Ad Antonello e ccc1956:
prima di dire che si tratta di preliminare di preliminare, dovremmo essere sicuri di ciò che c'è scritto sul contratto. Ricordiamoci che su praticamente tutti i moduli standard utilizzati dalle agenzie c'è chiaramente scritto che il contratto è perfezionato con firma del venditore e conoscenza del proponente. La sottoscrizione di un altro contratto (solitamente chiamata integrazione) è facoltà delle parti. In questi casi i contratti sono ineccepibili.
Come al solito è il malcostume di dividere in due momenti la fase preliminare che genera questi casini! A parole si dice una cosa, ma poi si scrive un altra (anche se è quella scritta, la cosa giusta).
Poi può essere anche che abbiano scritto che le parti si obbligano a sottoscrivere un preliminare (preliminare di preliminare), ma la vedo dura. Finora tutti quelli che qui sul forum c'hanno provato, spesso solo per recedere dai contratti per futili motivi, nel riportare le diciture del contratto, hanno evidenziato che in effetti non si rimandava proprio a nulla.
Secondo me vogliamo vedere un po' troppo spesso lo spettro del preliminare del preliminare.
Non mi interessa sapere perché il nostro amico Adinollo vuole fare marcia indietro, potrà avere motivazioni giuste e sacrosante per lui o meno, magari ha trovato qualcun altro che gli paga di più l'appartamento o semplicemente può vendere senza la provvigione, magari ha solo avuto un semplice ripensamento; ma mi metto anche nei panni dell'acquirente e dell'AI.
Il primo potrebbe essersi impegnato a sua volta a vendere, ed ora cosa fa? Anche lui dice grazie e arrivederci, magari aggrappandosi a qualche parola fuori posto nel contratto?
Il secondo ha lavorato (male, ma forse solo per incompetenza, non per malafede, o ancora meglio, per cattiva abitudine) e non dovrebbe incassare la provvigione?
Io non condivido questa linea, ossia quella di appellarsi al preliminare del preliminare sempre e comunque, anche qualora fosse dimostrato che è così. In un contratto il principio base è la buona fede, e questo è sancito in primis nel codice civile.
Un conto è diffondere il messaggio che il contratto è uno e uno solo, eventualmente con le integrazioni accettate da entrambe le parti, un conto è utilizzare lo strumento per altri fini.
Noi non conosciamo la vicenda, nei suoi dettagli, ma dobbiamo dare sempre per scontato la buona fede, a meno che questa sia evidentemente violata. Da quanto scrive Adilollo, io percepisco solo che lui è intenzionato a tirarsi indietro da un contratto accettato e firmato.
Deve quindi essere consapevole che:
- deve restituire il doppio della caparra. Se non ha intascato l'assegno, comunque deve pagare una cifra pari alla caparra
- deve pagare la provvigione all'AI
- l'acquirente può chiedere al giudice l'esecuzione specifica del contratto (art. 2932 c.c.)
Poi, con un buon avvocato, in presenza di chiare magagne sul contratto, è possibile che otterrà tutta una serie di cose, fino a ritenere il contratto nullo, se così fosse effettivamente. Io, però, sono contro i furbi e in generale contro chi non ottempera ai propri impegni, e non mi sento affatto di incoraggiare questi atteggiamenti.
Con questo non sto dicendo che Adilollo è un furbo, ho precisato che non conosco i motivi alla base della sua scelta. Sta di fatto, però, che a rimetterci, in buona fede, sono la parte acquirente e l'AI.
Cosa ben diversa sarebbe se una delle due parti (o peggio l'AI) avesse ordito di proposito un contratto "capestro" o comunque viziato da diverse magagne nei confronti dell'altra parte.