per poi centrarla due mesi dopo con altri, conseguendo un maggior compenso per una vendita ben fatta.

Due vittorie, la liberatoria prima e la vendita poi, una dietro l’altra.
Come il Mister che nel momento giusto azzecca la sostituzione.
Ineccepibile doverlo rilevare.

Invece senza liberarsi dal cliente brocco si incricca il venditore e tutta la sua e la nostra azione.

Si perde l’acquirente, che pure lui anche se e’ un brocco, poteva essere dirottato più facilmente verso altri acquisti, probabilmente a lui piu’ consoni.

Prima avevi un incarico ‘gettonato’ mentre ora non c’è l’hai piu’.
Perche’ la pratica e’ scaduta nelle vie legali in pasto agli avvocati.

Mentre quei due o tre clienti, che erano interessati, ora scalpitano.
Perche’ vorrebbero rivedere quel prodotto per proseguire nell’azione di acquisto.

Una doppia sconfitta.

Se poi, non hai disponibile un altro prodotto dello stesso livello, probabilmente perderai anche quegli altri due o tre clienti che erano solvibili, ad aggravare ancor di più la situazione.

Perche’ l’uomo della strada si ricorda solo quello che vuole lui.

Aldila’ delle motivazioni, Avevi un alloggio da vendere e ora non c’è l’hai piu’ e non perche’ l’hai venduto.

Forse era meglio evitare di correre dietro ai fagiani.

Zagonara Emanuele ha scritto:
Per quanto mi riguarda, lascierei che sia eventualmente un avvocato a dare "certe dritte".
Zagonara Emanuele ha scritto:
non credo sia molto educativo dare suggerimenti su come fregare un collega, per questo ci sono già gli avvocati.


Quando ci penso, ho l'impressione di scrivere in italiano abbastanza comprensibile, ma evidentemente deve essere diversamente.

NON ho scritto che il cliente deve rivolgersi ad un avvocato, e non l'ho incoraggiato a farlo, ma semplicemente che non dovremmo essere noi agenti immobiliari a rubare a questi (gli avvocati) il lavoro, fornendo "dritte", "appigli" o "facili vie d'uscita" a clienti in cerca di scappatoie per non assumersi le loro responsabilità, a danno di un collega (anche se facilone).
Direi che ho scritto un concetto abbastanza chiaro, perchè dunque si deve voler capire sempre fischio per fiasci?
 

Zagonara Emanuele

Membro Senior
Agente Immobiliare
Tecnicamente cio’ che sostieni e’ corretto.

Tuttavia non per l’uomo della strada o se vogliamo, per il cittadino comune.

Quando due anni dopo, andando a farti conferire un nuovo incarico ti presenterai nello stesso contesto, oppure presso una persona vicina a quel contratto che era saltato, l’uomo della strada si ricordera’ soltanto di una transazione finita male.
Di quattrini buttati al vento e di lungaggini tecnico legali, con le relative spese e perdite di tempo cagionate.

Il venditore, che si infila in tali gineprai di “idioma legalese”, potrebbe pentirsene amaramente.
Restando nell’impossibilita’ di avanzare serenamente nel suo obbiettivo vendita.

Pure sul versante professionale, la prassi di inseguire le questioni di principio, piuttosto che perseguire il proprio oggetto sociale, consegue risultati improvvidi.

A nulla servono perche’ risibili, le ‘arie’ vantate da quei colleghi, che sostengono di vincere sistematicamente i contenziosi.
Con risultati che si rappresentano cinque anni dopo, gravati da spese oneri e perdite di tempo, che ne azzerano la ratio, spesso risultando in negativo.

Una liberatoria invece, ti consente di andare subito a reperire un nuovo soggetto, pure con l’opportunita’, perfino di vendere meglio e bene.

Quante volte ti sara’ capitato di mancare una vendita su un prodotto, per poi centrarla due mesi dopo con altri, conseguendo un maggior compenso per una vendita ben fatta.

Due vittorie, la liberatoria prima e la vendita poi, una dietro l’altra.
Come il Mister che nel momento giusto azzecca la sostituzione.
Ineccepibile doverlo rilevare.

Invece senza liberarsi dal cliente brocco si incricca il venditore e tutta la sua e la nostra azione.

Si perde l’acquirente, che pure lui anche se e’ un brocco, poteva essere dirottato più facilmente verso altri acquisti, probabilmente a lui piu’ consoni.

Prima avevi un incarico ‘gettonato’ mentre ora non c’è l’hai piu’.
Perche’ la pratica e’ scaduta nelle vie legali in pasto agli avvocati.

Mentre quei due o tre clienti, che erano interessati, ora scalpitano.
Perche’ vorrebbero rivedere quel prodotto per proseguire nell’azione di acquisto.

Una doppia sconfitta.

Se poi, non hai disponibile un altro prodotto dello stesso livello, probabilmente perderai anche quegli altri due o tre clienti che erano solvibili, ad aggravare ancor di più la situazione.

Perche’ l’uomo della strada si ricorda solo quello che vuole lui.

Aldila’ delle motivazioni, Avevi un alloggio da vendere e ora non c’è l’hai piu’ e non perche’ l’hai venduto.

Forse era meglio evitare di correre dietro ai fagiani.


E comunque caro PierSilvio (e lo scrivo senza voler polemizzare) esiste anche un'altra possibilità.

Il cliente dopo aver firmatro una proposta vede un'altro immobile che più gli aggrada, perciò inventa una scusa qualsiasi per liberarsi dal vincolo della proposta.
A questo punto l'agente credendo di agire con lungimiranza (come scivi tu) lo svincola senza alcun onere.

Risultato?

Il cliente acquista il secondo immobile e probabilmente non avrà più necessità di acquistare un immobile in futuro e perciò non si farà più vedere nei tuoi uffici.
Perciò, tu perdi comunque il cliente, non incassi la provvigione dovuta (quella relativa alla proposta da cui hai liberato il cliente) e ciliegina sulla torta, il cliente andrà in giro a raccontare che sei stato un pirla (non lo scivo per offendere, ma solo per rendere l'idea), così anche altri personaggi poco seri come lui cercheranno di imitarlo nella speranza di trovare qualche agente immobiliare accondiscendente.

Neppure il modo d'agire da te proposto è educativo.
Neppure quel che proponi tu fa onore alla categoria.

Credo perciò che alla base di tutto bisogni prestare attenzione ai singoli casi.

C'è trattativa e trattativa.
C'è la trattativa dove si ha una proposta non ancora accettata e magari un proponente che ha un problema serio e reale, e perciò gli si può andare umanamente incontro.
C'è invece la trattativa dove la proposta è stata accettata e a quel punto l'agente può decidere solo per quanto lo riguarda, ma non certo per quant riguarda i rapporti contrattuali stretti dalle due parti.
E c'è anche la trattativa in cui si incontra il cliente che pensa d'essere furbo e poterla fare in barba a tutti, di cambiare idea ogni tre per due senza problemi e firmare proposte su proposte tanto per lui sono semplice carta straccia e non contratti seri e vincolanti.

E in ultima analisi, credo sia giusto che ognuno si regoli come meglio creda.
Nessun modo d'agire è sbagliato a priori.

Semplicemente basterebbe rendersi conto che esistono diverse opinioni, diversi approcci, diverse situazioni, diverse sensibilità e diverse realtà.
 

dormiente

Membro Senior
Agente Immobiliare
Zagonara Emanuele ha scritto:
Per quanto mi riguarda, lascierei che sia eventualmente un avvocato a dare "certe dritte".
Zagonara Emanuele ha scritto:
non credo sia molto educativo dare suggerimenti su come fregare un collega, per questo ci sono già gli avvocati.
NON ho scritto che il cliente deve rivolgersi ad un avvocato, e non l'ho incoraggiato a farlo, ma semplicemente che non dovremmo essere noi agenti immobiliari a rubare a questi (gli avvocati) il lavoro, fornendo "dritte", "appigli" o "facili vie d'uscita" a clienti in cerca di scappatoie per non assumersi le loro responsabilità, a danno di un collega (anche se facilone).
Condivido al 100% , in particolare a racconti provenienti da una sola parte.
 

dormiente

Membro Senior
Agente Immobiliare
Zagonara Emanuele ha scritto:
Per quanto mi riguarda, lascierei che sia eventualmente un avvocato a dare "certe dritte".
Zagonara Emanuele ha scritto:
non credo sia molto educativo dare suggerimenti su come fregare un collega, per questo ci sono già gli avvocati.
NON ho scritto che il cliente deve rivolgersi ad un avvocato, e non l'ho incoraggiato a farlo, ma semplicemente che non dovremmo essere noi agenti immobiliari a rubare a questi (gli avvocati) il lavoro, fornendo "dritte", "appigli" o "facili vie d'uscita" a clienti in cerca di scappatoie per non assumersi le loro responsabilità, a danno di un collega (anche se facilone).
Condivido al 100% , in particolare a racconti provenienti da una sola parte.
 

specialist

Membro Storico
Privato Cittadino
di corretto non c'è nulla quando si chiede di sospendere gli effetti di un contratto sottoscritto, soprattutto da parte del proponente. Capisci il non senso?

Ogni caso è a sé, certo, ma tu non puoi voler fare una proposta quando non sai se sei mutuabile.
Veramente io alludevo alle versioni date da te e da me, non alla correttezza in sé dell'operazione che è da proscrivere in toto, soprattutto per quanto riguarda le sospensive per mutui/capestro 80/100%.
Comunque un'agenzia coerente non asseconda i desideri velleitari dei compratori non idonei all'acquisto.
 

PyerSilvio

Membro Storico
Agente Immobiliare
Zagonara Emanuele ha scritto:
Per quanto mi riguarda, lascierei che sia eventualmente un avvocato a dare "certe dritte".
Zagonara Emanuele ha scritto:
non credo sia molto educativo dare suggerimenti su come fregare un collega, per questo ci sono già gli avvocati.


Quando ci penso, ho l'impressione di scrivere in italiano abbastanza comprensibile, ma evidentemente deve essere diversamente.

NON ho scritto che il cliente deve rivolgersi ad un avvocato, e non l'ho incoraggiato a farlo, ma semplicemente che non dovremmo essere noi agenti immobiliari a rubare a questi (gli avvocati) il lavoro, fornendo "dritte", "appigli" o "facili vie d'uscita" a clienti in cerca di scappatoie per non assumersi le loro responsabilità, a danno di un collega (anche se facilone).
Direi che ho scritto un concetto abbastanza chiaro, perchè dunque si deve voler capire sempre fischio per fiasci?

Che pedanza Zagonara.
Come se il tuo Italiano fosse talmente ricercato da inibirci nella sua comprensione.

Il senso e la sostanza di quegli argomenti trasparivano chiaramente senza fare troppo i puntigliosi.
Reiterati in questi ultimi interventi che non lasciano dubbio, sulle nostre diverse linee di pensiero o di approccio.

Senza dover necessariamente puntualizzare che il mondo sia bello perche’ vario.
Che lo sanno anche i sassi.

Ribadisco, che se un cliente vuole trovare scappatoie, per dribblare i suoi impegni, meglio accompagnarlo alle vie piu’ brevi.

Ovviamente, il piu’ delle volte capita che cio’ si verifichi, perche’ il cliente ha trovato altro, oppure perche’ trattative che sembravano dapprima sfumate, si sono riaccese proprio dopo aver sottoscritto un nuovo impegno.
Capita.

Tuttavia il mandato resta saldo nelle mani dell’intermediario.
Che puo’ muoversi facendo di meglio, pure acquisendo nuovi prodotti, per l’effetto di quella stessa vendita.

Come a dire che sia molto meglio essere cornuto che vedovo.

Per un intermediario che decide se essere carne o pesce, non fa’ nessuna differenza di quale natura sia la motivazione per non procedere.
Un cliente brocco meglio che vada con i brocchi. Suoi simili.
Senza aver paura d maldicenze o di fare figure da pirla.
Timori che tanto nella vendita, che nella compera, reagiscono come acqua e olio.
Elementi che non si amalgano.

Svincolare un cliente acquirente, anziche’ forzrarlo ed imporgli il pagamento di commissioni, resta a priori il modus operandi piu’ corretto.
Sia per l’intermediario che per ciascuna delle parti.

Ad una domanda, sulla perenne disputa tra marcatura a uomo o giuoco a zona, Vujadin Boskov rispose laconico come sempre.

Un brocco resta sempre un brocco pure se giuoca a zona.
 
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